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BLUE COP25: L’Oceano protagonista del negoziato sul clima

di Giulia Persico

Al via la seconda settimana della COP25, la ‘Blue Cop’, come definita dalla presidenza cilena per sottolineare la centralità dell’oceano per la vita sul Pianeta e nel contrasto all’emergenza climatica.

L’oceano riveste infatti un ruolo fondamentale nella regolazione del clima, assorbendo più del 25% delle emissioni di CO2 e più del 90% del calore in eccesso dovuto all’aumentato effetto serra causato dalle attività umane.

Non ci può essere azione per combattere il cambiamento climatico e limitare i suoi impatti senza guardare al mondo oceanico nel suo insieme: alla relazione con le comunità costiere, al suo funzionamento nel sistema clima, alla salute dei suoi ecosistemi, alle attività economiche che gravitano intorno ad esso.

I Governi hanno il dovere di comprendere l’importanza della profonda relazione tra oceano e clima e del suo potenziale come chiave di volta nella Mitigazione e Adattamento al cambiamento climatico. Alcune Parti del negoziato hanno già espresso la volontà di integrare le soluzioni basate sull’oceano nei loro contributi determinati a livello nazionale (NDC – Nationally Determinated), che dovranno essere ripresentati nel 2020.

Rapporto Speciale su Oceano e Criosfera

Già nel 2015 a Parigi, durante la COP21 gli Stati avevano riconosciuto il ruolo centrale dell’oceano nel contrasto all’ emergenza climatica, lanciando la dichiarazione ‘Because The Ocean’ (BTO)[1] – la cui seconda versione conta oggi 39 Stati firmatari – e chiedendo contestualmente all‘IPCC di produrre un report sull’oceano in relazione al cambiamento climatico.

Il rapporto speciale su Oceano e Criosfera in un Clima che cambia (SROCC)[2] é stato presentato alla COP25 nella giornata di Giovedi 5 Novembre, momento in cui le parti e gli osservatori del negoziato hanno potuto interrogare gli esperti dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) sul Rapporto più approfondito su Oceano e Criosfera emesso nella storia della scienza del clima. Quasi tre quarti del Pianeta sono coperti dall’Oceano e circa il 10 % delle terre emerse da ghiacciai o calotte glaciali. Il rapporto esprime l’esigenza di comprendere questi due attori protagonisti nella mitigazione e adattamento al cambiamento climatico.

Il rapporto invia un messaggio forte di urgenza per la protezione dell’oceano dagli effetti del cambiamento climatico, considera l’informazione scientifica sugli impatti sull’oceano e la criosfera, da cui tutti gli esseri viventi, direttamente o indirettamente, dipendono. Se non si riducono in modo sostanziale le emissioni di gas serra, è stimato che il livello del mare potrebbe innalzarsi a fine secolo di più di un metro e fenomeni come alte maree e intense tempeste aumenteranno di frequenza. Inoltre l’acidificazione è uno degli effetti più preoccupanti delle emissioni di CO2, insieme a deossigenazione e riscaldamento delle acque marine.

Piattaforma ‘Ocean Solution’

La presidenza cilena della COP25 ha lanciato durante la prima settimana di negoziato la Piattaforma ‘Ocean Solution’ [3], con lo scopo di colmare le lacune nello studio e nell’implementazione di soluzioni dell’emergenza climatica basate sull’Oceano. La piattaforma è un mezzo per stimolare il pensiero collettivo, prendendo in considerazione gli input dei soggetti coinvolti e servendosi delle migliori conoscenze scientifiche disponibili. Questo prezioso strumento rimarrà aperto per tutto il periodo che condurrà alla COP26, con l’obiettivo di incoraggiare azioni relative all’Oceano nell’ambito degli NDC, dei piani di Adattamento nazionali, nelle Comunicazioni di Adattamento e in altri policy framework nazionali rilevanti. [

5 sono le azioni chiave discusse nel documento alla base della Piattaforma:

  • Incoraggiare il sequestro naturale della CO2 dagli ecosistemi costieri (es. mangrovie);
  • Sviluppare un range di soluzioni di energia rinnovabile basate sull’oceano;
  • Promuovere l’adattamento e soluzioni resilienti per le popolazioni vulnerabili, gli ecosistemi e i servizi ecosistemici minacciati dal cambiamento climatico;
  •  Implementare soluzioni ibride, supportando sia l’adattamento che la mitigazione nei settori della pesca e dell’acquacoltura;
  • Soluzioni per ridurre le emissioni nel settore navale.

 Misure marine di Mitigazione : Blue Carbon e Blue Energy.

Integrare l’oceano nelle strategie nazionali é al contempo una necessità e un’opportunità. I Governi si preparano ad aggiornare e migliorare i propri contributi determinati a livello nazionale (NDC) nel 2020. Alcuni Paesi hanno già fatto espressa richiesta di includere le azioni relative all’oceano nei loro NDC. Due iniziative molto importanti sono state variamente discusse durante la COP25:

BLUE CARBON

Il “blue carbon” è il carbonio stoccato dalla vegetazione e dai sedimenti bentonici negli ecosistemi costali e marini. La vegetazione acquatica ha la capacità di rimuovere CO2 dall’atmosfera e in molti casi dalla stessa colonna d’acqua. Gli habitat marini costieri hanno una più efficiente capacità di sequestro della CO2 di quelli terrestri, e a differenza di questi non bruciano.

Le misure basate sul Blue Carbon sono:

  • Incoraggiare, creare o rigenerare ecosistemi blue carbon, conducendo a un maggior sequestro del carbonio;
  • Implementare specifiche misure di gestione per aumentare il sequestro del carbonio per aumentare il sequestro della CO2 dagli ecosistemi costieri;
  • Proteggere gli ecosistemi blue carbon esistenti;
  • Prevenire il rilascio della CO2 dato dalla degradazione degli ecosistemi e migliorare la conservazione degli ecosistemi costieri attraverso una protezione regolatoria;
  • Adattare le attività economiche, in particolare la pesca a minimizzare i loro impatti sugli ecosistemi blue carbon.

BLUE ENERGY:

Politiche per promuovere l’energia blu rappresentano una misura di mitigazione del cambiamento climatico concreta e altamente promettente. L’oceano offre infatti interessanti opportunità di ridurre la dipendenza dalle fonti fossili, specialmente per le isole e le comunità costiere.

Le azioni principali per favorire la blue Energy comprendono:

  • Includere nelle strategie climatiche compiti di mappare le correnti, i venti e le altre risorse di energia blu;
  • Stabilire un fondo per l’energia blu, soprattutto per supportare le isole e i paesi in via di sviluppo;
  • Includere lo sviluppo di road-map per tecnologie di energia oceanica all’interno degli NDC.

Tanti sono stati i side-event durante la prima settimana della COP25 in vario modo legati al tema dell’ oceano e alle misure di Mitigazione e Adattamento su di esso basate, a altri ce ne saranno nella seconda settimana. In attesa di conoscere come gli Oceani saranno inseriti nella dichiarazione finale dei negoziati.


[1]http://sdg.iisd.org/news/22-countries-join-because-the-ocean-to-support-action-on-climate-change-and-oceans/

[2] per maggiori informazioni sul Rapporto Speciale:  https://www.ipcc.ch/srocc/

[3]  per maggiori informazioni: https://www.becausetheocean.org/ocean-for-climate/


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