Cade nel nulla l’Interrogazione Parlamentare sulla Fuel Quality Directive
COMUNICATO STAMPA
12 febbraio 2012
Il caso Saipem, gli interessi di ENI in Algeria e la denuncia dell’Autority dell’Energia sui costi della Robin Tax: cade nel nulla una Interrogazione Parlamentare sulla carbon footrprint dei carburanti fossili in sede EU.
Nella politica energetica Italia attendista e su posizioni ambigue anche a Bruxelles
Rispondendo ad una sollecitazione di ICN, il Senatore Ferrante aveva chiesto chiarezza al Ministro Clini in merito alla posizione dell’Italia sulla trattativa – ancora in corso a Bruxelles – per definire le regole di calcolo della carbon footprint dei carburanti, con cui la Comunità Europea ha intenzione di rendere trasparente il quantitativo di CO2 associato al greggio all’interno del quadro normativo della Direttiva sulla Qualità dei Carburanti, approvata dagli Stati Membri nel 2009. L’Unione Europea rafforzerebbe così la trasparenza delle sua politica energetica a vantaggio delle scelte dei consumatori.
Il Ministro Clini ha confermato che “Il 25 ottobre 2011 la Commissione ha proposto, per ogni tipo di carburante (benzina, diesel, eccetera), valori di default differenziati a seconda della materia prima utilizzata”. Clini ha poi spiegato che “I’Italia, come la maggior parte degli Stati membri, in sede di presentazione della bozza di direttiva ha espresso perplessità per la mancanza di una valutazione di impatto della proposta stessa. Inoltre, una penalizzazione a livello solo UE di questi carburanti provenienti da materie prime non convenzionali porterebbe semplicemente ad uno spostamento delle vendite verso altri mercati. La Commissione stessa, alla luce dell’esito del voto, ha deciso di effettuare la valutazione di impatto e la posizione dell’Italia in Consiglio dipenderà soprattutto dagli esiti di tale studio”.
ICN trova incompleta questa risposta, allineandosi alle impressioni del Senatore Ferrante, che ci ha detto: “La risposta del Ministro Clini alla nostra interrogazione ci ha lasciato insoddisfatti. Infatti c’è la conferma che il nostro Paese ha adottato sul tema una posizione eccessivamente prudenziale, in contrasto con quella più corretta della Commissione che mirava a penalizzare quei fossili maggiormente impattanti sull’ambiente. E’ necessario che a valle della valutazione di impatto che sta facendo la Commissione il nostro Governo cambi la sua posizione, allineandosi a quelle più avanzate, e in sede di Consiglio scelga di sostenere il metodo di calcolo più penalizzante per il petrolio non convenzionale. I combustibili fossili nel mondo godono di ampi sussidi, è ormai urgente e non più differibile cambiare drasticamente approccio e l’implementazione corretta della direttiva europea andrebbe in questa direzione”