05
Apr

#ClimateStrike: una lettera in attesa di risposte

Lo scorso 27 marzo, a seguito delle fuorvianti comunicazioni in tema di cambiamenti climatici comparse sull’Huffington Post abbiamo scritto questa lettera al Direttore Lucia Annunziata… attendiamo ancora risposte.

Gentile Direttore,

mi preme intervenire – in coro con il Consiglio Direttivo dell’Italian Climate Network, Associazione che presiedo – su una questione che torna nei commenti a partire dal 15 marzo scorso, dopo il successo del Friday for Future per spingere ad un’azione decisa di reazione e lotta ai cambiamenti climatici.

Italian Climate Network, si occupa da quasi 10 anni di fare pressione sulle classi dirigenti italiane per agire contro il cambiamento climatico e di informare correttamente i cittadini sulle conseguenze attuali e future. Coinvolgendo decine di giovani, perlopiù studenti universitari, seguiamo e raccontiamo i negoziati internazionali sul tema e svolgiamo ogni anno circa 100 giornate di formazione sui temi ambientali nelle scuole superiori. Il nostro lavoro è seguito da un gruppo di scienziati, professori ed esperti in climatologia.

Ora, quello che ci preme segnalare è che ad ogni evidenza mediatica sul tema, viene spesso contrapposta senza contraddittorio una posizione che vuole attenuare i motivi di preoccupazione e il consenso scientifico raggiunto dalla comunità scientifica internazionale. L’ultima, l’intervista sul suo giornale al prof. Franco Prodi, che ha espresso una opinione legittima ma, è bene ribadirlo, del tutto minoritaria e senza supporto nella comunità scientifica internazionale. La scienza non è fatta di opinioni, bensì di fatti e anche di conclusioni condivise su cui basare le decisioni politiche. E le conclusioni raggiunte dalla comunità scientifica internazionale sono ben diverse dalle opinioni personali di alcuni esperti di singole materie che da anni non sottopongono al vaglio dei colleghi le loro tesi. Ad esempio, il Prof. Franco Prodi afferma che “c’è una necessità di accelerare la conoscenza scientifica su altri ambiti che non siano quelli dell’IPCC (gruppo di esperti che parla all’Onu e ai Governi) e delle sue modalità”. Non è dato sapere, però, quali siano questi altri ambiti e le modalità suggerite. Le conclusioni dell’IPCC sono proprio quelle di un nutrito gruppo di scienziati provenienti da tutto il mondo che, sotto l’egida dell’Onu, pubblicano periodicamente rapporti autorevoli, che riassumono ricerche e studi condivisi (aspetto spesso dimenticato e che spiega come la scienza dia una forte dimostrazione di democrazia, lontana da personalismi e soggettività).

Cosa vuol sostenere, quindi, il Prof. Prodi? Che forse sarebbe in atto un gigantesco complotto che coinvolge i maggiori scienziati e tutti i Paesi del Pianeta? Non bisogna credere al complottismo, bensì ai fatti. Occorre che si faccia informazione responsabilmente spiegando cosa dice la scienza e non ridicolizzandola. Gli scenari sul clima sono preoccupanti ed occorre intervenire urgentemente per mantenere l’aumento delle temperature medie globali ben al di sotto dei 2 gradi. È ora che i media e le classi dirigenti (la politica, quindi, ma non solo) inizino a occuparsi con coscienza dell’argomento e non lascino senza rappresentanza dei ragazzi che, almeno fino ad oggi, protestano pacificamente. E senza creare confusione e disorientamento nei lettori e, ancor peggio, un senso di sfiducia nei confronti della scienza.

Serena Giacomin (Meteorologa Meteo Expert, Climatologa e Presidente Italian Climate Network) e il Consiglio Direttivo

You are donating to : Italian Climate Network

How much would you like to donate?
€10 €20 €30
Would you like to make regular donations? I would like to make donation(s)
How many times would you like this to recur? (including this payment) *
Name *
Last Name *
Email *
Phone
Address
Additional Note
Loading...