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Con novembre, l’autunno 2018 si conferma caldo e piovoso

di Simone Abelli, meteorologo del centro Epson meteo

L’autunno meteorologico si è concluso con un mese di novembre caldo e piovoso, perfettamente in linea con l’andamento complessivo dell’anno in corso. D’altronde, l’anomalia della circolazione atmosferica, anticiclonica sul nord e l’est del continente, ciclonica sul versante atlantico, lascia trasparire un’accentuazione della componente sud-orientale delle correnti, ossia quei flussi solitamente caldi e spesso piovosi. Nel corso del mese le masse d’aria calda hanno occupato l’area mediterranea per 22 giorni su 30, puntando spesso anche verso il settore centro-settentrionale del continente dove, in effetti, sono state osservate anomalie termiche paragonabili a quelle osservate in Italia. Solo per un breve periodo dopo la metà del mese, la nostra penisola è stata interessata da correnti fredde di provenienza nord-orientale che hanno determinato una temporanea fase di stampo invernale, più evidente al Nord, con temperature che sono tracollate al di sotto della media accompagnate dalle prime nevicate a bassa quota al Nord-Ovest. Anche negli ultimi giorni del mese l’affondo di masse d’aria fredda verso le nostre regioni hanno riportato le temperature al disotto della media con le prime locali gelate in pianura al Nord. Queste due fasi fredde hanno reso meno estremo il divario con la media che, nella prima parte del mese, è rimasto costantemente intorno a +3°C a livello nazionale, ma con picchi intorno a +5°C al Nord, specie nei valori minimi notturni che, in tal modo, si sono rivelati più prossimi alle massime stagionali piuttosto che alle minime. Il risultato finale è un’anomalia complessiva pari a +1.6°C che pone questo mese di novembre al 6° posto fra i più caldi degli ultimi 60 anni. Il contributo maggiore deriva dall’anomalia osservata al Nord, pari a +2.3°C, che rappresenta il 3° valore più elevato della serie storica. Ancora più rilevanti sono i dati relativi al trimestre autunnale e al periodo gennaio-novembre. Infatti, con un’anomalia di +1.5°C l’autunno 2018 risulta, insieme a quello del 2014, il più caldo degli ultimi 60 anni; anche l’anno in corso continua a confermarsi il più caldo della serie storica con uno scarto che si mantiene intorno a +1.2°C. Le elaborazioni del prestigioso ente americano NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) evidenziano analoghi risultati a scala europea: a quanto pare il nostro continente ha sperimentato il secondo autunno più caldo (dopo quello del 2006) e il più caldo periodo gennaio-novembre almeno dal 1910. Tutto ciò in un contesto che, a livello planetario, vede un novembre al 5° posto fra i più caldi, un trimestre settembre-novembre al 2° posto dopo il caldissimo analogo trimestre del 2015 e un periodo gennaio-novembre al 4° posto fra i più caldi dopo il 2016, il 2015 e il 2017. Anche le precipitazioni di novembre in Italia mostrano un segno positivo con un surplus pari a circa un terzo in più rispetto al quantitativo normale. Questa anomalia non rappresenta un dato particolarmente rilevante nell’ambito della serie storica la quale mostra 18 valori più elevati dalla fine degli anni ’50; tuttavia, questo risultato si inquadra bene nella tendenza ad un aumento della piovosità media di novembre riscontrata negli ultimi due decenni, in cui si nota circa un numero doppio di anni con scarti positivi rispetto a quelli negativi. Nel corso del mese il territorio italiano è stato interessato dal passaggio di ben 15 perturbazioni, sei delle quali si sono mostrate piuttosto intense, come ad esempio all’inizio del mese quando le abbondanti precipitazioni in Sicilia hanno causato allagamenti e, purtroppo, anche diverse vittime, oppure intorno al giorno 10 quando in Liguria è piovuto più del doppio del quantitativo mensile in soli 3 giorni. In concomitanza con il transito di questi intensi sistemi nuvolosi sono state osservate anche diverse trombe d’aria; l’European Severe Weather Database ha raccolto un totale di 21 eventi, in prevalenza trombe marine, che si sono verificati in Calabria, Puglia, Campania, Sicilia, Sardegna, Toscana, Liguria e Friuli Venezia Giulia. Sul dato stagionale ha pesato molto il settembre siccitoso a cui hanno fatto da contrappeso i due risultati simili di ottobre e novembre dando origine a un valore autunnale leggermente sopra la media (+8%). Considerando il periodo dall’inizio dell’anno, si mantiene e si consolida il surplus di piogge che, col dato di novembre, sale ulteriormente raggiungendo un valore pari a +18%, non particolarmente significativo nell’ambito della serie storica degli ultimi 60 anni, ma in controtendenza rispetto ai valori sotto la media degli ultimi tre anni e comunque fra i più elevati, esattamente al 3° posto, prendendo in considerazione gli ultimi 20 anni.

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