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Nov

COP22: il ruolo delle comunità indigene nella lotta contro il cambiamento climatico

di Lina Rodriguez

Rappresentanti di diverse comunità indigene di Sud America, Africa e Asia si sono dati appuntamento alla COP22 di Marrakech per partecipare ad alcuni side event dedicati alla loro cultura e alle loro conoscenze. Hanno trasmesso ai presenti il loro immenso amore per le tradizioni e la natura, non solo attraverso gli abiti tradizionali ma soprattutto con le loro canzoni e storie.

Lo scopo dei loro interventi era spingere verso l’adozione urgente di criteri che includano il rispetto delle popolazioni indigene nelle politiche di mitigazione dei cambiamenti climatici: è il caso di Grace Balawag, rappresentante di Tebtebba (Indigenous Peoples’ International Centre for Policy Research and Education), che ha enfatizzato il desiderio di implementare le loro esperienze come bandiera del loro impegno dentro il Green Climate Fund (GCF), un fondo finaziato dai paesi industrializzati per promuovere azioni atte a contrastare il cambiamento climatico nei paesi in via di sviluppo. Il contributo dei popoli indigeni deve essere riconosciuto dal GCF nello sviluppo dei suoi processi di adattamento e mitigazione. I diritti degli indigeni sono stati inseriti nel preambolo dell’Accordo di Parigi, ma Stanley Kimaren, keniota e rappresentante di ILEPA (Indigenous Livelihoods Enhancement Partners), teme che comunque non saranno pienamente rispettati. Secondo Kimaren “è per questo che il Green Climate Fund deve assicurare l’acceso ai fondi. L’esclusione degli indigeni deve finire perché i nuovi sistemi hanno dimostrato la necessità della nostra inclusione negli accordi”.

La COP22 è un momento chiave per chiedere ai paesi firmatari un framework chiaro per quel che riguarda i diritti delle comunità indigene, avendo come punto di riferimento la creazione di accordi che proteggano e preservino le loro tradizioni. Joan Carling, rappresentante di AIPP (Asia Indigenous Peoples Pact) sostiene che i territori degli indigeni non possono essere considerati parte dell’adattamento ai cambiamenti climatici senza il permesso dei loro proprietari, ossia gli stessi indigeni, che durante i secoli hanno protetto e difeso le foreste, le montagne, i fiumi e gli animali. Gli indigeni devono essere parte dello sviluppo, nel rispetto dei loro diritti, e di ciò che gli è sempre appartenuto. Le comunità indigene sperano quindi che la COP22 le supporti nella riduzione della deforestazione e della distruzione delle loro terre, aprendo spazi di dibattito su come proteggere le loro risorse.

La partecipazione indigena nell’adattamento e nella mitigazione potrebbe costituire un elemento chiave per invertire le previsioni più pessimistiche riguardo alle conseguenze dei cambiamenti climatici: Secondo l’AIDESEP (Associazione Etnica della Giungla Peruviana), partecipare in spazi internazionali come la COP22 può rappresentare un’opportunità per farsi sentire ed essere ascoltati come attori globali nella lotta contro il cambiamento climatico.

 

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