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Nov

COP22, le proposte della IEA per il pre-2020

di Maria Carolina de Vera

Uno dei temi principali della COP22 di quest’anno riguarda le azioni pre-2020, in modo tale da anticipare il più possibile le azioni di adattamento e mitigazione. E’ a questo proposito che nella giornata di lunedì 14 novembre l’International Energy Agency (IEA) ha presentato un chiaro resoconto di quali siano gli interventi necessari. Si è parlato in particolare di 5 azioni clue che potrebbero risparmiare 5 Gt di emissioni da qui al 2030, con un picco previsto nel 2020. La cosa più interessante è che non ci sarebbero effetti negativi sulla crescita economica e che le tecnologie che si potrebbero utilizzare sono quelle già esistenti.

Fonte: “Solutions, analysis, and data for the global energy transition”, IEA 2016

Ecco l’elenco delle misure:

  • Efficienza energetica, con un impatto stimato di emission saving pari al 49%
  • Investimenti nelle rinnovabili, per il 17% dei risparmi complessivi
  • Riduzione delle emissioni di metano nella fase upstream (15%)
  • Riforma dell’impianto dei sussidi, con un impatto previsto pari al 10%
  • Riduzione dell’uso inefficiente del carbone, 9%.

L’International Energy Agency è in prima linea nell’aiutare i Paesi ad affrontare le loro sfide nell’efficienza energetica: esempi interessanti sono l’aiuto alla Cina nel modeling e nella policy evaluation e l’aiuto al Messico per sviluppare nuove strategie di efficienza energetica nelle città. Nell’ambito rinnovabili è ancora necessaria una forte accelerazione nonostante un 2015 da record per numero di pannelli installati (circa mezzo milione ogni giorno!).

Le motivazioni principali che potrebbero spingere i policy makers ad intervenire sono molteplici ma ecco le più rilevanti: risparmio economico, aumento della qualità dell’aria, riduzione del traffico cittadino e sicurezza energetica. Solo per fare un esempio, l’aumento del 7% degli investimenti complessivi necessari (stimati in 70.000 miliardi) comporterebbe il risparmio di 3 milioni di vite.

La IEA ha poi concluso sottolineando che la strategia delle 5 azioni non sarebbe comunque sufficiente per il percorso di decarbonizzazione che limita l’aumento della temperature a 2 gradi C. Cosa rimane quindi necessario?

  • Il miglioramento delle tecnologie in termini di performance e costi;
  • Una migliore attenzione ai fenomeni di lock-in;
  • Dei pacchetti di politiche sul clima in linea con la situazione reale;
  • Il monitoraggio della transizione energetica.

Su quest’ultimo punto in particolare l’aspetto forse più rilevante da monitorare è quello della carbon intensity (kgCO2 per MWh). L’obiettivo è arrivare a 100 kg/MWh, ma al 2015 eravamo ancora a circa 450 kg/MWh.

Per informazioni dettagliate e per rivedere la diretta di ieri, è possibile visitare il seguente link: http://www.iea.org/cop22

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