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Nov

G7 Salute, l’impatto del CC sulla salute

di Domenico Vito –

Nei giorni 5 e 7 novembre presso il Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano si è tenuto il G7 Salute presieduto dal MinistroBeatrice Lorenzin. Al summit hanno partecipato i ministri della salute diItalia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti, nonché il commissario UE alla salute e i direttori di OMS, FAO, OIE(Organizzazione mondiale della sanità animale), OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) e EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare).

Uno dei temi principali è stato l’impatto dei fattori climatici eambientali sulla salute che ha tenuto banco durante l’intera prima giornata. È poi seguito il confronto riguardo la salute delle donne, degli adolescenti e l’assistenza microbica per una maggior tutela dei migranti e per un impegno per la sostenibilità dei sistemi sanitari nazionali.

Il summit si è concluso con la sigla di un accordo condiviso dai ministri delle diverse nazioni presenti in cui viene sancito l’impegno all’attivazione di misure per contrastare l’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute, promuovere condizioni favorevoli per donne e bambini, vincere l’allarmante fenomeno dell’antibiotico-resistenza, provvedere ad una maggiore tutela dei migranti e impegnarsi per la sostenibilità dei sistemi sanitari nazionali.

Noi riconosciamo la nostra discussione sull’impatto del clima e dei fattori correlati all’ambiente sulla salute”- cita l’accordo, che riconosce che“alcuni fattori correlati all’ambiente contribuiscono ad aumentare i rischi per la salute, come quelli associati a modifiche nei modelli delle malattie infettive, eventi climatici estremi, innalzamento del livello del mare, acidificazione degli oceani, inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo, perdita di biodiversità, scarsità di acqua, insicurezza alimentare e malnutrizione, e contaminazione degli alimenti”.

Questo accordo, seppur con forti componenti proforma a cui dovranno seguire azioni concrete per stabilirne la reale credibilità, fissa degli elementi molto importanti sia da un punto di vista sostanziale che da un punto di vista politico. In primo luogo, il settore della salute evidenzia formalmente il ruolo della componente ecosistemica sulla salute umana. Questo riconoscimento, seppur già presente e dichiarato nel mondo medico e scientifico, è stato visto sino ad oggi come fortemente collaterale e non centrale nella determinazione dello stato di benessere. L’accordo ne espleta un riconoscimento esplicito e si impegna ad effettuare delle misure indirizzate specificatamente a incidere sulla relazione uomo-ambiente.

In secondo luogo, la ratifica di questo accordo da parte degli Stati Uniti– a seguito della risonante uscita del Trump dall’accordo di Parigi – rappresenta un’inaspettata apertura ed un interessante segnale politico, sebbene tale ratifica sia stata accompagnata dalla richiesta da parte degli USA di inserire nel testo l’intenzione di “esercitare il diritto di ritirarsi dall’Accordo di Parigi a meno che non vengano identificati adeguati termini di rinegoziazione”.

La Lorenzin ha commentato questo risultato a conclusione dei lavori sottolineando come non ci siano state delle divisioni sul fronte della salute e come sia ribadita la volontà di mantenere uniti i Paesi del G7 per trasmettere “un messaggio forte sui temi come cambiamento climatico, salute dei migranti, delle donne e dei bambini, e ricerca sulla resistenza agli antibiotici”.

Tema difatti complementare al primo è stato quello della salute femminile e dei giovani, espressamente indicato in agenda dalla presidenza italiana. L’accordo va nella direzione di supportare la salute delle donne durante tutte le fasi della vita, con particolare attenzione alle malattie, alla salute riproduttiva e sessuale e alla violenza di genere. In particolare il G7 salute ha sancito l’apertura del Global Financing Facility, un fondo di 2 miliardi di euro per il 2018, che i ministri della salute hanno sancito per promuovere la salute di materno-infantile.

Il G7 Salute si è chiuso quindi con segnali incoraggianti e vede delle aperture dichiarate del settore salute agli impegni sanciti dall’accordo di Parigi e in discussione negli scorsi giorni alla COP23 di Bonn. Sebbene ci sia già da tempo un diffuso dibattito scientifico e intellettualesull’influenza dei cambiamenti climatici sulla salute, il riconoscimento a livello istituzionale ne sancisce l’operatività sui sistemi sanitari. Sarà importante seguire ora il proseguo delle misure e l’impatto che esse avranno a livello societario.

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