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Lug

Giugno 2019, mese dei record

di Simone Abelli, meteorologo del Centro Epson Meteo

Il mese di giugno di quest’anno verrà certamente ricordato come il mese dei record. Record di caldo, ma anche di carenza di precipitazioni. Infatti, con un deficit pluviometrico di -74% si pone al primo posto nella classifica dei mesi di giugno più siccitosi degli ultimi 60 anni. Tuttavia, è sul fronte delle temperature che si è mostrato particolarmente estremo.
Su tutte le regioni settentrionali e su quelle centrali tirreniche, nel periodo fra il 27 e il 29, sono stati osservati picchi di temperatura che rappresentano non solo i nuovi massimi di giugno, ma in qualche caso anche i nuovi record assoluti annuali come ad esempio a Mondovì con 40.2°C, a Bolzano (stazione aeroportuale) con 40°C, a Torino Bric della Croce con 35°C e anche ad Aosta con 40°C.

Gli estremi mensili e annuali sono stati prodotti da una intensa e alquanto anomala ondata di calore che ha interessato anche gli altri Paesi europei sud-occidentali dove, a partire dal giorno 25, il promontorio anticiclonico nord-africano è riuscito a spingere il nucleo più caldo della massa d’aria sahariana fino a latitudini insolite: tra il giorno 27 e il 28 è stata osservata una temperatura intorno ai 28°C a 1600 metri circa in libera atmosfera nella zona tra la Francia centro-meridionale, la Svizzera e il Nord Italia, valore probabilmente mai osservato a quelle quote in quella fascia latitudinale. In effetti anche in Francia e in Svizzera sono stati stabiliti numerosi record storici fra i quali la nuova temperatura massima assoluta nazionale francese di 45.9°C raggiunta nella zona fra Montpellier e Nimes.
Notevoli anche le temperature notturne vicine ai 30°C anche a quote collinari, e superiori ai precedenti record storici perfino in molte zone di montagna al Nord-Ovest, complici i venti di Föhn che si sono attivati in corrispondenza delle Alpi. Il caldo è stato protagonista anche nel resto del mese per via dei continui afflussi di masse d’aria di origine sub-tropicale che hanno dato origine, tra l’altro, a una prima, anche se meno intensa, ondata di calore durante la seconda settimana del mese con prevalente coinvolgimento del Centro-Sud dove i termometri sono saliti fino a picchi di 37-38°C. A conti fatti l’anomalia termica dell’intero mese, pari a +2.5°C, è fra le più ampie della serie storica ed esattamente la seconda più elevata, appena sopra il dato del 2017, alle spalle dell’irraggiungibile valore del 2003. In generale, gran parte del continente europeo ha visto il dominio di strutture anticicloniche accompagnate da aria decisamente calda, con le anomalie più evidenti in corrispondenza dei Paesi centro-orientali. Questa situazione ha dato origine a un mese di giugno nel suo complesso estremamente caldo in tutta Europa: secondo le elaborazioni del Copernicus Climate Change Service (C3S) si tratta del giugno in assoluto più caldo, con un’anomalia che sovrasta prepotentemente tutta la serie storica. Come se non bastasse, sempre secondo i dati C3S, il mese di giugno di quest’anno risulta in cima alla classifica dei più caldi anche a livello globale. Naturalmente la scarsità di precipitazioni è figlia di questa situazione.

Come già accennato, per l’Italia si tratta del giugno più siccitoso dalla fine degli anni ’50: le sei perturbazioni transitate sul nostro territorio sono state pressoché irrilevanti eccetto l’ultima che, il giorno 22, ha determinato l’unico evento significativo sulle regioni settentrionali dove si sono verificati locali nubifragi (100 mm in 2-3 ore con allagamenti nel nord Milanese), grandine e forti raffiche di vento (downburst) con danni e persone ferite in Emilia. A parte questa breve fase, il mese ha visto una generale drastica carenza di precipitazioni (circa un quarto rispetto alla norma) testimoniata anche dal numero di giorni piovosi che sono stati mediamente da 0 a 3 in gran parte del territorio, a parte locali eccezioni al Nord dove se ne conta qualcuno in più. In questo scenario si trovano molte aree caratterizzate da precipitazioni assenti o poco rilevanti: fra queste spiccano Genova, Venezia, Firenze, Perugia, Roma, Bari e Palermo. Le forti anomalie di giugno, naturalmente, si ripercuotono sull’andamento dall’inizio dell’anno che vede il ritorno di un segno positivo relativamente allo scarto della temperatura media (+0.4°C) e il ritorno del segno negativo (-4%) nel bilancio pluviometrico da gennaio.

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