31
Ago

Mitigazione e obiettivi generali: la prima giornata al negoziato di Bonn

Da Bonn, Federico Brocchieri e Francesco Capezzuoli.

Si è aperta questa mattina a Bonn l’ADP2.10, terzo negoziato intermedio dell’UNFCCC nel 2015 in vista della COP21 di Parigi. 

Scopo di questa sessione è di far registrare progressi sostanziali nella definizione dei testi che comporranno l’accordo di Parigi il prossimo dicembre. In particolare, le negoziazioni vertono sulla separazione dei paragrafi relativi ai vari elementi (mitigazione, adattamento, finanza…) nei due documenti che saranno prodotti dalla COP21:

  • l’Agreement (che verosimilmente assumerà la forma di un Protocollo), che racchiuderà gli impegni principali e le disposizioni durature (valide per tutto il periodo d’impegno);
  • la COP Decision, che accompagnerà l’Agreement includendo i dettagli d’implementazione degli impegni e le disposizioni aggiornabili, nonché le indicazioni per il periodo pre-2020.

Nella mattinata di oggi, la delegazione di Italian Climate Network ha seguito la sessione in cui si è discusso degli obiettivi generali (Section C – General/Objective). Si sono fin da subito registrate difficoltà nella definizione delle modalità di lavoro: se da un lato, infatti, le Parti sono sembrate concordi nel mantenere concisa la suddetta sezione, dall’altra alcuni hanno sottolineato il rischio di renderla troppo poco dettagliata.

Ciò ha aperto la discussione su possibili divergenze fra gli obiettivi specifici dell’Accordo e quelli generali definiti dal testo della Convenzione Quadro nel 1992: in particolare, Kuwait e Argentina si sono opposti all’inserimento di termini specifici che non fossero menzionati dalla Convenzione, quali l’espressione “climate-resilient“, mentre Bolivia e India hanno richiesto maggiore chiarezza sui principi alla base del concetto di “net-zero emissions”.

Nel pomeriggio, invece, a dominare la scena è stata la mitigazione (Section D).

In apertura, forte presa di posizione da parte di Cuba (seguita dal Brasile) in seguito all’invito da parte del Co-facilitatore di valutare congiuntamente la bozza di testo: “quando inizieremo a negoziare? Siamo preparati, vogliamo avere la possibilità di esprimere la nostra opinione sulla proposta di testo fornita prima della conferenza”.

Superata questa fase, i Paesi hanno dunque cominciato ad esprimere le proprie opinioni sulla bozza di testo preparata dai Co-chair: le Isole Marshall hanno richiesto la definizione di uno scenario delle emissioni per raggiungere l’obiettivo a lungo termine, così come regole di accounting ben definite onde evitare ambiguità nei meccanismi di mercato; la Malesia ha chiesto la definizione di impegni comuni e differenziati, questi ultimi regolati dal principio di responsabilità comuni ma differenziate (CBDR), aggiungendo come le tematiche trasversali attualmente presenti nella Mitigazione dovrebbero essere piuttosto spostate nella sezione Generale.

E’ questo il caso ad esempio degli obiettivi a lungo termine, che anche secondo gli Stati Uniti dovrebbero essere inclusi nella sezione Generale o nel Preambolo del testo. E se l’Unione Europea si è detta sorpresa di “un linguaggio troppo debole nel definire gli aspetti vincolanti”, la Nuova Zelanda ha richiesto la definizione di uno standard a cui i prossimi contributi nazionali volontari (INDCs) debbano adeguarsi. 

Parallelamente, dalla sessione che si è invece concentrata sul Preambolo del testo è emersa la forte richiesta da parte di Guatemala e Angola per l’inclusione del principio di equità intergenerazionale nell’accordo di Parigi. Nella frenesia delle prime ore, una nota certamente positiva. 

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