10
Nov

Si chiude la COY: un po’ di calore nel “gelo” di Varsavia

Si è conclusa oggi, dopo 4 giorni, la 9^ conferenza dei giovani dell’International Youth Climate Movement, che ha riunito i rappresentanti dei movimenti giovanili per il clima di tutto il mondo nell’evento che ormai da nove anni anticipa l’apertura della Conferenza delle Parti.

I primi due giorni sono stati dedicati ai workshop, con decine di seminari presentati. Tra questi, quello del nostro Federico Brocchieri sull’IPCC e il 5° Rapporto di Valutazione, il cui primo blocco (del WG I) è stato pubblicato a fine settembre. 

Sabato è stato invece il “Day of Action”: per alcune ore, i ragazzi si sono trasformati in corridori “green” e “black”, rappresentando rispettivamente i sostenitori dell’ambiente e i lobbisti del carbone, simulando una gara di velocità fra le due fazioni coordinata da un vero e proprio team cinematografico, che inserirà alcune delle clip all’interno di un film sulla COP19.

L’ultimo giorno, come da tradizione, si sono formati i vari working group sulle tematiche principali che verranno affrontate nel corso delle negoziazioni, fra cui  mitigazione, adattamento, loss & damage e intergenerational equity; quest’ultima, in particolare, costituirà quest’anno uno dei cavalli di battaglia nell’attività di lobby dei giovani, che reclamano a gran voce l’adozione di questo principio nel testo del nuovo accordo globale sul clima, che dovrà essere raggiunto entro il 2015 per rimpiazzare il Protocollo di Kyoto nel 2020. Nel corso della COY e dei giorni immediatamente precedenti, è stata preparata una lettera da inviare a tutti i negoziatori per chiederne il riconoscimento già a partire da quest’anno, inserendolo nel documento conclusivo della COP19.

Ma è un’altra lettera quella che ha destato più scalpore: quella inviata da YOUNGO (la costituency che riunisce tutti i movimenti giovanili per il clima alle negoziazioni dell’ONU) direttamente a Christiana Figueres, Segretario Esecutivo dell’UNFCCC, al fine di esprimere forte preoccupazione per la sua annunciata partecipazione (come key-note speaker) alla conferenza organizzata dalla World Coal Association proprio a Varsavia, proprio in concomitanza con la COP19.

 

Non si è fatta attendere la risposta della Figueres, che al contrario si è detta “rattristita” dal messaggio ricevuto, in quanto dopo anni di collaborazione reciproca si sarebbe aspettata una maggiore fiducia e comprensione, specialmente del fatto che non sia più possibile andare avanti da soli: “abbiamo bisogno di un coinvolgimento molto, molto più ampio; (…) in particolare, dobbiamo coinvolgere coloro che potrebbero o dovrebbero contribuire in maniera rilevante alle soluzioni”. Sembrano lontani anni luce i discorsi motivazionali e gli interventi di supporto nel corso delle COY da parte del Segretario Esecutivo; eppure, era solo un anno fa’ quando a Doha disse ai giovani di “arrabbiarsi”, anche, quando vedessero il loro futuro messo in pericolo.

Si apre dunque in un clima di insolita freddezza, lunedì, la conferenza che quest’anno ha ricevuto per la prima volta il supporto economico da parte di sponsor il cui rapporto con ambiente e clima è quantomeno discutibile. Fra questi spiccano ALSTOM Power, ArcelorMittal Poland, BMW Group, EMIRATES, General Motors Poland e LOTOS Group, i quali, oltre all’enorme opportunità di greenwashing, potranno approfittare di un accesso privilegiato alla conferenza. Porte aperte alle industrie inquinanti dunque, mentre le organizzazioni rappresentanti la società civile (ONG e movimenti per il clima) hanno subito una drastica riduzione degli accrediti loro assegnati, in molti casi risultati essere inferiori alla metà di quelli solitamente ricevuti.

Nei prossimi giorni, Italian Climate Network vi proporrà un rapporto dettagliato sugli sponsor della COP19 e sulle modalità in cui hanno contribuito alla sua realizzazione.

Nel frattempo, è salito ad oltre 10.000 il numero delle vittime causate dal tifone più intenso nella storia delle Filippine. E’ tempo di agire.

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