di Francesca Insabato

“Più alta è la posta in gioco, più occorre rischiare”: lo ha ricordato il premio Nobel per la pace Al Gore nel corso del suo intervento alla COP21 di Parigi. Specialmente quando questa posta in gioco comprende le sorti delle generazioni presenti e future ed i costi dell’inazione possono comprendere gravi conseguenze su scala locale e globale. Ma per il business e la finanza, però, il punto chiave è, invece, la gestione del rischio, per minimizzarlo.

per il business e la finanza il punto chiave è la gestione del rischio per minimizzarlo

È questa infatti una delle questioni di cui si è discusso anche ai margini dei negoziati di Parigi, con esponenti di istituzioni internazionali e panel intergovernativi sulla finanza: innovare i mercati finanziari, oggi, significa concepire una configurazione diversa per meccanismi di accesso al credito e strumenti per la gestione del “carbon risk”, ossia dei potenziali effetti che cambiamenti climatici ed utilizzo delle risorse naturali determinano sui mercati finanziari e sui flussi di capitale.Lo ha affermato Naoko Ishii, CEO della Global Environmental Facility, nel corso del side event del 9 dicembre scorso “Beyond Grants: Innovative  Blended Finance“, giungendo a conclusioni importanti: la nuova parola d’ordine per l’accesso ai mercati finanziari dev’essere “responsabilità”.

In particolare, un rappresentante dell’Energy Efficency Service Limited EESL, joint venture indiana ideata dal governo per finanziare progetti per l’efficienza energetica, ha sottolineato un concetto chiave: i mercati del futuro, così come singoli istituti finanziari, banche ed agenzie di credito, per risultare concorrenziali non potranno esimersi dall’assumere impegni stringenti in un’ottica di miglioramento continuo. Più sicurezza, maggiore tracciabilità e capacità di adattamento costante sono gli ingredienti per affrontare sfide in continua evoluzione. Ma, in primis, per affrontare i cambiamenti climatici è indispensabile collaborare.

L’importanza di ottenere un ampio coinvolgimento di ogni attore nazionale è infatti l’elemento che permea ogni aspetto trattato nel corso della COP21: lo ha ribadito la stessa Christiana Figueres, segretario esecutivo dell’UNFCCC, durante il briefing odierno che ha portato alla luce criticità e punti di forza del draft dell’accordo delle parti, dichiarando che “Un accordo è solo un accordo: abbiamo bisogno, insieme, di esporci. Un invito ad assumere responsabilità ed impegni condivisi in misura sempre maggiore che, nell’ambito della finanza, assume un significato particolarmente interessante: collaborare per puntare alto, cooperare per generare convergenza in termini di risorse. Maggiore è tale convergenza, maggiori possono essere le ambizioni”.

collaborare per puntare in alto, cooperare per generare convergenza in termini di risorse

Christiana Figueres 

Sulla stessa linea si pongono gli alti rappresentanti di diverse imprese ed istituti finanziari (Azori, Crédit Agricole) nonché Hugues Chenet, direttore esecutivo e cofondatore della seconda Investing Initiative e Jeffrey Swartz per la IETA (International Emissions Trading Association): per ottenere un risultato ambizioso, è necessario garantire la replicabilità di processi efficaci di espansione del credito e gestione del rischio in contesti micro e macroeconomici, promuovendo processi di armonizzazione e trasparenza. Con una chiara definizione, dunque, di ruoli e assunzione di responsabilità.

 

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