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Side Event – Società civile e adattamento: comunicare e partecipare con coraggio

di Domenico Vito

Come rendere comunicabili i contenuti scientifici a un pubblico di policy maker, amministratori pubblici e cittadini? Se ne è parlato a Parigi alla COP21, nel corso del side-event “Dalla scienza alle soluzioni: usi e strategie delle comunicazioni dell’IPCC in un mondo in cambiamento”. Le informazioni scientifiche alla base delle decisioni politiche sono un argomento di attualità durante le negoziazioni sui cambiamenti climatici. Alcuni degli eventi paralleli ai negoziati hanno avuto come tema i dati del Quinto Rapporto di Valutazione dell’IPCC, la più grande e comprensiva valutazione fatta dalla scienza sul tema dei cambiamenti climatici, del loro impatto, dei rischi connessi e delle opzioni per fronteggiarlo.

Alcuni soggetti, dai policy maker agli amministratori pubblici, sostengono che i prodotti dell’IPCC dovrebbero divenire più facilmente fruibili da parte dei non addetti ai lavori, anche per coinvolgere la società civile sulla tematica climate change.

Celia Blauel, vice-sindaco della città di Parigi ha portato l’esempio di come nella capitale francese si siano attuate azioni di coinvolgimento dei cittadini nelle politiche di adattamento ai cambiamenti climatici. Secondo Blauel, i dati presenti sull’IPCC devono tradursi in capacità decisionale per il politico. E’ questa l’importante funzione del rapporto IPCC-politica: orientare la scelta grazie al dato. Ma per raggiungere questo obiettivo, l’informazione deve essere accessibile: solo così sarà possibile coinvolgere anche la società civile nelle strategie di adattamento e rendere le politiche realmente efficaci.

Inoltre, anche in merito ai negoziaioni è opportuno che la società civile, nelle sue forme non sia esclusa: altrimenti il rischio è che tutta la discussione rimanga ai piani delle alte sfere decisionali di ministri e delegati. Sebbene, debbano esistere dei momenti in cui gli addetti ai lavori si debbano ritrovare e concentrare le energie per trovare soluzioni e proposte, è importante invece che in tutto il processo la partecipazione dei cittadini non venga a mancare.

Come emerso nell’evento finale della giornata sull’educazione “Innovative approaches for climate change learning” occorre informare ed educare i cittadini al cambiamento climatico.

Il cambiamento climatico deve essere elemento di cittadinanza, una cittadinanza globale capace di determinare opinioni, scelte e motivazioni verso una reale azione di adattamento al cambiamento. L’informazione e la trasmissione del dato scientifico emergente dai rapporti è elemento essenziale di questa nuova cittadinanza.

Nuovi modi di comunicare vanno quindi esplorati, non cedendo alla tentazione di chiudere il problema del cambiamento climatico nelle stanze arroccate di pochi specialisti. Questo sarebbe un errore, dato forse dalla paura di non riuscire ad arrivare ad un accordo e per le tante divergenze che la negoziazione sta dimostrando. Ma comunque un errore. E questa paura va vinta.

La COP21 rappresenta sotto diversi aspetti la conferenza delle parti del coraggio, da dimostrare da parte dei leader. Un coraggio profondo per una vera risposta globale collettiva al cambiamento climatico.Il coraggio può essere aiutato da una corretta informazione, quell’illuministico lume della ragione che insieme alle esperienze reali vissute dalle popolazioni possono portare alle decisioni più corrette, adatte al contesto, adatte al cambiamento.

E’ quello che attendiamo tutti oggi a Parigi, città dove paura speranza si sono mischiate nella recente attualità. E’ in questa Parigi che è possibile una svolta.

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