CLIMA: L’ANALISI DELL’ORGANIZZAZIONE METEOROLOGICA MONDIALE E I DATI CHIAVE DEL 2024
L’Organizzazione Meteorologica Mondiale ha pubblicato il suo rapporto State of the Climate 2024, che analizza il clima dello scorso anno confermando che il 2024 non è stato segnato solo dalle temperature record, ma anche da enormi sconvolgimenti economici e sociali causati da fenomeni meteorologici estremi. “I chiari segnali dei cambiamenti climatici indotti dall’uomo hanno raggiunto nuove vette – commenta l’Organizzazione in una nota -, con alcune conseguenze irreversibili nel giro di centinaia, se non migliaia, di anni”.
I punti chiave:
- I principali indicatori dei cambiamenti climatici hanno nuovamente raggiunto livelli record;
- Il riscaldamento a lungo termine (in media su decenni) rimane al di sotto di 1,5°C;
- L’innalzamento del livello del mare e il riscaldamento degli oceani saranno irreversibili per centinaia di anni;
- Le concentrazioni record di gas serra, combinate con El Niño e altri fattori, hanno determinato il caldo record del 2024;
- Gli avvisi tempestivi e i servizi climatici sono fondamentali per proteggere le comunità e le economie.
“Il nostro pianeta sta lanciando altri segnali di pericolo, ma questo rapporto dimostra che limitare l’aumento della temperatura globale a lungo termine a 1,5 gradi è ancora possibile. I leader devono fare un passo avanti per realizzarlo – cogliendo i benefici delle energie rinnovabili pulite e a basso costo per le loro popolazioni ed economie – con i nuovi piani nazionali per il clima previsti per quest’anno”.
António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite.
I dati principali del rapporto sullo stato del clima
Il rapporto sullo stato del clima globale dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale conferma un dato allarmante: il 2024 è probabilmente il primo anno solare in cui la temperatura media globale ha superato di oltre 1,5°C i livelli preindustriali, con un valore stimato di 1,55 ± 0,13°C rispetto alla media del periodo 1850-1900. Si tratta dell’anno più caldo mai registrato in 175 anni di osservazioni, un record che non arriva inaspettato ma che segna un nuovo punto critico nella crisi climatica.
Le analisi dell’OMM mettono in luce segnali inequivocabili del riscaldamento globale in atto. La concentrazione atmosferica di anidride carbonica ha raggiunto livelli mai visti negli ultimi 800.000 anni, mentre ogni singolo anno dell’ultimo decennio è stato più caldo del precedente. Gli oceani, che assorbono la maggior parte del calore intrappolato dai gas serra, continuano a registrare record su record per il loro contenuto di calore: gli ultimi otto anni sono stati i più caldi mai misurati per le acque del pianeta.
Anche le calotte polari e i ghiacciai stanno subendo trasformazioni senza precedenti. Negli ultimi 18 anni l’estensione minima del ghiaccio marino artico è stata ogni volta inferiore a qualsiasi altra misurazione precedente. Per l’Antartide la situazione non è migliore: negli ultimi tre anni sono stati registrati i tre valori più bassi mai osservati. La perdita di massa glaciale ha raggiunto livelli estremi, con il periodo 2022-2024 che segna la peggiore contrazione triennale mai documentata.
L’innalzamento del livello del mare è un altro fenomeno che accelera a un ritmo preoccupante. Dall’inizio delle misurazioni satellitari, la velocità con cui gli oceani si stanno espandendo è praticamente raddoppiata, con conseguenze devastanti per le comunità costiere e gli ecosistemi. Questi dati, uniti alla crescente frequenza e intensità di eventi estremi, mostrano chiaramente che i cambiamenti climatici non sono un problema del futuro, ma una crisi che si sta svolgendo ora, sotto i nostri occhi.
“Sebbene un solo anno di riscaldamento superiore a 1,5 °C non indichi che gli obiettivi di temperatura a lungo termine dell’Accordo di Parigi siano fuori portata, è un campanello d’allarme che ci avverte che stanno aumentando i rischi per le nostre vite, le nostre economie e il pianeta”.
Celeste Saulo, Segretaria generale dell’OMM.
Il rapporto dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale evidenzia che il riscaldamento globale a lungo termine è stimato tra 1,34 e 1,41 °C rispetto al periodo preindustriale 1850-1900, e sottolinea che ogni frazione di grado di aumento della temperatura conta, perché accresce i rischi e i costi per la società.
Le temperature record registrate nel 2023 e superate nel 2024 sono state principalmente causate dall’aumento delle emissioni di gas serra e dal passaggio da una fase di La Niña, che tende a raffreddare il clima, a una fase di El Niño, che lo riscalda. Altri fattori, come le variazioni del ciclo solare, un’eruzione vulcanica di grande entità e una riduzione degli aerosol raffreddanti, potrebbero aver contribuito all’inaspettato incremento delle temperature.
Ma le temperature sono solo una parte di un quadro molto più complesso.
Nel 2024 gli oceani hanno continuato a riscaldarsi, il livello del mare a salire e le parti ghiacciate della superficie terrestre, note come criosfera, a fondere a un ritmo preoccupante: i ghiacciai continuano a ritirarsi e l’estensione dei ghiacci marini antartici ha raggiunto il secondo valore più basso mai registrato. Intanto, eventi meteorologici estremi continuano a provocare gravi conseguenze in tutto il mondo.

Nel 2024 cicloni tropicali, alluvioni, siccità e altri disastri naturali hanno causato il numero più alto di nuovi sfollamenti degli ultimi 16 anni, peggiorando le crisi alimentari e generando ingenti perdite economiche. Di fronte a questa realtà, l’OMM e la comunità globale stanno intensificando gli sforzi per rafforzare i sistemi di allerta precoce e i servizi climatici, con l’obiettivo di migliorare la resilienza delle società agli eventi estremi. Nonostante i progressi, resta molto da fare: solo la metà dei Paesi del mondo dispone di sistemi di allerta adeguati, una situazione che deve cambiare rapidamente.
L’investimento in servizi meteorologici, idrici e climatici è cruciale per affrontare le sfide future e costruire comunità più sicure e resilienti, sottolineano gli esperti. Il rapporto, basato sui contributi scientifici dei servizi meteorologici e idrologici nazionali, dei centri climatici regionali dell’OMM, di partner dell’ONU e di decine di esperti, include approfondimenti sul monitoraggio delle temperature globali rispetto agli obiettivi dell’Accordo di Parigi e sull’analisi delle anomalie termiche registrate nel 2023 e nel 2024. Inoltre, presenta supplementi sui servizi climatici e sugli eventi meteorologici estremi.
Il rapporto può essere consultato a questo link.
Immagine di copertina: World Meteorological Organization