cop29
19
Nov

COP29 TRA SPERANZE PER NCQG E HARMONIYA PER AGRICOLTORI

  • Da Baku si ringrazia il G20 per la fiducia e le promesse: le trattative proseguono con un occhio sul Brasile.
  • Lanciata la piattaforma Harmoniya, oltre che con gli agricoltori, vuole parlare anche con la finanza.

«Ora ci concentriamo su cibo, acqua e agricoltura»… ma anche no, non subito, non solo. Con una rispettosa consapevolezza del peso che hanno nella lotta ai cambiamenti climatici questi temi, a cui è dedicato il secondo giorno della seconda settimana della COP29, prima si dovrebbe parlare di altro. E fortunatamente avviene, grazie alle domande extra che popolano la conferenza stampa ufficiale della presidenza. Le risposte meritano l’attenzione e le prime righe, per chi deve aggiornarsi sulla COP29 e sui destini di questo appuntamento sempre più vicino agli sgoccioli. Al tavolo, chiamato a rispondere alla stampa, c’era il negoziatore capo della COP29 Yalchin Rafiyev, che sperava di parlare subito e solo di agricoltura. Ecco cosa ha detto su tutt’altro.  

NCQG: «incoraggiante» il sostegno del G20 

Ringraziando i leader riuniti in Brasile per l’intenzione di accelerare la riforma dell’architettura finanziaria internazionale, Rafiyev ha parlato di un doppio segnale positivo: l’impegno per il successo dei negoziati della COP29 sui NCQG e la fiducia nei processi di UNFCCC. Lui lo ha preso come un incoraggiamento a dare un impulso alla governance in corso, a «tradurre la volontà politica in lavoro pratico». 

«Abbiamo un piano chiaro e solido», ha affermato il negoziatore capo mentre in sala si lavorava alla bozza di testo sul nuovo obiettivo di finanza climatica. «Abbiamo bisogno che tutti si concentrino e permettano un processo inclusivo e trasparente», ha aggiunto, perché «il risultato sarà buono solo se i partner ci aiuteranno a costruire soluzioni. Adesso chiediamo a tutti di essere all’altezza della situazione».

Poi passa dalla parte del “poliziotto buono” senza cambiare sedia, ma con tono e approccio più “dolci”. E spiega che, anche se «gli attuali finanziamenti per il clima non sono sufficienti e devono essere incrementati» ci sono diversi punti di vista al riguardo. Ma a suo avviso «sia che si tratti di un percorso negoziale, che di un processo di output e di un contributo da parte della comunità imprenditoriale, il coinvolgimento del settore privato è molto importante». 

Combustibili fossili e mitigazione 

Interrogato sulle modalità con cui si ha intenzione garantire che l’eliminazione graduale dei combustibili fossili venga inserita nel testo finale, Rafiyev ha sviato, pur spiegando che «per la presidenza della COP29 è una delle priorità più importanti, assieme all’ottenimento di risultati sulla mitigazione». «Siamo consapevoli che l’attuazione del Global Stocktake è un’importante aspettativa per la COP29» ha assicurato. 

Una sorta di “mi rendo conto” che non aggiunge nulla, mentre il tempo avanza. E Rafiyev, a poco più di 3 giorni dal termine (teorico) delle due settimane di lavori, vuole parlare di agricoltura. Perché «è urgente oggi aiutare i settori agricoli ad adattarsi al riscaldamento del clima», motivo per cui è stata lanciata la Baku Harmoniya Climate Initiative for Farmers

Nella complessa trattativa, arriva Harmoniya

Disegnata per fornire agli agricoltori gli strumenti per affrontare i cambiamenti climatici, questa piattaforma si concentra sulla condivisione delle conoscenze, sulla facilitazione dei finanziamenti per il clima e sulla risoluzione delle sfide degli agricoltori di diversi Paesi e contesti.
«Vuol essere un inizio, un’iniziativa che continua da una COP all’altra, creando uno slancio per garantire che i Paesi incorporino pienamente l’ambizione sui sistemi agricoli e alimentari nella prossima generazione di NDC, l’NDC 3.0 – ha raccontato – perché solo così saranno in grado di raggiungere l’ambizione richiesta dall’Accordo di Parigi». 

Cogliere “tutto il metano che c’è” 

Harmoniya coinvolgerà anche le istituzioni finanziarie, stilando linee guida accessibili agli agricoltori finalizzate a garantire loro concreti profitti. «Pur focalizzandoci sulla resilienza, siamo anche impegnati a cogliere ogni opportunità di mitigazione, in particolare sul metano» ha precisato il capo negoziatore, spiegando che «per rispettare gli impegni presi nelle precedenti COP, dobbiamo prendere in considerazione tutte le principali fonti di emissioni di metano, compresi i combustibili fossili, l’agricoltura e i rifiuti organici».

Ha ricordato la COP28, con i suoi «importanti progressi sulle emissioni di metano derivanti dai combustibili fossili» e l’impegno preso da oltre 50 aziende nel raggiungere emissioni di metano prossime allo zero. Un flashback funzionale ad annunciare la Dichiarazione della COP29 sulla riduzione del metano dai rifiuti organici che impegna i Paesi a creare obiettivi settoriali sui rifiuti alimentari nell’ambito delle future NPC.

«A partire da questa mattina più di 30 Paesi, che rappresentano quasi il 50% delle emissioni globali di metano da rifiuti organici, hanno approvato la dichiarazione. Tra questi, 8 dei 10 maggiori emettitori di metano da rifiuti organici al mondo» ha spiegato il leader dei negoziatori, assicurando che non è finita qui. È solo una parte di un pacchetto più ampio che si sta creando per promuovere la mitigazione spaziando tra stoccaggio dell’energia, corridoi energetici verdi, idrogeno, digitalizzazione, città e turismo. 

Benvenuti in Azerbaijan, in transizione 

Il secondo pilota dell’affondo a tema agricolo proposto dalla COP29 martedì 19 novembre è stato il Ministro dell’Agricoltura dell’Azerbaigian Majnun Mammadov. Nel suo intervento ha insistito sul ruolo di ponte tra nazioni che a suo avviso il Paese sta svolgendo, «favorendo il dialogo e la collaborazione». Sempre a suo parere, l’Azerbaigian sta velocemente puntando sulla massima sostenibilità ambientale. 

«Entro il 2030 contiamo di soddisfare il 30 per cento del nostro fabbisogno energetico attraverso le energie rinnovabili e a promuovere le innovazioni, creando sinergie tra agricoltura e transizione energetica» ha spiegato, concentrandosi poi sulla “sua” agricoltura. Un settore che fa da co-traino, oltre alla transizione energetica, anche alla emancipazione in termini di equità di genere e di età. «Registriamo una crescente partecipazione delle donne agricoltrici, stiamo dando forte priorità anche al coinvolgimento dei giovani. Il rafforzamento delle capacità delle risorse umane, la promozione della ricerca e dell’innovazione, il miglioramento dei sistemi di gestione delle acque sono le nostre proprietà e lo resteranno nei prossimi anni». Anche senza le luci della COP29 puntate addosso? 

Articolo a cura di Marta Abbà, delegata di Italian Climate Network alla COP29 di Baku

Immagine di copertina: UN Climate Change – Kiara Worth

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