COP30, PRENDE FORMA L’AGENDA DELLA PRESIDENZA BRASILIANA
Quest’anno la presidenza brasiliana di COP30 ha pubblicato tre lettere aperte per definire quali saranno i punti chiave della prossima COP, o meglio, quelli su cui intende puntare di più durante la settimana politica. I punti evidenziati sono 5:
- la giusta transizione,
- la roadmap Baku-to-Belém,
- il Global Goal on Adaptation (GGA),
- il dialogo degli Emirati Arabi Uniti sul Global Stocktake,
- il Mitigation Work Programme.
Le discussioni sulla giusta transizione, il dialogo EAU e il Mitigation Work Programme erano tutte state interrotte a COP29 per le difficoltà di trovare un accordo, e dovranno quindi essere riprese ai negoziati intermedi di Bonn per poter arrivare a delle conclusioni a COP30.
Foto: Isabela Castilho | COP30 Brasil Amazonia
La giusta transizione, con ogni probabilità, sarà il nodo più spinto dalla presidenza. Pur essendo un tema ancora giovane nel negoziato, è già centrale: è entrata formalmente nel linguaggio negoziale con la COP26, ma si è rapidamente imposta come una delle chiavi per dare legittimità e concretezza alla transizione energetica.
A COP29 il dibattito si era concentrato su come rendere giusta la mitigazione, ma si era arenato sulla questione della finanza – chi paga, quanto, come, con quali garanzie – sbloccata solo in extremis alla fine della conferenza.
Quest’anno ci si vuole concentrare anche sull’adattamento, per molti Stati tema chiave del prossimo decennio: dovremo adattarci a un clima che cambia, senza aumentare le disuguaglianze sociali, senza lasciare indietro nessuna comunità.
Il dialogo EAU – United Arab Emirates dialogue on implementing the global stocktake outcomes – si occupa di definire come integrare i risultati del primo Global Stocktake nei nuovi NDC (contributi determinati a livello nazionale), trasformando il bilancio in azione. L’obiettivo infatti è quello di integrare in modo coerente le raccomandazioni del GST nei nuovi piani nazionali, colmando il divario tra ambizione e realtà. Una bozza finale dovrebbe essere pronta per COP30 (a COP29 ci eravamo lasciati a questo punto).
Il Mitigation Work Programme, lanciato a Glasgow nel 2021 per intensificare l’azione climatica prima del 2030, dovrebbe riprendere vigore dopo lo stallo di Baku. I negoziati intermedi di giugno dovrebbero dare una spinta ai lavori, con l’obiettivo di arrivare a Belém con un testo solido su cui negoziare.
La Roadmap Baku-to-Belém, è il percorso che dovrebbe portarci a centrare il nuovo obiettivo collettivo quantificato sulla finanza climatica (NCQG), secondo cui entro il 2035 deve essere stanziata una quota di almeno 1.300 miliardi di dollari all’anno verso i Paesi considerati in via di sviluppo. I contributi sono arrivati durante le ultime settimane: in questi giorni a Bonn ci saranno delle consultazioni e poi verrà redatto un report per COP30.
L’adattamento ai cambiamenti climatici, infine, è il tema chiave di quest’anno e avrà un ruolo centrale a COP30. In particolare sotto i riflettori ci sarà il Global Goal on Adaptation (GGA): parte integrante dell’Accordo di Parigi fin dal 2015 ma finora poco definito, deve essere trasformato in un framework operativo, con obiettivi quantificabili e misurabili, e con indicazioni chiare relative alla mobilitazione della finanza climatica. Nell’ultimo anno il segretariato ha ridotto l’enorme numero iniziale di proposte di indicatori (oltre 9000) a 490, ma c’è ancora molto da fare: l’obiettivo è quello di scendere a circa 100 indicatori entro COP30. Il lavoro resta complesso: gli indicatori devono essere globali, ma serve tenere conto delle caratteristiche e vulnerabilità diverse di ogni territorio.
Non ultimo, la presidenza brasiliana ha lanciato due iniziative, solo in apparenza parallele al negoziato formale ma dal forte valore politico: il “mutirão” globale, ossia l’invito ad una grande mobilitazione della società civile globale sul clima per sostenere l’ambizione di COP30 (mutirão, in portoghese, significa appunto azione comune, campagna) e, prima volta dai tempi del Summit di Rio del 1992, una piattaforma di coordinamento tra le tre COP clima, biodiversità e desertificazione, calcando simbolicamente lo storico ritorno in Brasile del processo multilaterale.
Articolo a cura di Anna Pelicci, capa delegazione di Italian Climate Network ai negoziati di Bonn SB62.
Immagine di copertina: Rafa Neddermeyer/COP30 Brasil Amazônia/PR