COME FAR FUNZIONARE IL DIALOGO SUL GLOBAL STOCKTAKE
- Il dialogo UAE alla COP29 mira a tradurre il Global Stocktake in azioni climatiche nazionali concrete.
- Il ruolo della finanza climatica è cruciale per sostenere mitigazione e adattamento nei Paesi in via di sviluppo.
- Le modalità di attuazione includono incontri annuali, co-facilitatori e report per monitorare i progressi GST.
Alla COP28 dell’anno scorso era stato lanciato un nuovo strumento di cooperazione, il dialogo sui risultati del Global Stocktake (identificato anche come GST, il bilancio dei progressi compiuti dalle nazioni verso il raggiungimento dell’Accordo di Parigi).
Questa piattaforma di confronto tra i Paesi resterà attiva fino alla COP30 del 2025, con l’obiettivo di tradurre le valutazioni globali del 2023 in azioni nazionali concrete per accelerare l’implementazione degli obiettivi climatici. In questo contesto, il Comitato Sussidiario per l’Attuazione (SBI) è stato incaricato di stabilire le modalità del dialogo, che verranno approvate o respinte alla COP29, in corso questa settimana a Baku.
Se verranno approvate il processo potrà ufficialmente prendere il via e proseguirà fino al 2028, anno della COP33 in cui si terrà il secondo Global Stocktake. L’intento è di creare un meccanismo (basato sul confronto) di monitoraggio e azione che assicuri il rispetto degli impegni climatici presi nel contesto del GST, promuovendo il coordinamento su finanza climatica, adattamento, mitigazione e sui migliori strumenti per sostenere i Paesi in via di sviluppo. Il testo su cui si sta lavorando è consultabile tramite questo link.
L’importanza della finanza climatica
La finanza climatica è uno degli elementi chiave del dialogo, specie per quanto riguarda i fondi necessari a portare avanti misure di mitigazione e adattamento dei Paesi in via di sviluppo.
Al primo giorno di COP29 la plenaria è stata bloccata proprio dal disaccordo degli Stati su questo punto, come abbiamo raccontato in questo articolo. Alcuni Paesi, in particolare i Paesi in via di sviluppo, sostengono che il nuovo strumento di dialogo debba concentrarsi principalmente sui finanziamenti per il clima. Il loro ragionamento deriva dalla collocazione dei paragrafi che istituiscono il dialogo all’interno di una sezione sulle finanze nel testo della decisione. Essi sottolineano l’urgente necessità che i Paesi sviluppati rispettino i loro impegni finanziari per sostenere i Paesi in via di sviluppo nell’attuazione delle loro azioni per il clima.
Altre Parti invece, tra cui l’UE, sostengono che il dialogo debba comprendere tutti gli aspetti dei risultati del GST, non solo quelli finanziari. Secondo queste delegazioni un approccio olistico è essenziale per affrontare efficacemente la crisi climatica e raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. In maniera, appunto, più bilanciata. Quelle stesse delegazioni, in primis quella europea, esprimono inoltre preoccupazione per i tentativi di limitare la portata del dialogo al solo tema dei soldi, suggerendo che ciò potrebbe comprometterne l’efficacia.
Modalità di Attuazione
Le modalità di attuazione del dialogo sui risultati del Global Stocktake sono articolate in vari punti:
1. Struttura organizzativa: si propone una co-facilitazione tra rappresentanti di Paesi sviluppati e in via di sviluppo e una partecipazione aperta a osservatori non governativi e gruppi vulnerabili. Il Gruppo 77 (formato principalmente da Paesi in via di sviluppo) e la Cina chiedono che il dialogo avvenga in “modi creativi e interattivi” per incoraggiare uno scambio dinamico di idee.
2. Tempistiche: si prospettano incontri annuali che potrebbero tenersi durante o prima i negoziati intermedi di giugno, con una durata complessiva del dialogo dal 2024 al 2028 per allinearsi con il ciclo del GST. L’Alleanza dei piccoli Stati Insulari e la Norvegia chiedono di evitare sovrapposizioni con il processo di redazione del secondo Global Stocktake (GST2) tra 2026 e 2028, mentre l’UE e il Gruppo Africano propongono una chiusura nel 2028.
3. Output: è prevista la redazione di report annuali per monitorare i progressi sui finanziamenti e sugli impegni legati al GST, con un rapporto di sintesi finale che raccolga obiettivi e raccomandazioni per l’implementazione. I contributi includeranno dati provenienti da rapporti IPCC, report nazionali e contributi di stakeholder non governativi.
Strumenti di implementazione e sfide aperte
La nuova piattaforma mira a garantire supporto attraverso finanza, trasferimento tecnologico e sviluppo delle capacità, rispondendo in particolare ai bisogni dei Paesi in via di sviluppo. Si discute della necessità di una mappatura dei flussi finanziari dal Nord al Sud globale per assicurare trasparenza, accessibilità e rispondenza ai principi della Convenzione e dell’Accordo di Parigi. Un tema delicato in questo senso è rappresentato dal nuovo Fondo per Perdite e Danni, che il gruppo G77 vorrebbe vedere integrato nella conversazione sulle risorse, secondo lo stesso approccio negoziale che nella loro intenzione dovrebbe portare la stessa finanza per Perdite e Danni a far parte del nuovo obiettivo finanziario globale. I Paesi industrializzati sottolineano però che l’articolo 9 dell’Accordo di Parigi – che scandisce le regole minime per la mobilitazione finanziaria sotto l’Accordo di Parigi e quindi anche i principi-guida del nuovo obiettivo globale su cui si sta faticosamente negoziando proprio in questi giorni a Baku – fa riferimento solo a mitigazione e adattamento, e sostengono che il Fondo per Perdite e Danni dovrebbe essere affrontato come questione separata.
Rimane inoltre aperta la questione dei contributori: alcuni Paesi richiedono un ampliamento rispetto al gruppo degli Stati considerati più sviluppati, identificato nel famoso Allegato I alla Convenzione nell’ormai lontano 1992, sollevando una questione spinosa soprattutto, per ovvi motivi emissivi, per la delegazione cinese.
Prossime sfide: come risponderà la COP29?
Le modalità di implementazione del dialogo verranno adottate o nuovamente rimandate? Come si coordinerà con altri programmi di lavoro, come quello sulla giusta transizione? E, soprattutto, quali risultati concreti potrà produrre per l’implementazione degli obiettivi del GST?
Le risposte a queste domande definiranno la direzione e il potenziale impatto di questo strumento pensato per potenziare il Global Stocktake.
Articolo a cura della capa delegazione di Italian Climate Network a COP29, Anna Pelicci
Immagine di copertina: foto di Anna Pelicci