07
Nov

Cambiamenti climatici e cambiamenti fiscali

Cambiamenti climatici e cambiamenti fiscali: come la riforma fiscale può agevolare la lotta al global warming

di Vallimberti Diego

 

L’ultimo rapporto IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change),  appena pubblicato, ha confermato le conoscenze sul tema dei cambiamenti climatici, ribadendo la solidità della scienza del clima, la portata delle variazioni climatiche avvenute in passato e quelle previste nel futuro.

In definitiva quindi non c’è nessuno sconvolgimento, ma solo ulteriori evidenze scientifiche che rafforzano e confermano i dati sui cambiamenti climatici frutto di una serie di osservazioni e modelli matematici di nuova generazione. La tesi della comunità scientifica internazionale è che la causa dominante del riscaldamento osservato fin dalla metà del secolo scorso è, con estrema probabilità, costituita dalle attività antropiche. Quindi, finalmente la società intera può rendersi consapevole delle proprie responsabilità e nessuno di noi ha più alibi per nascondersi dietro chissà quali convinzioni pseudo-scientifiche.
Tali evidenze si scontrano però con quelle economiche:  la società è in preda ad una crisi finanziaria di difficile risoluzione. Come uscire da questa grave empasse coniugando lo sviluppo dell’economia con la tutela ambientale e la lotta ai cambiamenti climatici?

In un mondo dove la popolazione e la conseguente domanda di acqua ed energia sono in continua crescita (saremo 9 miliardi nel 2050), sarà sempre più necessaria la tutela dello stock di risorse naturali del pianeta come elemento di regolazione del clima globale. La risposta, quindi, sta nel disaccoppiamento tra crescita e benessere economico attraverso l’identificazione delle esternalità ambientali.
Per questo si pone la necessità di una “Green Fiscal Reform”, attraverso una ristrutturazione dell’imposizione fiscale esistente considerando gli impatti ambientali, attraverso l’introduzione di nuove tasse o tariffe e, infine, con l’eliminazione di sussidi dannosi per l’ambiente  in favore dell’introduzione di sussidi pro-ambiente.

Il caso più emblematico in proposito è il caso dei sussidi ai combustibili fossili. Come indicato nel rapporto “Green Growth Studies: Energy”  dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD), nel 2009 la dipendenza dai combustibili fossili del sistema energetico mondiale ha prodotto l’84% delle emissioni di gas a effetto serra. Questi sussidi rappresentano inoltre un costo per i contribuenti, unitamente al fatto che i nuclei familiari più poveri rischiano di beneficiarne in minor misura rispetto ai nuclei familiari a reddito più elevato a causa del loro livello di consumo inferiore (World Bank IEG, 2008).

I benefici ambientali delle riforme ai sistemi di incentivazione per i combustibili fossili sono evidenti: l’OECD stima che la loro rimozione condurrebbe ad una riduzione del 6% delle emissioni dei gas serra nel 2050 con riferimento ad uno scenario business-as-usual (OECD 2011). L’attuazione delle riforme ai sistemi di incentivazione in vigore favorisce inoltre l’efficienza economica ed energetica e potrebbe migliorare l’equilibrio fiscale, rendendo anche disponibili risorse utilizzabili per sostenere altre fonti energetiche, ad esempio di tipo rinnovabile. Occorre che le fonti energetiche più inquinanti siano rese più costose rispetto a quelle rinnovabili, procedendo alla graduale rimozione degli incentivi alla loro produzione e consumo.
L’ EEA (European Energy Agency), ad esempio, ha presentato la sintesi di alcuni studi effettuati su Paesi europei (tra cui l’Italia) in termini di fiscalità e tassazione ambientale. Per mostrare i risultati degli studi effettuati,  l’EEA  ha già organizzato alcuni workshop con i rappresentanti governativi, fornendo anche delle proposte di introduzione/modifiche di tassazione in ottica ambientale che con interventi semplici poterebbero a significativi miglioramenti di performance.

 

Dunque, la tutela ambientale e la lotta ai cambiamenti climatici passano anche attraverso una riforma fiscale“green” e  gli strumenti operativi sono già pronti per l’uso. È giunto il momento di agire!

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