19
Nov

COP23: “Siamo tutti nella stessa canoa”

di Rachele Rizzo e Riccardo Testolin – 

“Siamo tutti nella stessa canoa, simbolo del viaggio che dobbiamo fare insieme. Quindi, distinti delegati, rimaniamo in corsa e raggiungiamo la nostra destinazione!” Questo è l’appello che il primo ministro delle isole Figi, presidente della 23esima Conferenza delle Parti (COP23) ha lanciato più volte rivolgendosi all’assemblea plenaria.

A riprova della determinazione del primo ministro Bainimarama a raggiungere un accordo, le negoziazioni si sono protratte fino alle 7 del mattino di sabato 18 novembre, quando l’assemblea plenaria ha finalmente approvato le conclusioni di questa COP. Nei giorni immediatamente precedenti, i negoziati avevano subito uno stallo a causa della difficoltà per le Parti nel raggiungere il consenso su alcune questioni legate agli aspetti finanziari dell’Accordo di Parigi. Ciò ha provocato innumerevoli rinvii dell’approvazione finale, poi accolta tra gli applausi dei delegati.

Nonostante i numerosi ostacoli, questa COP del Pacifico è riuscita a portare a casa importanti risultati.Il primo è l’accordo sul periodo pre-2020, la seconda fase del Protocollo di Kyoto sulla riduzione delle emissioni, che ha visto l’impegno da parte di diversi Paesi a procedere alla sua ratifica. La seconda buona notizia è la definizione delle modalità del Talanoa Dialogue e il suo avvio a gennaio 2018. Il concetto di dialogo Talanoa deriva dalla tradizione politica figiana orientata allo svolgimento di un processo decisionale equo e giusto, che porti anche ad una maggiore comprensione comune. Lo scopo di questo dialogo facilitativo è quello di aumentare le ambizioni dei Paesi sulla riduzione delle emissioni di gas serra in vista del Global Stocktake del 2020, anno in cui i contributi nazionali volontari (NDCs) verranno aggiornati al rialzo per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Un’altra importante notizia è il lancio dell’alleanza globale per lo stop al carbone, di cui l’Italia è tra i primi venti firmatari assieme a Messico e Canada. Questa alleanza è il simbolo dell’isolamento politico degli Stati Uniti in materia di clima ed un messaggio chiaro dai paesi vicini e dagli alleati. In più occasioni i leader Europei e la Cina hanno infatti definito l’accordo di Parigi come “non negoziabile” e “irreversibile”, sottolineando quindi il proprio distacco dalla presidenza USA.

Infine, la COP23 verrà ricordata per le conquiste nel campo dell’agricoltura, per l’avvio della Piattaforma delle Comunità Locali e dei Popoli Indigeni e per il lancio del Gender Action Plan, presentato durante gli interventi conclusivi della conferenza dalla nostra delegata Chiara Soletti, chiamata a rappresentare la Women and Gender Constituency.

Più difficile, invece, il confronto sulla Finanza Climatica: per quanto riguarda il fondo per l’Adattamento e il meccanismo di compensazione del Loss and Damage, è stata aperta la strada a nuove consultazioni per trovare un punto d’incontro tra Paesi industrializzati e in via di sviluppo. Sebbene questa COP sia stata cruciale per la definizione delle regole dei principali tavoli negoziali, non tutte le Parti sono soddisfatte dei risultati e sperano in un maggiore impegno da qui alla COP24 in Polonia a Katowice. Nel corso della plenaria finale diversi gruppi di paesi in via di sviluppo si sono espressi in favore di maggiori impegni da parte del “Primo Mondo”. Il gruppo BASIC (Brasile, Sudafrica, Cina e India) è stato il più critico sul tema della finanza, accusando i Paesi industrializzati di imporre unilateralmente le proprie condizioni e ricordando che i Paesi del Gruppo stanno facendo più di quanto richiesto dalle loro responsabilità storiche.

Non si può, inoltre, non parlare del ruolo di leadership esercitato dalla società civile, che con presentazioni, stand, tecnologie e progetti ha dimostrato che il mondo sta già cambiando. Il prossimo appuntamento climatico si terrà il 12 dicembre a Parigi, a due anni dalla firma dell’accordo, come segnale politico che il sostegno per il processo è ancora forte e presente.

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