Cronache da Bonn: alti e bassi nel negoziato intermedio sul clima
(di Gabriele Messori per Italian Climate Network)
Si è chiusa nella serata di Venerdì 14 Marzo a Bonn, in Germania, la quarta parte della seconda sessione del gruppo di lavoro sulla Piattaforma di Durban (Ad Hoc Working Group on the Durban Platform for Enhanced Action, ADP 2-4). L’incontro ha affrontato sia l’innalzamento dei livelli di ambizione per il Secondo Periodo d’Impegno (CP2) del Protocollo di Kyoto, sia lo sviluppo del nuovo trattato globale sul clima, da firmare entro il 2015 e la cui entrata in vigore è prevista per il 2020.
Le negoziazioni sono durate per una settimana, ed hanno toccato diverse tematiche. Particolarmente degno di nota è stato lo scontro sulle modalità di negoziazione. Attualmente, l’ADP opera mediante consultazioni informali; un’ampia coalizione di paesi ha chiesto invece l’istituzione di un gruppo di discussione formale (Contact Group), con l’idea che questo possa dare un impulso positivo alle negoziazioni. Nonostante l’aperta opposizione dell’UE, la mozione è stata approvata: pertanto, a partire dal prossimo incontro l’ADP opererà come un singolo Contact Group.
Un’altra discussione ha riguardato i contributi nazionali (Intended Nationally Determined Contributions). Questi sono i piani che i singoli paesi dovranno implementare nell’ambito del nuovo trattato globale in discussione, del quale dovrebbero formare una parte sostanziale: attualmente, le posizioni sono ancora distanti sulla forma che questi contributi dovranno assumere. Il Brasile, ad esempio, vuole che i contributi includano diversi aspetti delle politiche ambientali, includendo sia mitigazione che adattamento; altri invece chiedono che ci si concentri solo sull’adattamento.
Una parte dei paesi industrializzati, in primis gli Stati Uniti, si oppongono all’idea di fornire aiuti a lungo termine per l’implementazione di politiche nazionali a favore di quelli in via di sviluppo, scontrandosi con le aspettative di questi ultimi i quali esigono un forte sostegno finanziario da parte dei paesi industrializzati.
Passando ad una nota positiva, si sono registrati sviluppi incoraggianti per l’aumento dei livelli di ambizione relativi ai target di riduzione delle emissioni nel CP2: per la prima volta, a Bonn si sono avuti tavoli tecnici dove esperti nei settori dell’efficenza energetica e delle energie rinnovabili hanno condiviso le migliori prassi con i rappresentanti nazionali. Questi tavoli hanno ricevuto un plauso trasversale, con critiche da un numero molto ridotto di paesi.
Alti e bassi, dunque, al negoziato intermedio di Bonn: i principali nodi procedurali sembrano sciolti, ed i tavoli tecnici hanno avuto un avvio incoraggiante. La strada verso Parigi (COP21, 2015), però, è ancora lunga.