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Nov

Decreto Clima: non e’ l’inizio di un Green New Deal

Approvato al Senato il Decreto Clima. Per Italian Climate Nework è un decreto privo di gambe ed assolutamente inadatto ad affrontare la crisi climatica in Italia.  La presidente Serena Giacomin “sbagliato parlare di inizio di Green New Deal”

Milano, 22 Novembre – Si è dato l’appellativo di Decreto Clima a un Decreto, passato ieri in Senato e in attesa di essere votato alla Camera,  che di clima ha poco e nulla. Il testo votato con 136 “si” a Palazzo Madama è nei fatti un decreto emergenziale che serve come reazione alle procedure di infrazione sulla qualità dell’aria. Sebbene sia un segnale positivo da parte del Governo, le misure adottate “per il clima” rimangono limitate ad incentivi per il rinnovo del parco auto e al supporto per l’acquisto di  o abbonamenti per il trasporto pubblico nelle aree metropolitane o sotto infrazione per aver superato i limiti dell’inquinamento atmosferico. Misure sicuramente utili – ma non trasformative – per migliorare la qualità dell’aria.

Ma per il clima questo testo ha davvero un impatto? Sarebbe il caso qualora tutti cittadini sostituissero i propri mezzi privati con abbonamenti a mezzi pubblici o andando i bici. Ma difficilmente ciò avverrà dato lo stato in cui versano molti sistemi pubblici di trasporto, sia nelle grandi città come Roma o Napoli che nelle aree suburbane, che incentivano poco a rottamare l’auto per il treno o bus.

Questo Decreto, che Italian Climate Network, riconosce avere una cornice di bilancio ben precisa e ben definita, perde tuttavia l’occasione di pianificare attraverso ‘articoli di indirizzo e programmazione’ la futura attività necessaria per stabilire ed implementare una vera ed efficace politica climatica nel nostro Paese.

«Impiegare slogan roboanti, efficaci solo in apparenza, non significa dare risposte ai cittadini che chiedono di mettere in sicurezza i territori, di proteggere la propria salute e di creare una transizione giusta verso un’economia prospera a basse emissioni» spiega la Presidente di Italian Climate Network, Serena Giacomin. «E’ sbagliato parlare di Green New Deal. Il governo ha solo mostrato l’intenzione di voler agire nella giusta direzione, ma non ha preso misure di larga scala. Non esiste né strategia, né lungimiranza. Franklin Delano Roosevelt rabbrividirebbe al pensiero di vedere storpiato il suo colossale piano New Deal per il rilancio sociale ed economico  dell’America per un paio di misure spot».

Per Italian Climate Network il Governo e il Parlamento hanno dimostrato paura e insicurezza. Basti notare la scomparsa dell’emendamento sussidi dal testo votato in Senato. Tra i vari emendamenti approvati in Commissione Ambiente vi era infatti l’istituzione di un Programma  per l’eliminazione progressiva dei sussidi ambientalmente dannosi, che prevedesse anche misure di compensazioni (un punto che Italian Climate Network aveva sollevato anche durante le audizioni in Comm. Ambiente al Senato in merito a questo Decreto, ndr). Un programma presupporrebbe un periodo di azione ampio, con concertazione con le associazioni di categoria e con le imprese. Dopotutto se l’obiettivo comune degli italiani è ridurre le emissioni di gas serra, agire sui sussidi in maniera graduale  è un elemento centrale per una strategia coerente e omnicomprensiva. Eppure, a seguito di pressioni e rimostranze di alcune categorie di settore, la politica ha deciso di rinunciare al suo ruolo: quello di discutere e confrontarsi per prendere le decisioni, gestendo il dissenso, e trovando soluzioni ottimali, condivise e altruiste.

«Si è deciso invece di fare un passo indietro bocciando l’emendamento e rimandando sine die la discussione. Un peccato, perchè come riportato sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, tali sussidi pesano per oltre 19 Miliardi di Euro: in ottica di riduzione progressiva degli stessi queste risorse economiche potrebbero essere impiegate per finanziare la transizione verso un’economia prospera e sostenibile», dichiara Serena Giacomin.

Cosa resta allora di questo decantato Green New Deal? Molto poco. Se non si è in grado di porre le fondamenta per discussioni mature “da adulti” su argomenti chiave come i sussidi per le fossili o il disinvestimento nel carbone, petrolio e gas, strategie economiche per altro sostenute da una parte del mondo finanziario internazionale e recentemente dalla stessa European investment Bank, significa non capire le traiettorie macroeconomiche globali e le strategie fondamentali per poter fregiare un decreto con il titolo di Decreto Clima. Italian Climate Network prende atto delle buone intenzioni del governo sul tema clima, ma attende che venga proposto un reale inquadramento economico, coraggioso, da realizzare con una nuova proposta legislativa da presentare nel 2020 e attraverso importanti decisioni all’interno della Legge di Bilancio in discussione proprio in questi giorni.


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