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Apr

Energia sostenibile per tutti: quante emissioni?

 Il 13 marzo scorso a Venezia si è parlato di energia sostenibile per tutti alla IV Conferenza Internazionale ENERGYTHINK promossa da Eni e Legambiente in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari Venezia in occasione dell’Anno internazionale dell’energia sostenibile per tutti.

Al centro dell’incontro la Lectio Magistralis tenuta da Fatih Birol, direttore degli Studi economici dell’IEA e responsabile dell’IEA World Energy Outlook, pubblicazione faro dell’Agenzia. Secondo Birol per realizzare il traguardo del raggiungimento dell’accesso universale all’energia entro il 2030 sono necessarie più risorse finanziarie e  tutte le fonti di energia avranno un ruolo da giocare: le fonti rinnovabili rappresentano la soluzione migliore per raggiungere tutte quelle persone che oggi non hanno accesso all’energia e che vivono nelle zone rurali, ma Birol ha anche ricordato l’importanza delle fonti fossili (gas naturale e carbone) nelle aree urbane.

Quali potrebbero essere le conseguenze dal punto di vista delle emissioni globali di gas serra? Secondo lo scenario analizzato dall’IEA, la domanda mondiale di combustibili fossili e le correlate emissioni di CO2 aumenterebbero meno dell’1%, una crescita trascurabile in rapporto al contributo allo sviluppo che ne deriverebbe. Questo perché, ha spiegato Birol, “non si tratta di portare di colpo queste popolazioni ad uno stile di vita occidentale, ma di consentire un livello minimo di energia tale da farle uscire dall’indigenza: dato che i loro consumi sarebbero bassissimi, le emissioni globali aumenterebbero soltanto dello 0,6%”. A nostro avviso questo aumento di emissioni di gas serra a livello globale potrebbe essere compensato in vari modi, ad es. da una parallela riduzione delle emissioni da parte dei Paesi Sviluppati oppure dall’aumento dell’efficienza energetica nei Paesi emergenti. Infatti,come ha sottolineato Birol stesso, l’enorme sfida che il mondo deve affrontare non è legata solo alla necessità di portare energia alle popolazioni più povere che ancora ne sono prive, ma anche a trovare soluzioni sostenibili per i Paesi emergenti.

Il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza ha poi messo in evidenza l’opportunità che “il Sud del mondo possa seguire un percorso di sviluppo diverso da quello del mondo occidentale arrivando ad avere, in particolare nelle zone rurali, energia da fonti rinnovabili senza passare dai grandi impianti fossili”.

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