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Gen

Casino of the Polluters (COP)

 

Traduciamo un blog scritto su sito di uk youth climate coalition

Il senso di oltraggio e disappunto che molti hanno provato in reazione ai risultati dell’ultima conferenza delle Nazioni Unite sul clima è dovuto all’ingiustizia e alla disumanità non solo dei cambiamenti climatici, ma anche di coloro che ostacolano qualsiasi progresso in questo ambito. La cosa per me più impressionante e sconvolgente è che ingiustizia e disumanità sono diffuse in tutto il mondo e questo è reso evidente durante la COP.

La noncuranza con cui il mondo sviluppato ignora gli appelli dei paesi più colpiti e l’immoralità delle nazioni più responsabili, che si rifiutano di agire per risolvere il problema che loro stesse hanno creato, sono i leitmotiv dell’UNFCCC. Ubriache e dipendenti dai combustibili fossili, queste nazioni negoziano e scommettono sul nostro futuro, in un casinò dei cambiamenti climatici globali che non ha vincitori.

Sfortunatamente, non sono solo gli ampi corridoi senz’anima e senza finestre né orologi a suggerire il legame tra i casinò e la COP.

In questo casinò, i giochi sono truccati.

I ricchi detengono tutte le fiches e, se sconfitti, ignorano semplicemente qualsiasi risultato (durante l’assemblea plenaria finale ad esempio, è stato particolarmente irritante vedere Stati Uniti e Canada selezionare e scegliere i punti del testo di Doha che non avrebbero rispettato).

L’unico elemento delle conferenze sbandierato come un successo da alcuni commentatori è il cosiddetto “loss and damage” (perdita e danno): un meccanismo volto ad assicurare che i paesi ricchi che hanno causato il mutamento climatico risarciscano le nazioni che hanno ne hanno risentito maggiormente. Il “loss and damage”, un diritto fondamentale per coloro che sono stati colpiti dai cambiamenti climatici ed allo stesso tempo un obbligo morale per le nazioni ricche, è stato però trasformato in un’altra fiche da giocare. È stata questa la fiche dorata che ha permesso che le nazioni più povere venissero forzate a sottomettersi e ad accettare un accordo che non prevede azioni; un accordo nel quale non sono contemplate riduzioni di CO2 e in cui le risorse finanziarie per le nazioni che ne hanno bisogno sono scarse.

Delle vite sono state spezzate a causa dei cambiamenti climatici. Questa mano di poker sta diventando una roulette russa, con la differenza che il caricatore sarà presto pieno, mentre ci avviciniamo ad un mondo con quattro gradi in più. Le persone non sono fiche in un poker, i fondi per il clima non possono essere usati come mezzo di contrattazione e la posta non può essere la crescita economica nella sua forma attuale. La posta in gioco è troppo alta per seguire i propri interessi e colonizzare il processo come sta succedendo a questo livello. Questo deve cambiare. Noi dobbiamo cambiarlo.

Doha ha esposto il processo all’ingiustizia in stile selvaggio West e alle prepotenze delle nazioni più ricche, che tengono in ostaggio quelle più povere. Noi, come movimento, dobbiamo far sapere ai nostri governi che le fiche che lanciano durante queste negoziazioni hanno il nostro nome inciso sopra e non accetteremo l’inattività nei confronti dei cambiamenti climatici in nostro nome.

Se avete parlato con una persona che ha partecipato alla COP18 e non dice che una maggiore azione a livello nazionale è essenziale per il progresso in queste negoziazioni, vuol dire che la stanno gestendo male.

Il banco vince sempre, a meno che noi tutti non aumentiamo i nostri sforzi a casa.

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