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Nov

L’appello di 11mila scienziati: 6 regole per affrontare la crisi climatica

Un team internazionale di 11mila scienziati di 153 Paesi, tra cui 250 italiani afferenti ad enti di ricerca e università, ha lanciato un allarme con una lettera pubblicata il 5 novembre sulla rivista BioScience: siamo in piena emergenza climatica planetaria e non possiamo più negarlo. “Gli scienziati hanno l’obbligo morale di avvertire chiaramente l’umanità di ogni minaccia catastrofica e di raccontare le cose come stanno”, sostengono gli scienziati. La “lettera” è anche uno studio frutto di un’analisi di 40 anni di dati pubblici relativi all’impatto dell’attività umana sul riscaldamento globale.
Gli indicatori valutati coprono uno spettro molto vasto e pressocchè completo dello stato di salute del pianeta: temperatura superficiale e calore degli oceani, sciglimento dei ghiacci, deforestazione, consumo di energia, consumo di carne, emissione di carbonio, crescita demografica e tassi di fertilità e altri.
Il risultato dell’analisi, che è anche un’ennesima conferma, parla chiaro: il cambiamento climatico è in atto ed è più grave e veloce di quanto teorizzato finora.

“Nonostante da 40 anni si cerchino negoziazioni a livello globale per il clima, continuiamo a vivere sempre nello stesso modo e stiamo ignorando la crisi. Il cambiamento climatico è qui e sta progredendo molto più velocemente di quanto ci aspettavamo”, spiega uno dei co-autori.

Nell’articolo apparso su BioScience si tracciano anche sei linee guida, relative a sei macroaree, da seguire per affrontare l’emergenza climatica:

Energia: Abbandonare i carburanti fossili e passare al consumo di energie rinnovabili e pulite, ovvero rinunciando all’estrazione dei carburanti fossili dal sottosuolo. Questa transizione può essere favorita per esempio abolendo i sussidi alle compagnie petrolifere e istituendo una tassa sul carbone in modo da inibirne l’utilizzo come risorsa principale.

Emissioni inquinanti. Tagliare drasticamente tutte le emissioni inquinanti come metano, idrofluorocarburi e fuliggine. Una misura che da sola potrebbe ridurreil surriscaldamento globale del 50% già nei prossimi dieci o venti anni.

Natura. Ridurre il disboscamento massiccio, ripristinando e proteggendo gli ecosistemi a rischio come le foreste, le praterie, le mangrovie, che contribuiscono inoltre anche allo smaltimento dei gas serra come il diossido di carbonio.

Cibo. Cambiare le abitudini alimentari, riducendo il consumo di prodotti animali e preferendo quelli vegetali. Questa misura contribuirebbe a una drastica riduzione delle emissioni di metano, oltre che a liberare terreni per la produzione agricola piuttosto che per il foraggio.

Economia. Passare a una economia carbon-free per riavvicinare l’umanità alla biosfera e non avere come prioritario l’obiettivo della crescita del prodotto interno lordo e della ricchezza. È indispensabile, invece, puntare a uno sfruttamento sostenibile a lungo delle risorse.

Popolazione. La crescita demografica continua ad aumentare di oltre 200mila persone al giorno, un tasso di crescita della popolazione globale che va in qualche modo stabilizzato, garantendo al contempo la giustizia sociale ed economica.

Si tratta di linee guida che dovrebbero essere seguite da tutti, cittadini, politici e soggetti del mondo produttivo ed economico, se vogliamo raggiungere un risultato apprezzabile già in tempi brevi.

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