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Dic

Lima: a che punto siamo?

Dopo due settimane, stanno volgendo al termine le negoziazioni della COP20. Ieri sera, con sei ore di ritardo è stato convenuto un meeting informale della Durban Platform (ADP) per presentare l’ultimissima bozza del testo conclusivo.

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La seduta, iniziata alle due di notte e terminata solo alle tre e mezza (ore locali), si è conclusa con la concessione, da parte dei co-chair redattori del testo, di posticipare la seduta plenaria finale dell’ADP a questa mattina, al fine di concedere alcune ore alle Parti per analizzare il documento e dare dunque vita alle trattative finali.

Ecco un’analisi della bozza definitiva di testo che oggi a Lima verrà discussa e approvata, salvo ulteriori modifiche.

Nel preambolo, torna il riconoscimento del gap fra le misure attuali e quelle necessarie a mantenere l’aumento di temperatura media globale al di sotto degli 1.5 o 2°C rispetto ai livelli pre-industriali.

I paragrafi 1,2 confermano il mandato dell’ADP di completare i propri lavori entro la COP21 di Parigi con l’adozione di un protocollo, un altro strumento legale o un accordo con forza legale nell’ambito della Convention, applicabile a tutte le Parti e che contenga disposizioni in termini di mitigazione, adattamento, finanza, sviluppo e trasferimento tecnologico, capacity-building e trasparenza delle azioni. In questa parte risalta la rimozione del meccanismo Loss & Damage, presente nella precedente versione del testo fra le specifiche dell’adattamento e ritenuto fondamentale da parte delle piccole isole e dei paesi meno sviluppati per vedere assicurati finanza e sostegno tecnologico nella gestione dei danni causati dal cambiamento climatico.

Il paragrafo 3 sprona i paesi sviluppati, ed altri volenterosi di contribuire, a fornire e mobilitare supporto ai paesi in via di sviluppo (soprattutto quelli più vulnerabili agli effetti nefasti del cambiamento climatico) affinché questi ultimi intraprendano misure di mitigazione ed adattamento. Questo paragrafo ha visto un cambiamento radicale nella terminologia, con la presenza di “ed altri volenterosi di contribuire” al posto di “ed altri nella posizione di farlo”. La condivisione delle responsabilità con i paesi Annex I aveva provocato forti reazioni nel corso dell’ultima sessione, specie da India, Cina, Bolivia e Arabia Saudita.

I paragrafi da 4 a 8 definiscono la Roadmap per i prossimi mesi, con l’intento da parte del Segretariato di rendere disponibile una prima versione del testo negoziale del nuovo accordo entro maggio 2015, senza alcuna pregiudiziale sulla forma legale del testo né su contenuti e validità vincolante dei contributi nazionali volontari (INDCs); questi dovranno essere elaborati dalle Parti in modo da rispettare gli obiettivi finali della Convention e rappresentare un progresso rispetto alle misure attualmente in atto.

Il paragrafo 9 attesta invece la possibilità per i paesi meno sviluppati e le piccole isole di intraprendere, anch’essi, misure volte ad uno sviluppo caratterizzato da basse emissioni di gas serra nell’ambito degli INDCs.

I paragrafi da 10 a 12 invitano le Parti a comunicare i rispettivi INDCs con notevole anticipo rispetto alla COP21 di Parigi (entro marzo 2015 per coloro in grado di farlo), in modo da facilitare chiarezza e trasparenza, fornendo informazioni su anno di riferimento, periodi d’implementazione e approcci metodologici, inclusi quelli per la stima e la quantificazione delle emissioni. Inoltre, si invitano le Parti a considerare l’inserimento di componenti di adattamento all’interno degli INDCs.

Il paragrafo 13 richiede poi il supporto da parte dei paesi sviluppati, delle entità operative del Financial Mechanism e di ogni altra organizzazione in grado di farlo, nella preparazione e nella comunicazione degli INDCs di Parti che possano necessitare di tale supporto.

Nel paragrafo 14 si richiede all’ADP di instaurare un dialogo non invasivo, rispettoso della sovranità nazionale, a partire dalle sessioni negoziali intermedie di giugno 2015 con l’obiettivo di valutare chiarezza, trasparenza e comprensione degli INDCs delle Parti che desiderano essere coinvolte. In altre parole, questo si prospetta come un processo di review dei contributi presentati al fine di valutarne forma e contenuto.

Il paragrafo 15 richiede al Segretariato di preparare entro il 30 luglio 2015 un documento tecnico contenente tutte le informazioni in merito agli INDCs presentati entro il 30 giugno, ed inoltre di pubblicare costantemente sul sito dell’UNFCCC tali contributi una volta ricevuti.

Il paragrafo 16 incoraggia le Parti aderenti al Protocollo di Kyoto a ratificare ed implementare il Doha Amendment, contenente i target per il Secondo Periodo d’Impegno del Protocollo di Kyoto.

Con i paragrafi 17 e 18 si decide di accelerare l’implementazione delle misure pre-2020 attraverso:

  • la convocazione di un forum da tenersi fra maggio 2016 e maggio 2017, per valutare eventuali necessità come la mobilitazione di risorse finanziarie e supporto tecnologico per i paesi in via di sviluppo nell’attuazione delle proprie azioni nazionali di mitigazione (NAMAs);
  • l’organizzazione di una serie di sessioni tecniche per valutare nuove opportunità ad alto potenziale di mitigazione nel periodo 2015-2020, incluse misure riguardanti adattamento, salute e co-benefici dello sviluppo sostenibile, coinvolgendo (oltre agli esperti dalle Parti), organizzazioni internazionali rilevanti, la società civile e tutte le sue componenti inclusi popolazioni indigene, giovani, istituzioni accademiche ed il settore privato.

Nota: la discussione si è appena conclusa stiamo elaborando una sintesi in attesa della nuova plenaria, convocata tra circa 1 ora e mezza (ore 23:30 italiane)

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