APPELLO DALL’ASSEMBLEA MONDIALE DELLA SANITÀ: CONTRASTARE IL CAMBIAMENTO CLIMATICO È UNA PRIORITÀ PER LA SALUTE GLOBALE
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha riconosciuto il cambiamento climatico come una delle minacce più grandi ed imminenti per la salute globale. Durante la settantasettesima Assemblea Mondiale della Sanità è stata infatti approvata, con ampio supporto degli Stati Membri, una nuova risoluzione sul cambiamento climatico e la salute (Climate change and health), che ribadisce l’urgenza di affrontare i rischi e i bisogni sanitari legati al cambiamento climatico. Si tratta di un passo importante che va a integrare e a superare la risoluzione precedente, ormai obsoleta, del 2008.
Mentre la risoluzione precedente si concentrava principalmente sulle strategie di adattamento del settore sanitario al cambiamento climatico, la nuova risoluzione presenta una visione più ampia e definita delle azioni che gli Stati Membri sono chiamati ad adottare, sia nelle politiche di adattamento che di mitigazione. Più nello specifico, la nuova risoluzione comprende, tra i suoi impegni fondamentali:
- lo sviluppo di piani nazionali di adattamento per incrementare il livello di preparazione del sistema sanitario e la sua capacità di risposta ai bisogni crescenti legati al cambiamento climatico, effettuando valutazioni periodiche delle vulnerabilità e delle strategie di adattamento necessarie;
- la decarbonizzazione e la transizione ecologica del settore sanitario verso sistemi sanitari più sostenibili dal punto di vista ambientale, per limitare le emissioni di gas serra senza però compromettere la qualità della cura e dei servizi sanitari;
- la cooperazione multisettoriale tra Ministeri della salute e altre autorità nazionali, nei settori di ecologia, economia, salute, nutrizione e sviluppo sostenibile, promuovendo un approccio olistico e coerente per rafforzare la resilienza del settore sanitario e affrontare le cause profonde del cambiamento climatico;
- la mobilizzazione di risorse dedicate, come fondi da banche di sviluppo multilaterali, fondi per il clima, fondi per la salute e altre risorse innovative, con particolare attenzione ai bisogni dei Paesi più vulnerabili e colpiti dagli effetti del cambiamento climatico;
- la sensibilizzazione del settore sanitario e pubblico riguardo all’interdipendenza tra clima e salute, favorendo il riconoscimento dei benefici di salute legati all’adozione di comportamenti sostenibili.
L’OMS propone alcuni strumenti per sostenere il percorso verso questi obiettivi, come la strategia globale su salute, ambiente e cambiamento climatico, approvata durante l’Assemblea Mondiale della Sanità del 2019 (WHO global strategy on health, environment and climate change), o l’Alleanza per l’azione trasformativa sul clima e sulla salute (Alliance for Transformative Action on Climate and Health, ATACH), ossia una piattaforma per condividere conoscenze e buone pratiche per la realizzazione di sistemi sanitari sostenibili e resilienti.
In un periodo in cui i danni alla salute legati alla crisi climatica stanno diventando sempre più comuni e riconosciuti, l’approvazione di questa risoluzione lancia un segnale importante per la comunità sanitaria globale. Un’azione radicale e urgente è imperativa da parte di tutti gli Stati Membri per affrontare queste minacce crescenti. La risoluzione sottolinea come la promozione della salute sia imprescindibile da comportamenti sostenibili e da strategie di adattamento e di mitigazione del cambiamento climatico. La sanità ha, pertanto, una doppia responsabilità, non solo quella di tutelare la salute, ma anche quella di contrastare, o rallentare, l’entità della crisi climatica.
Per quanto fondamentale, questa risoluzione non può che essere un punto di partenza per molti Paesi in cui ancora scarseggiano misure di adattamento e di transizione ecologica del sistema sanitario. Sia a livello nazionale che internazionale, questa risoluzione dovrà pertanto tradursi in impegni e azioni concrete messe in atto per salvaguardare la salute umana assieme a quella di tutto il Pianeta.
Articolo a cura di Lucia Giannini, Volontaria Italian Climate Network
Immagine di copertina: Pixabay