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MILANO È DAVVERO LA TERZA CITTÀ PIÙ INQUINATA AL MONDO?

  • La classifica di IQAir, che posiziona Milano al terzo posto tra le città più inquinate al mondo, solleva dubbi sull’attendibilità dei dati.
  • In base alle ultime stime dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, nel 2020 almeno 238.000 persone sono morte prematuramente nell’UE a causa dell’inquinamento da PM2.5.
  • L’inquinamento atmosferico in Pianura Padana è causato dalle attività umane e da condizioni geografico-meteorologiche, aggravate dal cambiamento climatico.


Ha fatto scalpore la notizia che posizionava Milano al terzo posto tra le città più inquinate al mondo, secondo la classifica di IQAir.

IQAir è una azienda svizzera che si occupa di monitoraggio ambientale avvalendosi di misurazioni ufficiali (come i dati dell’Arpa), ma anche di dati messi a disposizione dai cosiddetti “collaboratori individuali”, cioè privati cittadini che installano autonomamente i propri sensori per la misurazione dell’inquinamento atmosferico.

Inoltre, la classifica di IQAir si basa su misurazioni orarie, mentre l’ARPA e i limiti di legge si basano su medie giornaliere, rendendo gli indici calcolati da IQAir difficilmente confrontabili con i dati ufficiali.

I dubbi legati all’attendibilità della classifica stilata da IQAir hanno subito alimentato la polemica. Tuttavia i limiti della classifica non devono distrarre dall’evidenza che Milano, come tutta la Pianura Padana, è afflitta da gravi problemi di inquinamento atmosferico, con una situazione tra le peggiori in Europa

Cos’è l’inquinamento atmosferico? 

Ci sono diversi tipi di inquinanti, ma, nelle aree urbane, uno degli inquinanti più impattanti è il particolato fine e ultrafine, che rappresenta un serio rischio per la salute umana:

  • PM10, con diametro aerodinamico inferiore a 10 µm, è in grado di penetrare nel tratto superiore dell’apparato respiratorio;
  • PM2.5, con diametro aerodinamico inferiore a 2.5 µm, è in grado di raggiungere i polmoni ed i bronchi secondari.

Secondo la European Environmental Agency (EEA), l’inquinamento atmosferico rappresenta una delle principali cause di morte prematura e di malattia e costituisce il più grave rischio sanitario ambientale in Europa. Le malattie cardiache e l’ictus sono le cause più comuni di morte prematura attribuibili all’inquinamento atmosferico, seguite da malattie polmonari e cancro ai polmoni.

L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha incluso l’inquinamento atmosferico outdoor nell’elenco degli agenti cancerogeni (Gruppo 1, cancerogeni certi).

In base alle ultime stime dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, nel 2020 almeno 238.000 persone sono morte prematuramente nell’UE a causa dell’inquinamento da PM2.5.

Perchè in Pianura Padana i livelli di inquinamento sono così preoccupanti?

I motivi vanno ricercati, oltre che nell’attività umana (che, nel riscaldamento degli edifici e nell’agricoltura, trova le principali fonti di particolato fine e ultrafine), in ragioni di natura meteorologica e geografica. 

La Pianura Padana è una valle ampia circondata da montagne. Questa conformazione del suolo favorisce il ristagno d’aria a causa della scarsa ventilazione, e quindi gli inquinanti emessi dalle attività umane faticano a disperdersi e si concentrano al suolo.

Specialmente nei mesi invernali, periodi di stabilità atmosferica e il fenomeno dell’inversione termica aggravano il ristagno degli inquinanti. L’inversione termica è il fenomeno per cui in quota l’aria è più calda che al suolo. Quindi, essendo l’aria fredda più pesante di quella calda, a causa dell’inversione termica non c’è circolazione di aria, perché l’aria fredda ristagna al suolo.

Inoltre, a causa del riscaldamento climatico, responsabile dell’espansione verso nord delle zone di alta pressione dalla fascia sub-tropicale, il Mediterraneo sarà sempre più interessato dalle alte pressioni che impediscono l’arrivo delle piogge, aggravando ulteriormente il fenomeno dell’inquinamento atmosferico.

In questo scenario, diventa imprescindibile un’azione coordinata a tutti i livelli, dal locale all’internazionale, per ridurre le emissioni di particolato atmosferico. Questo può essere ottenuto attraverso l’implementazione di politiche ambientali più stringenti, l’adozione di tecnologie pulite, e un cambiamento nel comportamento individuale e collettivo verso modelli di consumo e di mobilità sostenibili.

La sfida dell’inquinamento atmosferico richiede una risposta urgente e concreta per preservare non solo l’ambiente, ma anche la salute pubblica.

Articolo a cura di Annalisa Barozzi, Volontaria Italian Climate Network

Immagine di copertina: Unsplash.com

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