pagine per il futuro - emissioni segrete
26
Feb

PAGINE PER IL FUTURO – LE EMISSIONI SEGRETE

Pagine per il futuro è una rubrica di Italian Climate Network curata da Andrea Vico, giornalista esperto di divulgazione scientifica, che in questo spazio proporrà ogni volta un nuovo libro da leggere per approfondire e capire meglio i temi che ci stanno a cuore.
Il secondo appuntamento con “Pagine per il Futuro” accende i riflettori sui costi ambientali della digitalizzazione attraverso la lettura di Le emissioni segrete, scritto da Giovanna Sissa ed edito da il Mulino.

LE EMISSIONI SEGRETE

Di Giovanna Sissa, per il Mulino, 170 pagine.

Negli ultimi decenni la trasformazione digitale ha rivoluzionato il nostro modo di comunicare, lavorare e accedere alle informazioni. Smartphone, computer, intelligenza artificiale e servizi in cloud sono diventati parte integrante della vita quotidiana, al punto che raramente ci soffermiamo a riflettere su cosa rende possibile il loro funzionamento

Giovanna Sissa, fisica con dottorato di ricerca in informatica all’Università di Genova, da anni studia l’evoluzione dell’impronta ecologica di tutti i settori delle telecomunicazioni e l’elettronica di consumo, e nel suo libro Le emissioni segrete offre parecchi spunti di riflessione.

L’intelligenza artificiale, per esempio, ormai è costantemente al centro dell’attenzione e ogni giorno sembra esserci una novità che promette l’ennesima rivoluzione nel mondo del lavoro e dell’intrattenimento. Ci sono benefici significativi, naturalmente – come la maggiore precisione dei modelli climatici che può avvantaggiare la ricerca scientifica. E ci sono anche criticità, come la più semplice diffusione di fake news sempre più sofisticate ed efficaci che facilitano la vita a negazionisti, dittatori e manipolatori di ogni genere.

Quando parliamo di intelligenza artificiale c’è anche un altro aspetto che, per quanto difficile da vedere, proprio non possiamo sottovalutare: l’impatto sul clima e l’ambiente. Cosa accade, infatti, quando premiamo invio dopo aver formulato una richiesta a un sistema di IA?

Nel suo report Electricity 2024 l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) indica che a oggi sono operativi nel mondo più di 8.000 data center (33% in USA, 16% in UE, 10% in Cina, ma il dato cinese è quasi certamente impreciso per difetto). Solo nel 2022, per funzionare e raffreddarsi i data center hanno consumato circa 460 TeraWattOra (TWh), poco meno del 2% della domanda di energia elettrica globale. Consumi che sono destinati a salire impetuosamente, forse superando i 1.000 TWh già a fine 2026. Un dato praticamente identico al fabbisogno annuo dell’intera Germania. 
I data center richiedono inoltre milioni di sofisticatissimi processori, e quindi migliaia di tonnellate di nuovi minerali rari da estrarre: altra energia, inquinamento e consumo di suolo

Oppure pensiamo agli smartphone: secondo le stime, oggi ce ne sono 7,21 miliardi attivi nel mondo. Il 54 per cento della popolazione mondiale ne possiede almeno uno e lo utilizza, in media, per 3 ore e 15 minuti al giorno.
Il mercato di smartphone e tablet è controllato da meno di 10 aziende e il 95 per cento dei chip sono fatti a Taiwan. Quasi tutte (85-95%) le emissioni di anidride carbonica legate a smartphone e tablet vengono generate durante la fase della produzione, un processo che mette in gioco fino a 70 elementi chimici diversi, 80 kg di materie prime provenienti da 25 a 30 Paesi. Per ottenere 200 grammi di prodotto finale.
Per alimentare il ricambio di questi oggetti spesso si ricorre inoltre a strategie di obsolescenza programmata, mentre un cellulare costruito con attenzione all’ambiente e al ciclo di vita potrebbe durare tra i 5 e i 10 anni.

Comprendere i costi ambientali della digitalizzazione è il primo passo per rendere il settore tecnologico più sostenibile. Nel suo libro Le emissioni segrete, Giovanna Sissa analizza proprio questi aspetti, presentando una panoramica dei problemi ma anche molte soluzioni, che possono essere praticate a livello individuale ma anche nell’ambito di attività da proporre a scuola o per modificare le scelte aziendali.

Articolo a cura di Andrea Vico, esperto di divulgazione scientifica e volontario di Italian Climate Network.

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