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Mag

Il ritorno (online) della diplomazia del clima

Jacopo Bencini, Policy Advisor, Italian Climate Network

Il prossimo lunedì 31 maggio, dopo un anno e sei mesi di interruzione dovuta alla pandemia, tornano i negoziati sul clima. Tornano in formato digitale: i classici negoziati intermedi annuali di Bonn (Germania), si terranno infatti interamente online per permettere alle delegazioni di tutti i paesi del mondo di partecipare, quale che sia il successo della loro lotta alla pandemia.

Per la prima volta online, per la prima volta per tre settimane, per la prima volta su tre fusi orari. I negoziati intermedi si terranno, infatti, dal 31 maggio al 17 giugno e saranno organizzati su un diverso fuso orario per settimana: la prima settimana con sessioni di lavoro dalle 15.00 alle 18.00 italiane, la seconda dalle 23.00 alle 02.00 di notte, la terza dalle 05.00 alle 08.00 del mattino. Questa calendarizzazione riflette mesi di discussioni tra le varie delegazioni ed il segretariato sul tema della partecipazione: era infatti necessario creare le condizioni per permettere a tutti i paesi, indipendentemente da fuso orario e disponibilità economiche, di poter partecipare attivamente ad almeno un terzo delle sessioni in orario lavorativo per il proprio paese o fuso. La stessa logica si applica alla partecipazione, come osservatori, delle organizzazioni della società civile globale.

Italian Climate Network come ogni anno seguirà da dentro i negoziati intermedi e lo farà quest’anno con la più ampia delegazione di sempre per un negoziato intermedio: saranno infatti ben 16 i volontari, volontarie ed esperti di ICN a seguire quotidianamente le moltissime sessioni negoziali e di approfondimento per riportare, come sempre in lingua italiana sul nostro sito e sui nostri canali stampa e social, tutto ciò che accade dentro alle stanze (ora virtuali) della diplomazia climatica.

Dopo un anno e mezzo di stop, i negoziati ripartono con una notevole quantità di arretrati da smaltire. Se il 2020 ha visto, per via delle misure di contenimento della pandemia applicate nella maggior parte del mondo, una diminuzione complessiva delle emissioni di anidride carbonica del 6,4% rispetto all’anno precedente, questo non significa che la curva non tornerà a crescere. Il rimbalzo in positivo delle emissioni sembra anzi essere già in corso. Gli obiettivi dell’Accordo di Parigi continuano a rimanere lontani e c’è bisogno di tutto l’impegno possibile da parte dei governi per frenare la catastrofe climatica in corso. Basti pensare che le attuali misure di mitigazione proposte dai paesi tramite gli NDC (contributi determinati a livello nazionale sotto l’Accordo), le promesse emerse durante il Leaders Summit on Climate organizzato dal Presidente USA Joe Biden in aprile di “emissioni nette zero” porterebbero, se interamente attuate, a scenari di riscaldamento globale tra 2 °C e 2,4°C mezzo verso la fine del secolo  contro l’impegno a rimanere “ben sotto i due gradi”  presente nell’Art. 2 dell’Accordo di Parigi, con anche un impegno a cercare di rimanere sotto 1,5°C. Un miglioramento rispetto agli scenari di solo qualche anno fa, comunque ancora troppo poco rispetto a quello che ci aspetta.

Sfatiamo un mito: non in tutti i negoziati vengono prese decisioni epocali, tantomeno nei negoziati tecnici di metà anno. Tantomeno in un negoziato, come quello del 2021, dove per via delle oggettive difficoltà di partecipazione dei delegati e la totale assenza di momenti informali di confronto e scambio politico non vi sarà, di fatto, alcuna votazione di rilievo, con le decisioni più importanti rimandate alla prossima COP26 di Glasgow. Anche questi intermedi, tuttavia, rappresenteranno un momento utile a comprendere le effettive intenzioni dei grandi inquinatori e dei paesi politicamente più influenti, intenzioni che sarà possibile comprendere dal tono delle discussioni su budget, trasparenza, sviluppi su Articolo 6 dell’Accordo e cooperazione, attuazione delle regole esistenti e prospettive verso la COP scozzese.

Secondo la Presidente di Italian Climate Network, Serena Giacomin, “anche questo momento del negoziato multilaterale è un piccolo passo, fa parte di quel percorso faticoso ma imprescindibile in cui la comunità internazionale deve lavorare assieme per aumentare il livello di ambizione, per creare le condizioni politiche, sociali, culturali, finanziarie e tecnologiche per la rapidissima transizione che ci deve portare fuori dal sistema dei combustibili fossili nei prossimi tre decenni.

Il team di volontari ed esperti di Italian Climate Network monitorerà ogni sessione e produrrà articoli e bollettini specifici per il pubblico italiano che saranno rilanciati anche sui nostri canali stampa e social, per rimanere aggiornati ogni settimana su uno dei processi più noti, eppure meno conosciuti davvero della politica internazionale. Per seguire insieme il ritorno, stavolta online, della diplomazia del clima.

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