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Kyoto è salvo, ora tocca al coraggio

 

COMUNICATO STAMPA

 

9 dicembre 2012

Doha, il quadro dei negoziati è salvo, ora serve il coraggio per un accordo globale sul clima nel 2015

 

Doha – “Il negoziato sul clima (COP18) che si è concluso ieri a Doha ha raggiunto l’obiettivo minimo che si era posto: garantire continuità legale al Protocollo di Kyoto ed estenderne la durata fino al 2020, anno nel quale teoricamente dovrebbe entrare in azione il nuovo accordo globale legalmente vincolante per ridurre le emissioni di gas serra e favorire i meccanismi di adattamento del pianeta al cambiamento climatico”, ha detto Federico Antognazza, vice presidente di Italian Climate Network e inviato in Qatar. 

 

Si è dedicato più tempo a salvare la faccia e il contenitore del negoziato piuttosto che a dimostrare il coraggio necessario ad agire con impegni concreti che la società civile e gli eventi attuali avrebbero richiesto” ha spiegato Federico Antognazza. “Il Protocollo di Kyoto è salvo, e la sua durata (1 gennaio 2013 – 31 dicembre 2020) è in linea con il piano dei lavori: alla scadenza dovrà entrare in vigore il nuovo accordo, che però è ancora carente di impegni decisi e ambiziosi. La nostra speranza è che tutti i Paesi coinvolti riescano ad individuare questi impegni entro il 2014”. 

 

Italian Climate Network aveva seguito anche la precedente Cop, che si svolse nel dicembre 2011 a Durban, in SudAfrica.. “Qui a Doha è venuta meno quell’ambizione che eventi estremi recenti, come l’uragano Sandy e  il tifone Bopha avrebbero dovuto smuovere, specie dal punto di vista dell’azione economica e del sostegno per il risarcimento dei danni legati dal cambiamento climatico: si è fatto troppo poco, come sottolineato sia dalla società civile che dai Paesi in via di sviluppo, i più esposti al climate change”.

 

La crisi economica dell’Eurozona e l’economia capitalista basata sulle fonti fossili, ormai in declino, non devono essere una scusa per non transitare verso una nuova economia e verso un regime globale che ci permetterà di affrontare una sfida senza precedenti – spiega Antognazza – Il risultato per ora è deludente: niente smuove le coscienze per il cambiamento climatico. È come essere ad Auschwitz nel 1945 e dire: agiamo il prossimo anno, non è così drammatico”. 

 

Doha ha rappresentato una conferenza di passaggio, al cui interno sono però rimasti aperti troppi temi chiave della Convenzione quali l’equità e la giustizia: “Per fare in modo che il prezzo dell’inazione non diventi troppo elevato è necessaria coesione e una azione unitaria della società civile per fare in modo che il tema dei cambiamenti climatici diventi prioritario non solo nelle agende dei decisori politici ma anche fra i cittadini. Se guardiamo all’Italia – conclude Antognazza –  il lavoro che ci aspetta è ingente e stimolante”. 

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