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Set

PAGINE PER IL FUTURO – 50 GRANDI IDEE: ACQUA

Pagine per il futuro è una rubrica di Italian Climate Network curata da Andrea Vico, giornalista esperto di divulgazione scientifica, che in questo spazio propone ogni volta un nuovo libro da leggere per approfondire e capire meglio i temi che ci stanno a cuore.
Il sesto appuntamento con Pagine per il Futuro ci propone il titolo della collana “50 grandi idee” dedicato al tema dell’acqua.

50 GRANDI IDEE – L’ACQUA

Di Paolo Ranalli per Edizioni Dedalo, 208 pagine.

In poche parole

È l’ultimo nato fra i titoli della collana “50 grandi idee”, libri monotematici sulla scienza, ma non solo, dove ogni tema è sviscerato attraverso 50 parole chiave, le “50 idee” che costituiscono i fondamentali dell’argomento in oggetto. Il formato è particolare, quasi quadrato, e ogni lemma, ogni idea, viene raccontata in poche pagine: un testo divulgativo asciutto ed efficace, ma ricco di numeri e informazioni.
Il tomo dedicato all’acqua ha il vantaggio di riuscire ad abbracciare in un unico libro questioni diverse e importantissime, dall’impronta ecologica agli sprechi della rete idrica, dagli eventi estremi alle nuove tecniche per l’agricoltura di precisione, in modo chiaro ma sempre con un buon livello di dettaglio.

5 motivi per leggerlo

  • Quattro capitoli sono specificatamente dedicati a migrazioni climatiche e conflitti legati all’acqua, temi di cui si parla sempre troppo poco. In molte regioni del Pianeta da anni piove pochissimo e la già fragilissima agricoltura di sopravvivenza è andata in tilt.
    Centinaia di migliaia di persone sono costrette a migrare per sopravvivere proprio per la carenza di acqua. Secondo la Banca mondiale, entro il 2025 ci saranno 216 milioni di migranti climatici e la metà di queste fughe inevitabili dalla terra natia saranno legate alla siccità, alle inondazioni (eventi climatici estremi a cui i territori non sono preparati) o all’uso improprio dell’acqua, come nel caso di dighe costruite con atteggiamenti pirateschi o di veri e propri accaparramenti da parte delle multinazionali dell’industria alimentare (che poi vendono in Occidente, e non nelle zone dove producono).
  • Un settore intero del libro descrive il ruolo dell’acqua all’interno delle dinamiche alla base della crisi climatica in atto: come cambiano le correnti oceaniche, l’acidificazione “improvvisa” di alcune aeree di mare, il rischio concreto di una prossima estinzione di coralli e mangrovie, la desertificazione che silenziosa si propaga anche in Europa. Molti e significativi anche i dati su quello che succede in Italia – come quelli relativi alla disparità idrica che da alcuni anni si osserva tra le regioni più ricche di acqua e quelle che, come la Campania, la Basilicata o la Puglia, ogni anno restano sempre più “a secco” nei mesi estivi.
  • I consumi mondiali di acqua dolce e acqua potabile sono in costante aumento. Mentre si amplia la popolazione da sfamare con l’agricoltura, cresce anche la quantità di acqua necessaria agli allevamenti intensivi – che sono molto più voraci di acqua di un allevamento tradizionale e che prevedono, per giunta, parecchia acqua per la coltivazione delle piante che poi si trasformano in mangime per gli animali.
    Anche l’industria brama sempre più acqua in un sistema che ci porta a consumare sempre di più, sempre più in fretta (basti pensare agli effetti devastanti legati alla produzione e poi allo smaltimento di capi d’abbigliamento della cosiddetta fast fashion). 
  • Il libro propone anche un focus specifico dedicato al tema della dispersione di acqua potabile, una questione a cui le cittadine e i cittadini italiani dovrebbero prestare particolare attenzione. Troppo spesso, infatti, nel nostro Paese le reti idriche pubbliche sono vecchie, non vengono rinnovate e non ricevono la manutenzione necessaria. In media, il 42% dell’acqua che viene prelevata, resa potabile e distribuita nelle case, nei bar, negli ospedali, negli uffici si perde lungo il percorso. Le conseguenze, in un clima con siccità sempre più frequenti, sono già ben visibili: in alcune città siciliane, per esempio, l’acqua viene razionata ed erogata a scacchiera, e le persone sono costrette ad attrezzarsi autonomamente per accumularla finché arriva o a rifornirsi con autobotti private.
  • Tra le questioni fondamentali affrontate dal libro c’è anche quella del prelievo di acqua dolce per finalità elitarie, un fenomeno su cui sarebbe urgente riflettere soprattutto in Occidente. Per fare qualche esempio, l’acqua viene usata per finalità elitarie quando si utilizza per alimentare gli impianti di innevamento artificiale, riempire piscine private o irrigare campi da golf – magari quando a poca distanza la siccità mette a dura prova l’agricoltura. Per non parlare del giro d’affari legato all’acqua in bottiglia, un’intera industria basata sullo sfruttamento di un bene pubblico dato in concessione ad aziende private che realizzano profitti notevoli mentre aggravano l’emergenza dell’inquinamento, con camion che attraversano l’Italia carichi di bottiglie di plastica, poi da smaltire a carico della comunità.

A parer mio

La collana “50 grandi idee” è un ottimo esempio di come si possano mettere in equilibrio obiettivi diversi. La divulgazione di alto livello con l’accessibilità per ogni tipo di pubblico. La maneggevolezza con l’approfondimento, senza scendere troppo nel tecnico. La visione d’insieme ricca di dati globali con il caso particolare.
Il titolo dedicato all’acqua è ottimo per l’aggiornamento professionale di insegnanti, giornalisti e di chi si occupa di questioni ambientali. Lo vedrei bene anche all’università, specie nei corsi di laurea più umanistici come libro “di contorno” ai libri di testo curricolari.

Articolo a cura di Andrea Vico, esperto di divulgazione scientifica e volontario di Italian Climate Network.

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