AGRICOLTURA E SISTEMI ALIMENTARI FINALMENTE AL CENTRO DEL DIBATTITO SUL CLIMA ALLA COP28
La COP28 di Dubai comincia col botto anche per quanto riguarda i progressi sui temi di agricoltura e sistemi alimentari.
Storicamente, il tema alimentare e agricolo era rimasto ai margini del dibattito sul clima, nonostante questo settore rappresenti circa un terzo delle emissioni globali e sia al tempo stesso altamente vulnerabile agli effetti del cambiamento climatico.
La COP28 segna quello che è stato definito come un momento storico di svolta: 134 paesi, tra cui l’Italia, hanno approvato una Dichiarazione, prima nella storia delle COP sul clima, su agricoltura sostenibile, sistemi alimentari resilienti e azione per il clima, impegnandosi a includere agricoltura e sistemi alimentari nei rispettivi Piani di Adattamento Nazionale (NAP) e Contributi Determinati a livello Nazionale (NDC)(1). I paesi firmatari rappresentano insieme il 70% della produzione e il 76% delle emissioni totali del sistema alimentare a livello globale(2).
In più, un’ampia coalizione di oltre 150 attori non statali (agricoltori, aziende, città, popolazioni indigene, giovani, consumatori, istituzioni finanziarie, filantropi e altri) si è unita alla dichiarazione di intenti firmando un appello all’azione per la trasformazione dei sistemi alimentari a favore delle persone, della natura e del clima, al fine di promuovere un’azione concreta e un’assunzione di responsabilità da parte di governi, imprese e attori finanziari, e contribuendo anche con impegni specifici all’agenda condivisa(3).
Dal punto di vista finanziario è stata inoltre annunciata la mobilitazione di oltre 2.5 miliardi di dollari in finanziamenti per sostenere la sicurezza alimentare contrastando il cambiamento climatico, e una partnership tra Emirati Arabi Uniti e la Fondazione Bill & Melinda Gates per un totale di 200 milioni di dollari, incentrata sulla ricerca e innovazione dell’agricoltura, e sul finanziamento dell’assistenza tecnica per l’attuazione della Dichiarazione.
Sebbene la Dichiarazione rappresenti una conquista importante per portare il tema alimentare al centro dell’agenda climatica, farà davvero la differenza solo se avrà un seguito nella pratica.
Un programma per concretizzare l’impegno di trasformare i sistemi alimentari in contrasto al cambiamento climatico era stato istituito lo scorso anno in occasione della COP27. Il lavoro congiunto sull’attuazione dell’azione per il clima in materia di agricoltura e sicurezza alimentare di Sharm-el-Sheikh (Sharm el-Sheikh joint work on implementation of climate action on agriculture and food security) è un programma quadriennale per affrontare i problemi legati ad agricoltura e sicurezza alimentare (ai sensi della decisione 3/CP.27, paragrafo 14), ma i negoziati per definire una tabella di marcia sono tuttora in corso.
Nelle consultazioni informali del joint work di Sharm-el-Sheikh che si sono svolte finora durante la COP28, è stata evidenziata dai portavoce di alcuni Paesi del G77+ (tra cui Kenya e Argentina) l’importanza di evitare che il programma, che si concluderà nel 2026, si riduca a una mera ripetizione del Koronivia Joint Work on Agriculture (KJWA), facendo piuttosto leva sui risultati del KJWA per passare dai dialoghi tecnici all’azione.
Il KJWA era stato istituito alla COP23 per affrontare sei(4) temi relativi al ruolo del settore agricolo nel cambiamento climatico. Il KJWA ha contribuito alla condivisione delle conoscenze scientifiche e tecniche, ma permangono limiti nel tradurre i risultati in azioni concrete per il clima.
L’auspicio per questa COP28 è che le parti concordino una roadmap dei prossimi tre anni che comprenda (coerentemente con quanto indicato nella decisione 3/CP.27) workshop tematici, relazioni annuali e la creazione di un portale online per la condivisione di informazioni.
Articolo a cura di Annalisa Barozzi, volontaria di Italian Climate Network
Immagine di copertina: Kiara Worth | UN Climate Change
(1) COP28 UAE DECLARATION ON SUSTAINABLE AGRICULTURE, RESILIENT FOOD SYSTEMS AND CLIMATE ACTION