10
Nov

Assicurazioni: tutela dai cambiamenti climatici

di Francesca Casale – 

Scientificamente, non è possibile attribuire un singolo evento estremo al cambiamento climatico in maniera diretta. Ciononostante, il fatto che intensità e frequenza di tali eventi sia in crescita è un fattore su cui il cambiamento climatico ha un ruolo rilevante.

In materia di uragani, nel corso di un side event alla COP23 è intervenuta Joanna Haigh, esperta climatologa dell’Imperial College di Londra, mostrando come i parametri climatici (quali la temperatura) si stiano spostando verso valori più elevati: per questo le precipitazioni di tipo temporalesco, le alluvioni e gli incendi in futuro saranno presumibilmente più frequenti. Non tutti gli eventi estremi sono però dovuti ai cambiamenti climatici, né lo sono nella stessa misura: occorre valutarne attentamente e singolarmente il contributo.

Secondo quanto affermato nel corso dell’evento, mantenendo le attuali emissioni di carbonio, nel 2100 2 miliardi di persone nel mondo si troveranno probabilmente a convivere con la cronica scarsità di risorse idriche, mentre 70-90 milioni di persone all’anno saranno colpite da alluvioni; il 50% delle specie vegetali perderà metà del proprio habitat, più 10 milioni di persone saranno sottoposte a ondate di calore ogni anno e ci sarà il 60% in meno di terreno disponibile per l’agricoltura.

Soenke Kreft del Munich Climate Insurance Initiative(MCII), intervenuto all’interno del side event “Insurance and comprehensive climate risk management – addressing needs of the poor and vulnerable”, insiste sulla gestione del rischio dovuto agli eventi estremi e sulla necessità di aumentare la resilienza delle popolazioni. Grazie anche alla presidenza delle Fiji, gli aspetti relativi agli impatti dei cambiamenti climatici hanno un ruolo rilevante alla COP23.

Secondo Christian Barthelt di Munich Refoundation, l’assicurazione è un buon modo per coprire il rischio residuo: “nei Paesi in via di sviluppo il 98% dei rischi non sono coperti da assicurazione; la stipula di contratti assicurativirappresenta quindi un concetto molto innovativo che può minimizzare l’esposizione al rischio”, continua Barthelt. Le assicurazioni sono infatti considerate in tutti gli aspetti dell’Accordo di Parigi: nella mitigazione, tramite l’assicurazione di energie rinnovabili; in relazione all’adattamento, per proteggere nuove infrastrutture più resilienti; e nel loss and damage, attraverso lo stanziamento di fondi adeguati per far fronte ai danni ed alle perdite subiti in seguito ad eventi calamitosi.

Nonostante non sia una tematica particolarmente affrontata negli attuali NDCs, l’approccio dopo il 2020 dovrà prevedere l’utilizzo delle assicurazioni in modo più sistematico come forma di prevenzione agli eventi calamitosi.

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