12
Dic

COP24: presentato il World Adaptation Science Programme

Continuano i resoconti dai side events presso la COP24 di Katowice. Questa volta si parla di adattamento e in particolare del nuovo World Adaptation Science Programme, il quale ha come obiettivi primari non solo rendere la ricerca in tema di adattamento più rilevante dal punto di vista politico, ma anche produrre scienza per rendere coerente l’adattamento con i presenti e futuri cambiamenti climatici. Tutto ciò è finalizzato a ridurre il gap fra la scienza dell’adattamento e la politica, supportando così il lavoro della United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC) e dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC). Ricordiamo inoltre che lo scorso ottobre è stata lanciata, fra gli altri dall’ex segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon, anche una Commissione Globale sull’Adattamento con l’obiettivo di portare visibilità politica all’adattamento al cambiamento climatico.

Proprio per via dei numerosi collegamenti fra le discipline e le organizzazioni internazionali che se ne occupano, il side event di lancio del programma ha visto la partecipazione di:

  • Ovais Sarmad, vice-segretario esecutivo della UNFCCC;
  • Elena Manaenkova, Vice Segretaria Generale della WMO (World Meteorological Organization);
  • Abdalah Mokssit, Segretario dell’IPCC;
  • Pa Ousman Jarju, Direttore della Programmazione Statale del GCF (Green Climate Fund).

Fra i punti chiave emersi durante la discussione vi è il fatto che la scienza dell’adattamento non è ancora considerata una scienza a tutti gli effetti, come ad esempio la chimica. Occorre pertanto renderla tale e implementare senza riserve le attività di adattamento sul campo. In quest’ottica, Il WASP è strutturato come il nuovo quarto pilastro del World Climate Programme (WCP) della WMO.

Riassumiamo di seguito i punti principali affrontati dai vari speaker.

Elena Manaenkova (WMO) esordisce ringraziando la UN Environment della volontà di rilanciare questo programma di adattamento. La mitigazione infatti da sola non è sufficiente: occorre consolidare le sinergie con l’adattamento, ma anche minimizzare i trade-offs fra di essi. L’idea è fare scienza, scienza dell’adattamento da implementare in un futuro molto prossimo in maniera molto pragmatica e dettagliata. Diamo il benvenuto al (letteralmente) “new baby”. In un altro passaggio del suo intervento   Manaeknova afferma: “Si dice sempre che l’adattamento è importante ma sono dieci COP che non lo percepisco centrale nella discussione. Peccato che esso non comincerà domani e nemmeno nel 2020 (con il Paris Agreement), l’adattamento è cominciato l’altro ieri!”. Il lavoro della WMO si concentra sull’adattamento riguardo settori che considera cruciali: stress idrico, sicurezza alimentare, salute ed energia. I piani nazionali dovranno imparare l’uno dall’altro per raggiungere un livello più alto: evitando di affrontare i settori separatamente, ma in maniera sistematica.

Ovais Sarmad (UNFCCC) ha evidenziato non solo la proficua collaborazione con gli altri attori (WMO, IPCC) ma anche il fatto che l’adattamento è uno dei pilastri nella lotta al cambiamento climatico. “Dal momento che siamo qui alla COP24 per rendere operativo l’Accordo di Parigi – ratificato da 184 Paesi – abbiamo il dovere di concludere con un successo i negoziati”. E ancora: “Il cambiamento climatico è sia una minaccia che un’opportunità: se infatti mettiamo in atto azioni concrete per attuare l’Accordo di Parigi e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, ne trarremo molti vantaggi”.

Abdalah Mokssit (IPCC) afferma che la scienza dell’adattamento è in grado di fornire dati da usare come ingredienti fondamentali per le strategie nazionali. Per questo, l’adattamento avrà ampio spazio nel nuovo rapporto che l’IPCC sta preparando, il quale cercherà di rendere più incisiva la scienza dell’adattamento. In particolare verrà affrontato uno dei maggiori problemi riscontrati finora ovvero il metodo di misurazione dell’adattamento.

Ha ribadito l’importanza di creare un’unità di misura per l’adattamento anche Pa Ousman Jarju (GCF) e sottolinea che questa iniziativa fornirà molte previsioni sugli impatti evitabili tramite la scienza dell’adattamento, in vista di un incremento delle capacità adattive dei Paesi. Il GCF sta lavorando con WMO su come determinare i gap istituzionali e sistemici in materia di adattamento e rafforzare il debole processo di finanziamento che ad oggi vige sul tema.

In coda all’evento, viene ribadita la forte componente umana di questo programma e in tal senso si garantisce che il comitato scientifico del WASP sta sviluppando strategie per canalizzare le varie ricerche che esistono a livello nazionale e di segretariato con l’obiettivo di arrivare nei prossimi anni ad una definitiva applicazione del programma, anche coinvolgendo direttamente portatori di interesse e attori politici.

Concludo ricordando che l’Accordo di Parigi stesso, all’articolo 7, prevede la definizione di un obiettivo globale sull’adattamento per assicurare un’adeguata risposta agli obiettivi posti dallo stesso Accordo. Ora, la questione fondamentale è: come rendere la scienza che sarà sviluppata in grado di misurare la resilienza?

di Francesco Capezzuoli

You are donating to : Italian Climate Network

How much would you like to donate?
€10 €20 €30
Would you like to make regular donations? I would like to make donation(s)
How many times would you like this to recur? (including this payment) *
Name *
Last Name *
Email *
Phone
Address
Additional Note
Loading...