DECARBONIZZAZIONE, A COP29 IL FOCUS DI UE E AGENZIA INTERNAZIONALE PER L’ENERGIA
- Decarbonizzare i settori dell’industria e dell’energia è fondamentale per raggiungere emissioni nette zero entro il 2050 e rappresenta un’opportunità economica e occupazionale.
- Il Commissario UE con delega al clima delinea la linea di azione del nuovo mandato politico della Commissione (che verrà) su clima, economia, sostenibilità e competitività.
Alla COP29 di Baku un incontro organizzato dall’Unione europea e dall’Agenzia internazionale per l’Energia (IEA) ha fatto il punto sul tema della decarbonizzazione industriale ed energetica.
Malgrado le incertezze sulla futura Commissione UE, il Commissario per l’azione climatica Wopke Hoekstra si è detto sicuro su un punto centrale del relativo mandato politico: «creare un ponte tra l’azione climatica e la politica economia», attraverso il Clean Industrial Deal.
Se di solito ci si focalizza sul ruolo dei Governi nella lotta alla crisi climatica, serve ricordare che è anche «l’industria che deve assicurarsi che la transizione pulita avvenga veramente», ha sottolineato Hoekstra parlando delle preoccupazioni di imprese, consumatori e lavoratori sui costi e i benefici della transizione, sui posti di lavoro e sulla sostenibilità delle proprie scelte. Per il Commissario UE la risposta deve arrivare dalla politica, e «sta nel trasformare la nostra economia, decarbonizzandola e avendo una strategia di decarbonizzazione», non solo per il clima ma anche come strategia economica. E «l’Unione Europea ha dimostrato e continua a dimostrare che questo può essere fatto», ha commentato Hoekstra ricordando la riduzione delle emissioni UE del 37% dal 1990 e il contemporaneo aumento del PIL del 68%. «Competitività e sostenibilità possono e devono andare di pari passo e potrebbero effettivamente essere un rafforzamento reciproco».
Rivendicando il ruolo di leadership di Bruxelles su investimenti e crescita industriale in Europa – da portare avanti con «la semplificazione e una più rapida autorizzazione per le tecnologie pulite» – Hoekstra ha sottolineato«fondamentale importanza che l’energia pulita diventi più accessibile, ma anche più conveniente, perché questa sarà alla fine il nocciolo della questione» e ha ricordato che è «assolutamente indispensabile che i governi collaborino strettamente con l’industria e con i lavoratori per comprendere le loro esigenze durante questa transizione».
Per quanto riguarda il percorso dell’Unione Europea per la transizione, Hoekstra ha parlato di investimenti per 40 miliardi attraverso il Fondo per l’Innovazione e del sistema di scambio delle emissioni, «il cuore di tutti gli sforzi» dell’UE.Sul piano della cooperazione internazionale ha ricordato i circa 300 miliardi che l’Europa sta stanziando per il periodo 2021-2027 in termini di finanziamenti, citando ad esempio i fondi di un miliardo destinati a Bangladesh e Vietnam per energia solare, eolica offshore e idroelettrica.
Tornando sul tema della competitività, il Commissario ha evidenziato la necessità di rendere l’energia accessibile economicamente: «se si guarda il prezzo che l’industria sta pagando per il gas naturale attualmente – ha detto -, è il 350% dell’importo che viene pagato negli Stati Uniti».
All’incontro sulla decarbonizzazione è intervenuta anche Ana Toni, la Segretaria per i cambiamenti climatici del Brasile, nazione che l’anno prossimo ospiterà la COP30. Toni ha ricordato che il suo Paese ha già presentato i suoi nuovi obiettivi climatici (NDC) e che per i prossimi 10 anni la sfida principale «è mantenere un’elevata quota di energie rinnovabili in un contesto di crescita dell’economia e della popolazione». La rappresentante brasiliana ha illustrato anche i focus del Paese sudamericano:
- l’industria eolica, «responsabile di migliaia di posti di lavoro in diverse parti degli stati brasiliani e di un enorme aumento della capacità per l’eolico in Brasile, che ora ha l’49% di energie rinnovabili nella nostra elettricità»;
- la filiera dell’idrogeno, per cui diverse analisi indicano il Brasile tra i Paesi con i costi di produzione più bassi, principalmente per il basso costo dell’energia eolica;
- la produzione di fertilizzanti verdi, «molto importante per l’agricoltura nella nostra base economica».
Toni ha affermato che il Brasile non ha intenzione di essere solo «una fonte di materie prime e minerali critici, ma anche elaborarli e valorizzarli in modo responsabile», e che sta studiando come attrarre investimenti esteri per la transizione.
A prendere la parola in sala anche il vice presidente per l’infrastruttura della Banca Mondiale, Guangzhe Chen. L’esperto ha sottolineato che per aumentare la decarbonizzazione industriale serve determinare il prezzo del carbonio e ha menzionato la piattaforma di matchmaking globale (GMP) lanciata a Baku sabato: «è stata progettata per collegare il Paese in cui si lavora con partner che possono fornire sistemi tecnici e finanziamenti per la decarbonizzazione rapida delle industrie ad alte emissioni», acciaio, cemento e chimica… «e naturalmente gli sviluppi industriali a zero o basse emissioni».
Articolo a cura di Paolo Della Ventura, delegato di Italian Climate Network
Immagine di copertina: foto di UN Climate Change – Kiara Worth
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