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Giu

SB52: clima e rendicontazione finanziaria – quando il diavolo è nei dettagli

di Rachele Rizzo

Questo articolo fa parte del Bollettino ICN dai Negoziati Intermedi 2021 (UNFCCC SB52)
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(foto: John Englart, Flickr)

Sebbene durante queste sessioni negoziali gran parte dell’interesse sia concentrato sul famoso articolo 6 relativo alla cooperazione per la riduzione delle emissioni, è importante mantenere alta l’attenzione su quanto stia accadendo sul tavolo della finanza, lo sviluppo e trasferimento tecnologico e il capacity building (articoli 9-10-11 dell’Accordo di Parigi).

Uno degli obiettivi dell’Accordo di Parigi è “rendere i flussi finanziari consistenti con uno scenario verso uno sviluppo a basse emissioni di gas serra e resiliente dal punto di vista climatico” attraverso l’attuazione e il monitoraggio di azioni pubbliche e iniziative private in termini finanziari e d’investimento. Inoltre nell’ambio della finanza, ma anche del trasferimento tecnologico e del capacity building, ai paesi sviluppati è richiesto un ruolo importante nel supportare i paesi in via di sviluppo, in particolare quei paesi che sono maggiormente vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici.

Per rendere questo obiettivo operativo e monitorabile, i paesi devono comunicare i propri progressi (qualitativi e quantitativi) in termini di supporto finanziario, trasferimento tecnologico e capacity building all’interno di report biennali, i quali sono inoltre tenuti in considerazione nel global stocktake. E’ importante tuttavia tenere in considerazione che gli obblighi di rendicontazione si applicano in modo differenziato ai paesi sviluppati e in via di sviluppo.

Le sessioni negoziali sono quindi focalizzate sulla definizione di quali dei flussi finanziari siano rilevanti per tale esercizio, nonché sul formato in cui i paesi debbano rendicontare i propri progressi negli ambiti definiti dagli articoli 9-11, tenendo in considerazione le modalità, procedure e linee guida sulla trasparenza discusse nell’articolo 13 dell’Accordo di Parigi.

Durante le sessioni tenutesi nella seconda settimana degli SB52, i delegati hanno avuto modo di discutere diversi elementi, contenuti in una nota informale preparata dai co-facilitatori, in particolare:

  • modalità di rendicontazione dei flussi finanziari tramite i canali multilaterali (es. organizzazioni multilaterali come le banche di sviluppo regionale o mondiale);
  • informazioni sulle modalità di rendicontazione, in particolare cercando di chiarire le modalità di presentazione dei flussi “climate-specific”, ovvero dei progetti dedicati esplicitamente al clima rispetto ai flussi di cooperazione più ampi che includono attività di mitigazione, adattamento o trasferimento tecnologico/di competenze;
  • numero e formato delle tabelle e la necessità di avere una classificazione coerente tra esse;
  • modalità di rendicontazione delle metodologie adottate e le ipotesi utilizzate per la rendicontazione, laddove non ci fosse una chiara regola o metodologia diffusa a livello globale.

La discussione ha avuto diversi livelli di approfondimento, in quanto alcuni paesi hanno preso parte attivamente alla discussione sulle tabelle e hanno apprezzato lo sforzo del Segretariato di avanzare in modo pragmatico la discussione, mentre altri paesi si sono opposti a questo approccio e hanno sollevato critiche sul processo adottato. Nel corso della discussione, alcuni paesi hanno ventilato l’ipotesi di includere informazioni anche sulle azioni portate avanti nell’ambito del loss and damage.

Sebbene nessuna decisione formale verrà presa in questa sessione negoziale, sarà importante per i paesi avanzare notevolmente in queste tematiche in modo tale da raggiungere un accordo al più presto per concludere in modo efficace il libro delle regole per l’implementazione dell’Accordo di Parigi.

Solo con chiare ed efficaci regole di rendicontazione sarà infatti possibile per le Parti e gli osservatori monitorare concretamente il progresso e l’impegno dei Paesi nel raggiungimento degli obiettivi. Una rendicontazione inadeguata sarebbe infatti inefficace e persino dannosa laddove non provvedesse a fornire informazioni utili e veritiere sullo stato di avanzamento dei lavori, diventando così uno degli strumenti utili per il global stocktake e per la valutazione dell’efficacia delle politiche intraprese dai Paesi.

Questo articolo fa parte del Bollettino ICN dai Negoziati Intermedi 2021 (UNFCCC SB52)
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