Generali disinveste dal carbone per €2 miliardi e aumenta gli investimenti green
Sulla scia di AXA, Allianz e altre 13 compagnie assicurative internazionali che negli ultimi anni hanno iniziato a ritirare i propri investimenti dal carbone per circa 16 miliardi di euro, Generali annuncia il proprio impegno a disinvestire azioni e obbligazioni per 2 miliardi e ad aumentare la quota di investimenti green a €3,5 miliardi entro il 2020. La decisione segna un passo storico, ma la mancanza di impegni concreti sul fronte delle coperture assicurative solleva qualche perplessità rispetto alla coerenza della nuova strategia.
Finalmente anche dall’Italia arrivano notizie incoraggianti sul ruolo delle società di assicurazione rispetto al finanziamento delle fonti fossili. Nella seduta del 21 febbraio il Consiglio di Amministrazione di Assicurazioni Generali ha infatti approvato una nuova strategia sul cambiamento climatico, che vede tra i suoi punti salienti la presa di impegni concreti di disinvestimento dal carbone e di aumento degli investimenti green.
Secondo quanto riportato dal comunicato rilasciato dal gruppo, Generali dismetterà gradualmente gli investimenti azionari e obbligazionari in società legate al settore carbonifero e cesserà di effettuare nuovi investimenti. Le imprese alle quali verrà applicata tale policy sono quelle i cui ricavi o la cui produzione di energia derivano per oltre il 30% dal carbone, che estraggono una quantità di combustibile fossile superiore a 20 milioni di tonnellate all’anno o che sono attivamente impegnate nella costruzione di nuovi stabilimenti o impianti a carbone. Parallelamente, il gruppo ha annunciato il proprio impegno ad aumentare a 3,5 miliardi di euro entro il 2020 gli investimenti in settori green, principalmente attraverso green bonds e green infrastructures.
Si tratta sicuramente di un significativo cambiamento di rotta per una società che spesso è stata messa sotto accusa per il proprio supporto alle attività carbonifere attraverso finanziamenti e sottoscrizione di polizze. Un passo storico, che ha visto la società civile in prima linea nello spingere il gruppo assicurativo a una presa di posizione grazie alle campagne Unfriend Coal e #DivestItaly.
L’importante decisione riguardo agli investimenti non trova però un analogo riscontro sul fronte dell’underwriting, ovvero la stipula di polizze assicurative, rispetto al quale Generali non va più in là di un generico impegno ad aumentare la quota del portafoglio premi relativamente al settore delle energie rinnovabili e a proseguire nella politica di “minima esposizione assicurativa” rispetto alle attività carbonifere. Un’espressione ambigua e facilmente contestabile se si considera il ruolo tutt’altro che secondario che il Leone di Trieste ricopre nell’assicurare progetti legati al carbone. Un ulteriore elemento di incertezza rispetto alla reale sfera di applicazione delle nuove policies riguarda l’applicazione di eccezioni in quei Paesi “dove la produzione di energia elettrica e per il riscaldamento sono ancora dipendenti, senza alternative significative nel medio periodo, dal carbone”. Nonostante Generali specifichi come tale quota di investimenti sia assolutamente marginale, in assenza di ulteriori dettagli al momento non è dato sapere come queste eccezioni siano state identificate. Il timore, quindi, è che esse possano andare a coprire anche gli ingenti investimenti nel settore del carbone in paesi come la Polonia, minando dalle fondamenta la coerenza e l’incisività della nuova strategia sui cambiamenti climatici.
“In seguito ai contatti intrapresi negli ultimi mesi con Generali, la storica decisione di disinvestimento dal carbone rappresenta una notizia che accogliamo con soddisfazione.” – ha dichiarato Riccardo Rossella, coordinatore della campagna #DivestItaly per Italian Climate Network – “Ci auguriamo al tempo stesso che tale decisione possa trovare un’effettiva ed estesa applicazione: la clausola d’eccezione non deve costituire una scappatoia per continuare a finanziare infrastrutture legate all’estrazione e produzione di carbone. La nuova strategia presenta ampi margini di miglioramento, ma rappresenta inequivocabilmente un esempio con il quale l’intero comparto assicurativo italiano è chiamato a confrontarsi. La nostra campagna continuerà pertanto a rivolgersi alle società di assicurazione del nostro Paese per chiedere l’attuazione di politiche ambiziose di disinvestimento dai combustibili fossili.”