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Giu

Giugno, mese delle piogge (anomale)

di Simone Abelli, meteorologo del Centro Epson Meteo

Durante il mese di giugno a livello europeo si è osservata una circolazione atmosferica paragonabile a quella che ha caratterizzato il mese di maggio, in cui l’evidente propensione allo sviluppo di strutture anticicloniche alle alte latitudini ha spesso esposto l’Europa meridionale e l’area del Mediterraneo a correnti perturbate e instabili che hanno causato molte fasi di maltempo. La scarsa presenza anticiclonica sull’Italia (appena 8 giorni su 30) ha favorito il transito di quattro perturbazioni a cui si aggiungono due lunghe fasi instabili per un totale di 24 giorni in cui hanno dominato nubi piogge, temporali e talvolta anche nubifragi, trombe d’aria, grandinate e allagamenti come è capitato in Emilia Romagna e Marche a metà mese, e in diverse zone del Sud e della Sicilia il giorno 20 quando in poco più di tre ore nell’area sono state osservate circa 30000 fulminazioni. In generale, a livello nazionale, le precipitazioni appaiono vicine alla norma con un leggero scarto negativo rispetto alla media (-7%). Tuttavia, questo dato mediato sull’intero territorio nazionale maschera la reale distribuzione delle piogge che vede dominare il Sud con il doppio delle precipitazioni rispetto al Nord-Ovest e al Centro, situazione decisamente anomala in un mese come giugno soprattutto per il Meridione che, nel periodo estivo, dovrebbe vivere la fase più secca dell’anno. In effetti da una parte il Centro-Nord ha evidenziato una carenza di precipitazioni, in particolare il Nord-Ovest e le regioni centrali tirreniche che hanno visto circa metà delle piogge normali. Dall’altra parte, invece spiccano le regioni Meridionali e le Isole che, subendo frequenti incursioni temporalesche, hanno sperimentato circa un numero doppio e talvolta triplo di giorni piovosi, e soprattutto un quantitativo mediamente triplo rispetto alle precipitazioni normali. Quest’ultimo dato pone il giugno 2018 al 2° posto fra i mesi di giugno più piovosi degli ultimi 60 anni per quel che riguarda il Sud e le isole maggiori, alle spalle del giugno del 1976 che è stato leggermente più piovoso. Fra le varie località bersagliate dai temporali ve ne sono alcune in cui il confronto con le precipitazioni medie, che risultano piuttosto esigue in questo periodo al Meridione, appare decisamente impressionante, come ad esempio Santa Maria di Leuca che ha visto quasi 10 volte il valore normale, oppure Catania e Trapani con accumuli circa 5 volte superiori rispetto alla media.
Nonostante i numerosi episodi di maltempo le temperature si sono mantenute ben oltre la media per gran parte del mese grazie alle masse d’aria sub-tropicale che nelle prime tre settimane hanno frequentemente raggiunto il Mediterraneo centrale determinando sulle nostre regioni due fasi particolarmente calde, una fra il giorno 10 e il 12, l’altra fra il 17 e il 22. Durante l’ultima settimana, ad esclusione dell’ultimo giorno del mese, hanno invece prevalso correnti più fresche responsabili di un generale ridimensionamento delle temperature con valori che sono scesi sensibilmente al di sotto della norma, eccetto al Nord-Ovest che è rimasto ai margini delle correnti fresche sperimentando solo due giorni leggermente sotto la media. Complessivamente, a livello nazionale, si evidenzia un’anomalia termica pari a +1.1°C rispetto alla media del trentennio 1981-2010, che pone il giugno 2018 al 7° posto fra i più caldi degli ultimi 60 anni alle spalle dei mesi di giugno del 2003 (anomalia +3.9°C), del 2017 (anomalia +2.5°C), del 2012 (anomalia +2°C), del 2002 (anomalia +1.5°C), del 2015 (anomalia +1.4°C) e del 2000 (anomalia +1.2°C). Su tale scarto medio complessivo hanno pesato molto le anomalie particolarmente pronunciate osservate al Centro con +1.2°C, al Nord-Est con +1.3°C e soprattutto al Nord-Ovest con +1.7°C, mentre al Sud e sulle Isole gli scarti, comunque positivi, sono stati più contenuti.
Dall’inizio dell’anno continuano a persistere notevoli anomalie positive, sia termiche che pluviometriche. Lo scarto di +1.1°C dei primi sei mesi dell’anno continua a mantenere il 2018 fra i primi cinque anni più caldi, mentre il surplus di piogge, solo in lieve flessione, rimane intorno a un quarto di precipitazioni in più rispetto alla media, ossia 22 miliardi di metri cubi di acqua in esubero dall’inizio dell’anno, che rappresenta una situazione diametralmente opposta a ciò che accadde nel 2017 quando a metà anno lo stress idrico ammontava a circa 20 miliardi di metri cubi d’acqua in meno rispetto alla norma.

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