global stocktake
25
Giu

GLOBAL STOCKTAKE, MANCA CONCRETEZZA

  • IPCC: Dibattito sull’allineamento con il GST; timori per l’indipendenza scientifica. Dibattito sulle fonti, equilibrio tra una moltitudine o IPCC come unica.
  • Aree tematiche: Disaccordo sull’inclusione formale di temi come Loss and Damage; alcuni paesi ritengono sufficiente il mandato attuale.
  • Prossimi passi: Accordo a proseguire con il testo provvisorio alla COP30, restano questioni aperte su tempi e governance.

Nella seconda settimana dei negoziati le discussioni sugli aspetti procedurali e logistici legati alla struttura del processo del Global Stocktake (GST), si sono concentrate sulla portata tematica e il ruolo degli input scientifici, come già prospettato dai primi giorni. Diverse Parti hanno espresso opinioni divergenti su come trattare temi come perdite e danni (Loss and Damage), giusta transizione (Just Transition), oceani e altre questioni emergenti. Alcuni Paesi, tra cui India, Cina e Arabia Saudita, hanno sostenuto che la decisione 19/CMA.1, che definisce le procedure del GST, fornisce già un quadro sufficientemente flessibile per includere questi elementi, senza la necessità di espandere formalmente le aree tematiche. Altri gruppi, come AOSIS, LDCs, AILAC e il Gruppo Africano, hanno invece spinto per riconoscere esplicitamente il Loss and Damage come area autonoma, sottolineando i recenti sviluppi istituzionali e l’urgenza del tema.

Parallelamente, si è discusso del ruolo dell’IPCC all’interno del Global Stocktake. Mentre molte Parti hanno ribadito l’importanza della scienza e della centralità dell’IPCC, il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici, sono continuate le discussioni sull’opportunità di chiedere un allineamento delle tempistiche di lavoro dell’IPCC e quelle del GST, oggi non coincidenti. Alcuni hanno avvertito che una simile richiesta rischierebbe di compromettere l’indipendenza scientifica del Panel, mentre altri hanno proposto modalità più flessibili di collaborazione.

Le discussioni hanno anche affrontato la struttura operativa del secondo Global Stocktake, che si terrà a COP33 nel 2028, con ampio sostegno all’idea di mantenere tre dialoghi tecnici e uno spazio per il lavoro intersessionale. Tuttavia, sono rimaste incertezze su come garantire un passaggio fluido verso la fase politica, sulla possibile sovrapposizione delle due fasi (quella di conclusione della definizione del processo e quella tecnica preparatoria al secondo inventario) e sulla composizione del comitato di alto livello incaricato di supervisionare i lavori.

Alla fine del negoziato, le Parti hanno concordato di trasmettere il testo di compromesso più recente come base per i negoziati a Belém. Sebbene siano rimaste alcune riserve, in particolare sul ruolo dell’IPCC, si è raggiunto un consenso nel mantenere aperte tutte le opzioni per la fase successiva. Il testo non è definitivo e dovrà essere ulteriormente discusso, come si vede dal fatto che è interamente tra parentesi quadre: adesso si punta a finalizzare le modalità operative del secondo ciclo del Global Stocktake a COP30, nonostante fosse l’obiettivo di COP29.

Articolo a cura di Anna Pelicci, capa delegazione di Italian Climate Network ai negoziati intermedi di Bonn.

Immagine di copertina: foto UN Climate Change – Lara Murillo

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