Marzo, caldo ma con coda invernale
di Simone Abelli, meteorologo del Centro Epson Meteo
Il mese di marzo è stato segnato fin dall’inizio da una sostanziale discontinuità rispetto al precedente periodo mite e siccitoso. Si sono, infatti, evidenziati gli effetti del netto cambio della circolazione atmosferica avvenuto proprio con l’inizio della primavera meteorologica. Di fatto si è sbloccata la lunga fase anomala determinata da un vortice polare molto forte che ha favorito, durante l’inverno, il sostanziale dominio anticiclonico accompagnato dal richiamo di aria molto mite verso l’area euro-mediterranea a favore di una situazione improvvisamente più caotica e dinamica. Già durante la prima decade del mese si sono fatti strada diversi affondi atlantici che hanno dato origine a una prima fase decisamente piovosa soprattutto al Centro-Nord, caratterizzata, tuttavia, da temperature non particolarmente contenute in cui hanno prevalso le giornate sopra la media rispetto a quelle nella media o sotto. Successivamente è seguita una parte centrale del mese temporaneamente più stabile e anticiclonica, e quasi costantemente più mite rispetto alla norma. Pertanto, fino all’equinozio primaverile, al di là delle condizioni meteorologiche, le temperature hanno avuto un trend mediamente crescente. Nella terza decade del mese, invece, proprio dopo l’avvio della primavera astronomica, si è venuto a configurare il classico colpo di coda invernale causato dall’irruzione di una massa d’aria artica convogliata verso il Mediterraneo da un flusso di correnti nord-orientali sviluppatesi lungo il bordo meridionale di un’area di alta pressione che nel frattempo è andata a rinforzarsi sull’Europa settentrionale in una configurazione di blocking più tipica della precedente stagione. In effetti questa tardiva irruzione artica ha fatto piombare nuovamente l’Italia in una situazione da pieno inverno con anche degli episodi nevosi a bassa quota, a tratti fin sulle coste del versante adriatico. In queste condizioni ne è scaturita anche una seconda fase molto piovosa, questa volta soprattutto al Centro-Sud dove si sono verificate locali criticità. In definitiva i due periodi piovosi hanno determinato un mese nel suo insieme un po’ più piovoso della media (anomalia +27%) ma con una distribuzione alquanto disomogenea delle precipitazioni nell’ambito delle varie macro-regioni dove sono state numerose anche le zone con accumuli inferiori alla norma. Dal punto di vista termico, le fasi con temperature oltre la media verificatesi nelle prime tre settimane sono state controbilanciate dal tracollo dell’ultima parte del mese dando luogo a un’anomalia solo lievemente positiva (+0.3°C). Chiaramente non si tratta di scarti dalla norma di particolare rilievo nell’ambito delle rispettive serie storiche e in effetti, rispetto ai mesi precedenti, si tratta di una timida ancorché temporanea oscillazione verso una situazione più normale. In realtà, ampliando la visuale, appare evidente come gli scostamenti dalla media calcolati complessivamente dall’inizio dell’anno restino decisamente ampi: l’anomalia termica di +1.4°C dei primi tre mesi del 2020 è sicuramente una fra le più elevate della serie storica, e un deficit pluviometrico pari a -36% significa in altri termini che in questo inizio della stagione primaverile mancano all’appello circa 15 miliardi di metri cubi di acqua a livello nazionale.
Secondo le elaborazioni del Copernicus Climate Change Service per il continente europeo il mese di marzo rappresenta il 6° più caldo dal 1979, con un’anomalia di circa 2°C sopra la media del trentennio 1981-2010. Sono risultate sensibilmente sopra la media le temperature nei Paesi orientali, vicino alla media o localmente anche sotto, invece, nelle zone occidentali. Al di fuori dell’area continentale, sono state osservate temperature ben al di sotto della media intorno e sopra l’arcipelago delle Svalbard a causa della maggior estensione dei ghiacci rispetto alla norma; sopra la media, invece, fra l’Islanda e l’est della Groenlandia per la minor estensione rispetto alla media dei ghiacci in tale area.
Globalmente marzo rappresenta il 2° più caldo dopo quello del 2016, con uno scarto che, secondo le elaborazioni della NOAA, è pari a 1.16°C sopra la media del XX secolo. Particolarmente ampia l’anomalia in gran parte dell’Asia, negli Stati Uniti orientali e nel Sud America meridionale con valori oltre 2°C sopra la media. Marzo 2020 rappresenta anche il 3° mese più caldo in assoluto insieme a febbraio 2020 e dicembre 2015; solo febbraio e marzo 2016, in occasione del forte episodio di Niño, sono più caldi. Prendendo in considerazione esclusivamente i periodi con condizioni neutre di Niño, i primi tre mesi del 2020 rappresentano i più caldi con in testa proprio il mese di marzo che, in queste condizioni, è per il momento il più caldo.