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Dic

Migranti climatici: quale ruolo nell’accordo di Parigi?

di Elisa Calliari – Agenzia di Stampa Giovanile

A partire dalla COP 16 (Cancún), il tema delle migrazioni dovute al clima  ha acquisito un rilievo crescente all’interno processo UNFCCC, venendo ufficialmente riconosciuto nell’ambito del Cancun Adaptation Framework come una strategia di adattamento.

Dalla sessione di Doha (COP18) il tema è stato progressivamente ancorato alla spinosa questione del Loss and Damage (L&D), ritagliandosi una specifica area d’azione all’interno del piano biennale del meccanismo, stabilito a Varsavia nel 2013 (“Warsaw International Mechanism on Loss and Damage“).

Non a caso, nella bozza d’accordo attualmente in esame a Parigi, migrazione e L&D sono indissolubilmente legati. La proposta del G77+Cina sull’articolo 5 del testo (relativo proprio a tale tematica) avanza infatti la creazione di una “climate displacement coordination facility”, con l’obiettivo di supportare e coordinare la rilocazione delle popolazioni colpite da eventi estremi nei paesi in via di sviluppo più vulnerabili.

Il meccanismo dovrebbe aver il compito non solo di facilitare le fasi di gestione dell’emergenza, ma anche di supportare processi di migrazione e rilocazione pianificata.

E’ interessante notare come nella bozza di accordo discussa lo scorso febbraio si facesse anche riferimento a “misure di compensazione per le persone dislocate a causa dei cambiamenti climatici”: nonostante tale linguaggio sia stato abbandonato nei round negoziali successivi, la risposta dei paesi industrializzati è stata comunque tiepida. Ad esempio, la proposta di testo avanzata dall’Umbrella Group (composto da Stati Uniti, Australia, Canada, Giappone…) fa unicamente riferimento all’opportunità di migliorare la “la comprensione, il coordinamento e la cooperazione in materia di migrazioni”, tacendo su possibili implicazioni operative.

Nonostante la pressante attualità del tema, il dibattito intorno alle funzioni ed al rendere operativa la proposta del G77 è ancora piuttosto scarso. L’effettiva portata della proposta e la sua (eventuale) collocazione all’interno dei risultati della conferenza di Parigi (Accordo o decisioni) resta tutta da determinare, sia a causa dell’ampiezza del linguaggio utilizzato nella proposta stessa, sia per le sfide nel delineare i rapporti causali tra cambiamenti climatici e fenomeni migratori.

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