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Giu

SB52: progressi e limiti nell’inclusione dei popoli indigeni ai tavoli sul clima

di Andrea Scarpello e Giulia Persico

Questo articolo fa parte del Bollettino ICN dai Negoziati Intermedi 2021 (UNFCCC SB52)
Per iscriverti al nostro Bollettino, visita www.italiaclima.org

(foto: John Englart, Flickr)

Il 3 Giugno, durante la prima settimana dei negoziati intermedi, si è svolto un evento focalizzato sull’implementazione di buone pratiche per le popolazioni indigene (IP) e le comunità locali (LC) per partecipare alle politiche e alle azioni per il clima. La COP ha riconosciuto la necessità di rafforzare le conoscenze, le tecnologie, le pratiche e gli sforzi di queste comunità per affrontare i cambiamenti climatici. E’ stato quindi istituito il LCIPP (Local Communities and Indigenous Peoples Platform (LCIPP), per lo scambio di esperienze e la condivisione delle migliori pratiche sulla mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico da parte di queste popolazioni.

Durante la sessione il Segretario Esecutivo del LCIPP si è espresso circa i grandi progressi nell’implementazione del piano di lavoro biennale della piattaforma per il periodo 2020-2021, parlando della COP26 come di un’opportunità per rafforzarlo e per ottenere risultati concreti. Ha sottolineato come la LCIPP possa giocare un ruolo importante nella necessità di riorientare il modo in cui interagiamo con la Natura, grazie alle conoscenze e i valori positivi accumulati attraverso le generazioni e circa la necessità di riunirsi e sfruttare il potere dei diversi sistemi di conoscenza. Inoltre ha sottolineato la fondamentale importanza di questa piattaforma, poiché se la stessa continuerà a lavorare al fianco delle Parti, si avranno molte più possibilità di costruire un mondo resiliente al clima per tutti e raggiungere gli obiettivi di Parigi. Allo stesso modo a riguardo si è espresso il co-presidente del LCIPP Clement Yow Mulalap. 

Andrea Carmen – Co-Chair, ha fatto riferimento al dialogo durante gli informali come facente parte dell’Attività 10 dell’attuale piano di lavoro incentrato sulla partecipazione di LCIPP alla politica climatica nazionale, affermando come la LCIPP sia essenziale per lo sviluppo e l’attuazione di politiche forti ed efficaci. Gran parte del lavoro di LCIPP si è concentrato sulla creazione di un portale web, webinar sul coinvolgimento della conoscenza indigena, agenda per il Global Gathering alla COP26.

Diversi Paesi si sono espressi durante la sessione come lo Zambia, che  ha affermato che nonostante IP e LC siano partner essenziali nella creazione di una politica climatica nazionale efficace, non sono sempre inclusi nei processi. Ha inoltre sottolineato l’importanza delle buone pratiche e della condivisione delle conoscenze per motivare le nazioni a migliorare l’ambizione, come da focus dell’Attività 10 del piano di lavoro LCIPP e del.Facilitative Working Group per coordinare le attività.

Il Ministero dell’Ambiente finlandese  per conto dell’UE, ha posto la questione dei Sami che affidano il loro sostentamento all’Artico, che sta vivendo un rapido riscaldamento. Di particolare rilevanza l’intervento del governo canadese, il quale ha riconosciuto le terre del popolo Algonquin e specificato l’importanza di identificare e integrare le diverse prospettive e esigenze dei popoli indigeni nelle conversazioni climatiche. Di questo modo, il Canada si compromette a riconoscere i diritti e le conoscenze indigene e a stimolare la cooperazione tra gli stessi e i funzionari governativi per raggiungere il suo obiettivo di decarbonizzazione delle emissioni al 2050.

Pasang Dolpa Sherpa, in rappresentanza dei popoli indigeni dell’Asia, ha annunciato che molti paesi asiatici hanno già un piano di adattamento nazionale che affronta rigorosamente gli impatti dei cambiamenti climatici dando la priorità alle popolazioni locali e indigene. Esempi di tale inclusione sono il Nepal, che ha già implementato trattati internazionali dei diritti umani e climatici rispettando il sistema e i valori tradizionali e conoscitivi indigeni e la Thailandia, che ha già approvato politiche e pratiche in supporto delle comunità indigene nel suo territorio.

Anche l’Organizzazione Internazionale del Lavoro delle Nazioni Unite (OIL) ha partecipato al dialogo, raccomandando alla LCIPP di elaborare strategie per la creazione e il rafforzamento delle istituzioni governative responsabili degli affari indigeni con il fine di assicurare la partecipazione dei popoli indigeni alla formulazione, attuazione e valutazione delle politiche climatiche efficaci e coerenti con i loro diritti umani e conoscenze ancestrali.

Tuttavia, l’attuazione di tali meccanismi rimane una sfida. Dall’assenza dati disaggregati a livello nazionale e locale, essenziali per lo sviluppo di politiche di adattamento climatico basate sulle esigenze e conoscenze dei popoli indigeni, alla difficoltà linguistica, dovuta al fatto che la maggior parte degli indigeni non riesce a partecipare ad un discorso climatico dominato dall’inglese.

Questo articolo fa parte del Bollettino ICN dai Negoziati Intermedi 2021 (UNFCCC SB52)
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