Side Event – La proposta “shock” dagli Stati Vulnerabili
di Gabriele Motta e Chiara Pellegrino
All’alba del 1 Dicembre, è nato il programma più ambizioso della COP21 per tagliare le emissioni e contrastare il cambiamento climatico. Gli autori della proposta più progressista sono i 20 paesi del Climate Vulnerable Forum(CVF).
Per citare solo alcuni dei membri del Forum, ci sono Filippine, attuale Presidente, e Costa Rica, che nel pomeriggio della stessa giornata hanno ricevuto il premio “Ray of the day” da parte del Climate Action Network, la più grande piattaforma che riunisce le ONG del settore climate change. Si tratta di un riconoscimento assegnato rarissimamente ai quei paesi che si distinguono per una posizione progressista shock nel corso dei negoziati.
L’obiettivo del Climate Vulnerable Forum è di mantenere il riscaldamento globale sotto il tetto di 1,5 gradi entro il secolo (contro i 2 gradi dell’UE e di gran parte degli altri paesi) e allo stesso tempo di completare la decarbonizzazione entro il 2050 (contro il 2100 dell’UE).
Italian Climate Network sostiene la posizione del CVF e la rilancia con l’iniziativa di YOUNGO, la constituency dei giovani presso la COP21, per chiedere ai negoziatori dei vari paesi di firmare una dichiarazione di principio: Faremo il necessario per assicurare la sopravvivenza di ogni paese e di ogni persona (We will do what it takes to ensure the survival of all countries and people). Molte delegazioni, tra cui quella italiana, hanno già aderito. Ci auguriamo vivamente che le parole diventino fatti nel più breve tempo possibile.
Faremo il necessario per assicurare la sopravvivenza di ogni paese e di ogni persona
(We will do what it takes to ensure the survival of all countries and people)
In questi giorni la Repubblica delle Filippine si sta dimostrando decisa a spronare gli altri paesi ad essere più ambiziosi e ha una presenza dinamica all’interno di diversi side event.
Raymond E. Liboro, rappresentante e esperto del governo filippino sul tema della gestione del rischio ambientale, è intervenuto alla conferenza stampa di presentazione dell’Index 2016 di Germanwatch sui paesi più a rischio per gli eventi estremi legati al cambiamento climatico. Secondo lo studio del think tank tedesco, le Filippine occupano il quarto posto tra i paesi più a rischio di eventi estremi e sono in ascesa di una posizione rispetto al 2015. In questa occasione è emersa l’importanza dell’analisi scientifica del fenomeno, per fornire informazioni utili ai policymakers e infine sbloccare i fondi per curare, ma soprattutto per prevenire i disastri ambientali.