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Stallo negoziati COP25, Decreto Clima, EU Green Deal visti dall´Italia

Oggi Mercoledì 11 dicembre, Italian Climate Network, associazione italiana sul clima, ha commentato da Madrid e Milano l’avanzamento dei negoziati sul clima di COP25, il Decreto Clima Italiano, e l’European Green Deal. Di seguito trovate i commenti degli esperti dell’associazione.
 
«Vede finalmente luce il DL Clima che pone delle misure emergenziali sulla qualità dell’aria, evidenziando alcuni settori di intervento in cui la politica climatica del nostro Paese dovrà concentrarsi con maggior attenzione e vigore quali la mobilità privata e pubblica. Un primo positivo inizio è la trasformazione del CIPE in CIPESS (Comitato interministeriale per la programmazione e per lo sviluppo sostenibile) che auspichiamo inizi subito il proprio lavoro per essere operativo nel 2021. Un primo passo è fatto, e auspichiamo che l’ambizione – parola guida dei negoziati di Madrid – diventi tale anche nelle prossime proposte legislative, con nuove componenti di un progetto legislativo Clima. Si deve partire innanzitutto dalla Legge di Bilancio, e dall’apporto del EU New Deal», ha dichiarato la presidente di Italian Climate Network, Serena Giacomin.
 
«Il negoziato tecnico è stato particolarmente complesso su tutti i fronti: il risultato in sintesi è stato il rinvio di molti punti critici alla prossima sessione di negoziati. È significativo il mancato accordo su alcuni punti relativi alla trasparenza (la verifica delle procedure sulla generazione dei dati delle emissioni e l’effetto delle azioni implementate): di questo mancato accordo sembra che la responsabilità sia della Cina, che ha preso posizioni diverse e molto più rigide che nel passato. Fino a Venerdì è in pieno svolgimento il confronto a livello politico, con la presidenza cilena che ha indetto una serie di consultazioni sui temi ancora da definire per cercare di trovare un equilibrio trasversale politico. Tuttavia il ritardo nella conclusione dei negoziati tecnici potrebbe influire sulla capacità di raggiungere un accodo politico. I temi sul tavolo sono finance (finanziamenti per la transizione verso i paesi più poveri), adattamento, loss&damage e meccanismi flessibili. Inoltre sarebbe importante uscire dalla COP25 con una road map chiara per la definizione dell’agenda della COP26. Si rischia un fallimento? È possibile, se fallisce l’accordo sulla maggioranza dei punti sopra elencati. Ma prendiamolo solo come un alt temporaneo nel caso, che spingerà tutti a fare di più nel 2020», ha dichiarato Stefano Caserini, policy advisor di Italian Climate Network.
 
«La comunicazione della Commissione UE sull’European Green Deal è sicuramente un passo positivo e importante per l’UE, perché è un atto essenziale per il percorso che dovrà portare l’UE ad approvare un pacchetto di legislazioni coerenti con l’Accordo di  Parigi. L’obiettivo alla base delle comunicazioni, emissioni nette di gas a effetto serra nel 2050, mette infatti l’UE “in track” con l’obiettivo di contenere l’aumento delle temperature “ben al di sotto dei 2°C”. Ciò permetterà all’UE di essere anche più equa e prosperosa, con un’economia più moderna, efficiente e competitiva. Italian Climate Network da il benvenuto all’annuncio di un meccanismo di “carbon border adjustment” (dazi collegati all’impronta carbonica dei beni importati) per ridurre il rischio di una competizione scorretta da parte di aziende di paesi che non prenderanno impegni di riduzione delle emissioni climalteranti. Infine è da rilevare l’istituzione di un fondo per la “Just Transition”, ossia per politiche che proteggono le persone più povere da potenziali effetti distorsivi delle politiche climatiche», spiega Jacopo Bencini, policy advisor di Italian Climate Network.
 
 
 
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