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30
Set

Youth4climate suona la sveglia alla politica a un mese da COP26

di Jacopo Bencini, Policy Advisor e UNFCCC contact point

Chi ha avuto modo, negli ultimi cinque, dieci anni, di partecipare a processi partecipativi giovanili a livello internazionale si è abituato ad un formato ormai classico, ripetitivo: molti giovani da nazionalità diverse, insieme nello stesso luogo per alcuni giorni, per produrre una carta dei valori o un’agenda al termine del processo. Per chi come noi di Italian Climate Network si occupa di giovani queste dinamiche sono ben note e nota è la frustrazione che spesso accompagna i partecipanti a qualche mese dal termine dei lavori, quando i loro desiderata – magari costati ore di sonno tra scrittura, dibattito, rifinitura – vengono platealmente disattesi o ignorati dai leader cui vengono indirizzati. Quando, nel 2019, siamo venuti a conoscenza dell’idea del Governo italiano di costruire un evento di questo tipo sul clima, inserito nel flusso decisionale UNFCCC verso COP26, molti tra noi hanno avuto una sensazione di già visto. Il rischio era oggettivamente alto, ma non è andata così.

In questi tre giorni quasi 400 delegati giovanili, ragazze e ragazzi da tutti i Paesi UNFCCC (quindi, sostanzialmente, da tutto il mondo) hanno preso parte a qualcosa di diverso. Dopo mesi di riunioni in videoconferenza per discutere le linee guida di quello che sarebbe poi diventato il testo da portare ai Ministri di Pre-COP26, i delegati hanno potuto lasciare i loro Paesi (per molti di loro per la prima volta dall’inizio della pandemia) per arrivare a Milano, incontrarsi, confrontarsi, portare avanti il lavoro sul testo.

In piena coscienza, questi giovani hanno ravvivato in prima persona i negoziati sul clima – quelli intermedi online di giugno 2021 non fanno davvero testo in questo senso. Si è tornati fisicamente a incontrarsi in una città. Un governo ha curato l’organizzazione, gli accrediti, esperti del Ministero seguivano i singoli tavoli e facilitavano il lavoro assieme a rappresentanti della società civile (come la nostra Marirosa Iannelli, nel ruolo di Youth Advisor). Quello che poteva sembrare, alla vigilia, una sorta di simulazione di negoziato per giovani è invece diventato un momento quasi ri-costituente dell’intero processo negoziale internazionale. Ragazze e ragazzi hanno vissuto il loro compito con professionalità, complici forse l’emozione e la responsabilità di questa prima vera ripartenza.

Già da martedì (28 settembre, primo giorno di lavori, ndr) molti delegati incontrati a margine dei lavori ci dicevano di accorate discussioni nei gruppi di lavoro, tutte volte a fornire alle proposte maggiore ambizione e specificità, pur in un contesto necessariamente globale. La sensazione di dover dire poche cose, ma incisive per non essere ignorati era ben presente in sala. Grande attenzione è stata data ai temi della creazione di posti di lavoro verdi, al disinvestimento degli attori privati, al turismo sostenibile, all’accesso alla finanza climatica ed alla questione del debito dei paesi più poveri. Già martedì girava però voce che dal gruppo 3, che si occupava di attori non statali, sarebbe uscita la proposta principale e più politicamente ambiziosa di tutte.

La proposta c’era ed è rimasta inalterata nel testo, fino ad apparire stamani sul maxischermo della sala plenaria alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, del Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, del Commissario Europeo al Green Deal Frans Timmermans, dell’inviato speciale degli Stati Uniti John Kerry, dei Ministri dell’Ambiente e della Transizione dei 50 Paesi che stanno prendendo parte, da poche ore, alla Pre-COP26. Tramite quel maxischermo e la voce dei loro rappresentanti i giovani di Youth4climate hanno chiesto ai potenti del mondo una transizione ecologica rapida, inclusiva, attenta ai più vulnerabili e ai diritti umani, basata – questo il punto centrale – sul completamento dell’uscita dai combustibili fossili già dal 2030 a livello globale.

Per chi come noi di ICN partecipa attivamente ad azioni di pressione e advocacy, soprattutto a livello europeo, promuovendo obiettivi politici ambiziosi, sentire i giovani tornare a parlare di phase out al 2030 è quasi una doccia fredda in positivo. Da anni, infatti, anche a Bruxelles, come a Roma e alle Nazioni Unite, si tende a spostare in avanti il termine ultimo degli obiettivi di più largo respiro a causa della presunta impossibilità tecnica e politica di perseguirli, a condizioni attuali. Negli anni si è passati dal 2030 al 2040, quindi al 2050. La trappola del posporre pur di trovare un compromesso non ha risparmiato quasi nessuno. Queste ragazze e questi ragazzi con la loro determinazione e senso di responsabilità ci hanno invece fatto una domanda, alla quale i leader devono ora rispondere: “ma è veramente impossibile?”.

I testi presentati questa mattina in plenaria non rappresentano ancora una versione completa e definitiva: troppo dense di contenuto le bozze prodotte nelle tre giornate, troppo disallineati gli esiti dei quattro gruppi di lavoro. Nella volontà di dare maggiore incisività al processo – anche sotto richiesta di molti delegati giovanili – il governo italiano ha, quindi, deciso di tenere aperta la piattaforma online di Youth4climate fino al prossimo 25 ottobre 2021, per permettere ai delegati di continuare a lavorare sui testi affinché siano poi presentati a COP26. Con questa mossa, sicuramente concertata tra i governi italiano e britannico, si altera la struttura politica inizialmente prevista, dove Youth4climate avrebbe dovuto portare i propri contenuti alla Pre-COP26, mentre la Conference of Youth (COY) come sempre organizzata dal basso da YOUNGO avrebbe portato le proprie considerazioni in sede di COP26 a Glasgow. Con questa mossa i due processi si riallineano e come Italian Climate Network speriamo possano trovare organicità attraverso la collaborazione tra i delegati giovanili di Milano ed i loro pari selezionati come anno tramite YOUNGO – questo scambio è in realtà già iniziato a Milano, con le due co-portavoce di YOUNGO presenti alla Youth4climate e la nostra volontaria e coordinatrice del Progetto Scuola Giulia Persico nel ruolo di observer YOUNGO alla Pre-COP26.

Ad un mese esatto da COP26 il più grande evento giovanile sul clima organizzato da un governo nazionale ha suonato la sveglia per i governi stessi, con una domanda semplice quanto difficile per chi non vuole o non sa trovare una risposta. Risposte che queste ragazze e ragazzi vogliono oggi con forza.

Questo articolo del Bollettino COP di ICN fa parte del progetto EC DEAR SPARK. ICN monitora i negoziati e riporta quanto accade in italiano e in inglese, sul nostro sito e sui canali social, come parte di un consorzio paneuropeo di oltre 20 organizzazioni no-profit impegnate nel promuovere la coscienza climatica con particolare attenzione al ruolo dei giovani e ai temi della cooperazione internazionale e delle politiche di genere.

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