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16
Nov

BOGA, I NUOVI MEMBRI E L’INVITO ALL’ABBANDONO DEL FOSSILE

Nella giornata di COP27 dedicata all’eliminazione dei combustibili fossili si è aperto tra gli applausi del pubblico il side event di BOGA – Beyond Oil and Gas alliance, ‘Alleanza per andare oltre al petrolio e al Gas’. Siamo ormai arrivati alla decima giornata di negoziato, e l’applauso ha accompagnato anche l’inizio del discorso di benvenuto del Ministro danese, Dan Joergensen, il quale ha rinnovato l’invito a tutti i Paesi ad allontanarsi dall’uso dei combustibili fossili. In questo senso il BOGA, creato durante la Conferenza delle parti dell’anno scorso, COP26, è un’alleanza internazionale di governi e parti interessate che collaborano per facilitare l’eliminazione gestita della produzione di petrolio e gas. L’alleanza è stata fondata da Costa Rica, Danimarca, Francia, Groenlandia, Irlanda, Québec, Svezia e Galles, e mira a sollevare la questione dell’eliminazione graduale della produzione di petrolio e gas nei dialoghi internazionali sul clima. Inoltre, i fondatori si impegnano a porre fine a nuove concessioni, licenze o leasing per la produzione e l’esplorazione di petrolio e gas e a fissare una data allineata in linea con l’Accordo di  Parigi per porre fine alla produzione e all’esplorazione di petrolio e gas sul territorio su cui hanno giurisdizione. I “membri associati” sono la California e la Nuova Zelanda, mentre gli “amici del BOGA” sono l’Italia, la Finlandia, il Lussemburgo e ora le Figi.

Il lancio di BOGA alla COP26 dell’anno scorso aveva suscitato enorme interesse ma, a distanza di un anno, l’impeto con cui era stato accolto a Glasgow rischiava di affievolirsi successivamente agli ultimi avvenimenti. Difatti, non solo l’esplorazione di petrolio e gas è cresciuta dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, ma il nuovo presidente del Costa Rica Rodrigo Chaves Robles ha preso le distanze dagli obiettivi dell’alleanza. C’era dunque la necessità di dare un segnale forte che si è realizzato  dalle primissime parole di Joergensen il quale ha ribadito l’esigenza di riconoscere che la crisi energetica sia guidata da un’eccessiva dipendenza dai combustibili fossili. I rischi di affidarsi a carbone, petrolio e gas sono più evidenti che mai, e BOGA e i suoi membri – ha continuato il ministro – hanno compiuto progressi significativi quest’anno, “nonostante i venti contrari”. 

Sono seguiti annunci importanti: il Portogallo, che a COP26 era entrato a far parte dell’Alleanza come membro associato, diventa a tutti gli effetti un membro centrale (core member). “Il Portogallo è ora un membro centrale delle iniziative del BOGA e farà di tutto per promuovere gli obiettivi del BOGA” ha detto Duarte Cordeiro, Ministro dell’Ambiente e dell’Azione per il clima.
La Francia ha confermato che completerà lo stop a tutti i crediti all’esportazione dei combustibili fossili entro gennaio 2030. Successivamente la parola è passata al governatore dello Stato di Washington, Jay Inslee, che ha annunciato di essersi unito all’alleanza. 

A porsi a capo della leadership regionale di questa alleanza è stato il Canada, che attraverso le parole di Benoi Charette, Ministro dell’Ambiente e della lotta al cambiamento climatico, ha annunciato che il Québec è la prima giurisdizione del Nord America ad aver gradualmente eliminato l’estrazione e l’esplorazione di petrolio e gas. Ha poi aggiunto: “utilizziamo ancora i combustibili fossili, ma è un buon modo per dire che dobbiamo essere sempre meno dipendenti, anno dopo anno. L’asticella della leadership climatica sembrerebbe alta, nonostante paesi come Stati Uniti e Canada siano poi, di fatto, i principali ostruzionisti nelle sale negoziali. A tal proposito, il governatore ha aggiunto: “siamo supernazionali perché andiamo sempre più lontano del governo federale”. A confermare la tendenza del governo federale, però, ci pensa la California: sedia vuota per Gavin Newsom, governatore del paese, invitato per rendere la California un membro a pieno titolo del BOGA e impegnarsi a eliminare gradualmente i fossili. 

Non sono mancati commenti sul piano dell’India di introdurre una menzione ai combustibili fossili all’interno del testo finale che emergerà dalla COP27. “Dovremmo approfittarne”, ha detto l’ambasciatore del clima francese Stephane Crouzat, “anche se l’India intende farlo per distogliere l’attenzione dal carbone”. Altri tre paesi si sono uniti al coro degli “amici di BOGA”: Cile, Tuvalu e Kenya. Quest’ultimo è particolarmente rilevante in quanto si tratta del primo paese africano ad unirsi all’alleanza ed ha deliberatamente dichiarato di “non sfruttare le proprie risorse di combustibili fossili per salvare il pianeta”. 

L’Alleanza Beyond Oil and Gas continua a crescere: ora conta 19 membri in tutti i continenti. A un anno dalla creazione di BOGA, il rischio della dipendenza dai combustibili fossili e la necessità di accelerare la transizione dal petrolio e dal gas verso energie pulite non sono mai stati così evidenti. Questi leader stanno agendo esattamente sulla base di queste evidenze: affrontare la crisi climatica significa lasciarsi alle spalle i combustibili fossili. L’entusiasmo che ha accolto gli annunci relativi ai nuovi membri rispecchia il desiderio della società civile di vedere passi in avanti sempre più concreti, con i Paesi più ricchi che si muovono per primi e più velocemente. 

Articolo a cura di Klarisa Stafa, volontaria Italian Climate Network

Immagine in copertina: foto di Klarisa Stafa

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