Bonn, in attesa di Trump i Paesi fanno sul serio
di Federico Brocchieri
Si è chiuso nel tardo pomeriggio di ieri a Bonn il negoziato intermedio dell’UNFCCC, sessione preparatoria in vista della COP23 prevista a novembre.
Nel corso delle due settimane di negoziato, i Paesi hanno lavorato in maniera intensa a tutte le questioni in agenda nel cosiddetto Paris Work Programme, ovvero i temi dell’Accordo di Parigi che necessitano di implementazione per diventare operativi: mitigazione, caratteristiche dei Contributi Nazionali Volontari (NDCs), adattamento, trasparenza e tanto ancora. Non sono mancati i momenti di scontro, che hanno visto due blocchi contrapporsi su molti aspetti: Unione Europea da un lato, Cina e G77 dall’altro.
Il messaggio è chiaro: si va avanti anche senza gli USA
L’aspetto essenziale da sottolineare è la risolutezza con cui i Paesi sono entrati nel merito delle questioni tecniche, con la preparazione di documenti estremamente dettagliati per raccogliere i vari input su ognuno dei temi affrontati. Le discussioni non hanno risentito quasi per nulla della posizione ambigua degli Stati Uniti, i quali hanno cercato per quanto possibile di non sbilanciarsi eccessivamente circa il futuro.
Lontano dai riflettori, l’ambizione dell’Accordo di Parigi si deciderà nei prossimi diciotto mesi
E’ fondamentale che questi elementi siano definiti in maniera chiara ed ambiziosa entro la scadenza della COP24, prevista in Polonia nel 2018: sarà proprio nei prossimi mesi, nel corso di sessioni negoziali che probabilmente non coglieranno l’attenzione dei media, che si determinerà la reale portata dell’Accordo di Parigi. I prossimi 3 negoziati saranno importanti quanto se non più della COP21.
Oltre la scienza: educazione e comunità indigene al centro
Dopo l’inserimento di un articolo specifico all’interno dell’Accordo di Parigi, il tema dell’educazione comincia a farsi strada all’interno dei negoziati sul clima: nel corso di questa conferenza sono stati organizzati diversi eventi paralleli per discutere di come potenziare l’educazione relativamente al cambiamento climatico a livello nazionale ed internazionale. Inoltre, è stata adottata una piattaforma d’azione per i popoli indigeni, che aiuterà a formalizzare il loro ruolo nel processo facilitandone la partecipazione. In questo modo, si spera possano far sentire in maniera più forte e decisa le proprie istanze.
Seguiranno nei prossimi giorni analisi dettagliate dei vari elementi discussi, per valutare il grado di ambizione delle decisioni prese. Grazie per averci seguito in queste due settimane di lavori!