COP26 SI APRE CON IL WORLD LEADER SUMMIT
La COP26 è iniziata con il World Leader Summit, due giorni di confronto tra le maggiori autorità dei Paesi partecipanti.
La cerimonia di apertura del Summit ha visto per primo l’intervento del Primo Ministro britannico, Boris Johnson, il quale ha elencato i potenziali impatti del cambiamento climatico se dovessimo raggiungere i +2°C, i +3°C e i +4°C di incremento di temperatura media globale rispetto al periodo preindustriale. Più aspetteremo ad agire e più gli effetti saranno catastrofici. È necessario agire subito, con velocità ed efficienza.
Anche il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha ribadito la necessità di aumentare l’ambizione durante questa COP26. Tutti i Paesi entro la fine della COP dovrebbero rivedere i loro obiettivi negli NDCs, senza aspettare altri 5 anni come previsto dall’Accordo di Parigi. Non è pensabile che gli impegni presi fino ad ora a livello globale portino ad un aumento di temperatura di +2.7°C come da scenari attuali, bisogna – ha ripetuto Guterres – necessariamente rimanere entro gli 1.5°C. Lo stesso è stato ribadito dalla Cancelliera tedesca Angela Merkel, perché anche la società civile si aspetta che entro la fine della COP26 le Parti (i Paesi, ndr) migliorino i loro NDCs. Il Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi ha però sottolineato che, durante il G20 appena trascorso, i leader hanno deciso per la prima volta di limitare il riscaldamento globale a +1.5°C e di sospendere i sussidi al carbone entro la fine dell’anno prossimo.
Durante gli interventi è emersa anche la necessità di controllare le azioni e gli impegni degli attori privati per arrivare alla neutralità climatica. Dalla pandemia COVID-19 abbiamo imparato che se i governi sono d’accordo, il settore privato può aiutare molto a velocizzare i processi, e lo stesso potrebbe valere nella lotta contro il cambiamento climatico. Gli attori privati sono pronti a lavorare e a collaborare con i governi nazionali, come ha affermato il Principe Carlo.
I fondi per gli investimenti ci sono, occorre localizzarli in modo adeguato e in tempi brevi
Un tema ricorrente in tutti gli interventi, sottolineato soprattutto dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, è stato quello dei finanziamenti ai Paesi più bisognosi. Gli impatti del cambiamento climatico sono ormai evidenti a tutti, e i costi della distruzione stanno superando i costi per la prevenzione, soprattutto per i Paesi più poveri. Anche in questo caso è il settore privato da coinvolgere. I fondi per gli investimenti ci sono, bisogna localizzarli in maniera adeguata e in tempi brevi. Questo è il compito che deve avere la World Bank e le banche di Development: definire delle guide per poter investire questi fondi. Bisogna puntare sulla resilienza e uno sviluppo sostenibile dei Paesi in via di sviluppo.
Importanza si è data anche all’azione dei giovani, che negli ultimi anni hanno portato il tema del cambiamento climatico in cima all’agenda politica. Eventi come la Youth4Climate tenutasi a Milano devono essere riproposti prima di tutte le COP, per mettere al centro le loro proposte.
È giunto quindi il momento di agire, sappiamo cosa dobbiamo fare e la popolazione mondiale sta chiedendo azioni decisive per contrastare il cambiamento climatico, così ha concluso il Principe Carlo.
Dobbiamo agire per garantirci un futuro.
di Francesca Casale, Volontaria Italian Climate Network alla COP26
Questo articolo del Bollettino COP di ICN fa parte del progetto EC DEAR SPARK. ICN monitora i negoziati e riporta quanto accade in italiano e in inglese, sul nostro sito e sui canali social, come parte di un consorzio paneuropeo di oltre 20 organizzazioni no-profit impegnate nel promuovere la coscienza climatica con particolare attenzione al ruolo dei giovani e ai temi della cooperazione internazionale e delle politiche di genere.