COP27 COMMERCIO INTERNAZIONALE CAUSA CLIMATICA
07
Nov

COP27, IL COMMERCIO INTERNAZIONALE PUÒ AIUTARE LA CAUSA CLIMATICA?

Ai margini di COP27, la Direttrice generale dell’Organizzazione mondiale del commercio (World Trade Organization, WTO) Ngozi Okonjo-Iweala ha presentato l’ultimo World Trade Report, che include nuove analisi e raccomandazioni su come il commercio internazionale può amplificare gli sforzi globali volti a contrastare il cambiamento climatico.

Come ha affermato Okonjo-Iweala, il commercio è uno dei pezzi mancanti del puzzle per risolvere la crisi climatica, un aspetto di cui qualsiasi politica climatica non può non tener conto. Il commercio internazionale, pur avendo un impatto considerevole sulle emissioni di CO2, può anche svolgere un ruolo chiave nell’accelerare la transizione energetica, stimolando innovazioni nel campo delle tecnologie a basse emissioni. Un esempio significativo è il boom del commercio di impianti fotovoltaici, che ha contribuito a rendere l’energia solare molto più conveniente dal punto di vista dei costi, anche rispetto alle fonti fossili: il costo è infatti diminuito del 97% dal 1990 a oggi, e le economie di scala che hanno reso possibile questo calo sono state favorite dal commercio e dalle catene di approvvigionamento globali.

È dunque importante secondo Okonjo-Iweala non trincerarsi nel protezionismo e creare blocchi commerciali separati. La frammentazione delle catene di approvvigionamento non fa che ritardare la transizione a un’economia sostenibile.

Far fronte al cambiamento climatico richiede infatti una cooperazione strategica tra paesi, anche sulle misure da attuare quali ad esempio una tassazione del carbonio uniforme. Il WTO esorta pertanto i suoi stati membri a tracciare una roadmap per un commercio internazionale che rispetti i principi di una giusta transizione.

Alcuni esempi di iniziative commerciali sono:

  • ridurre i dazi su alcuni beni e servizi ambientali chiave;
  • migliorare la cooperazione in tema di misurazione del carbonio;
  • creare un programma di investimenti che ampli le opportunità di commercio sostenibile nei paesi in via di sviluppo, espandendo l’iniziativa del WTO “Aid for Trade”, un programma di capacity building per i paesi in via di sviluppo e soprattutto quelli meno sviluppati, che li aiuta a sviluppare le competenze e le infrastrutture necessarie per beneficiare appieno degli accordi dell’OMC.

In particolare, la riduzione dei dazi potrebbe essere una soluzione chiave: la libera circolazione di beni favorisce ovviamente il commercio sostenibile, come ad esempio quello di tecnologie a basse emissioni. Tuttavia, i progressi si muovono lentamente: i negoziati degli stati membri per la riduzione dei dazi sono fermi dal 2016.

 In conclusione, la Direttrice invita i paesi a una maggior cooperazione, condizione imprescindibile per risolvere una crisi globale quale quella climatica.

Articolo a cura di Teresa Giuffrè, volontaria sezione Clima e Advocacy

Foto di copertina: credits Teresa Giuffrè

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