NON SOLO CO2: A COP29 IL SUMMIT SUL METANO
- Il summit sul metano al COP29 ha mobilitato quasi 500 milioni di dollari per ridurre le emissioni di questo potente gas serra.
- Annunciati impegni globali tra cui regolamenti USA, UE, e UK.
- Il futuro del metano dipende da una maggiore integrazione nei Contributi Determinati a livello Nazionale per accelerare la riduzione globale.
Durante la COP29 si è svolto un vertice cruciale sul metano e altri gas serra (oltre alla CO2) co-organizzato dagli Stati Uniti, dalla Repubblica Popolare Cinese e dall’Azerbaijan. L’obiettivo principale di questo summit era, sulla carta, quello di accelerare l’azione globale per ridurre le emissioni di metano e di altri gas a effetto serra, tra cui gli idrofluorocarburi, l’ossido di azoto e l’ozono troposferico.
Perché a COP29 è necessario un summit sul metano?
Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, il metano contribuisce a circa il 30% del riscaldamento globale e le sue emissioni sono aumentate rapidamente, minacciando gli sforzi globali per limitare il riscaldamento a 1,5°C entro la fine del secolo. Ridurre le sue emissioni è una delle soluzioni più rapide e, si è detto oggi, potenzialmente più economiche per contrastare la crisi climatica. Eppure, durante il summit sono stati presentati dati per i quali solo il 2% della finanza climatica globale sarebbe stato destinato fino a ora destinato alle riduzioni delle emissioni da metano, evidenziando la scarsità di investimenti in soluzioni tempestive ed efficaci.
Cosa è successo nelle puntate precedenti?
Durante COP26 era stato lanciata l’iniziativa Global Methane Pledge, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di metano del 30% entro il 2030. L’iniziativa aveva ottenuto il supporto di oltre 100 paesi. Tuttavia Cina, Russia e India, che rappresentano il 30% delle emissioni globali, non la hanno supportata, rallentando gli sforzi. A COP28, nel 2023, gli Stati Uniti avevano introdotto normative per ridurre le emissioni dell’industria oil&gas di quasi l’80% entro il 2030, mentre l’UE ha mobilitato 175 milioni di euro per la finanza sul metano.
Nonostante il rifiuto iniziale di Cina, Russia e India di aderire al Pledge, la Cina ha partecipato attivamente al Summit che abbiamo seguito qui a Baku, mostrando forse un rinnovato interesse.
Con 158 paesi aderenti, il Pledge sta finalmente guadagnando slancio, ma secondo il Global Methane Tracker 2024 gli obiettivi di riduzione del metano sono appunto ancora lontani dal realizzarsi.
Gli sviluppi chiave del summit sul metano a COP29
Uno degli aspetti salienti del vertice è stato l’annuncio di un significativo impegno finanziario da parte di governi, banche multilaterali e organizzazioni filantropiche. Molti tra questi attori, presi assieme, hanno impegnato quasi 500 milioni di dollari in nuovi fondi globali destinati alla riduzione del metano, portando a oltre 2 miliardi di dollari i finanziamenti internazionali mobilitati negli ultimi tre anni per affrontare i cosiddetti gas serra a effetto super-inquinante (i “super-pollutants”).
Gli Stati Uniti hanno annunciato nuove misure per riduzione delle emissioni di metano, tra cui una nuova normativa per il settore petrolifero e del gas ed il programma Super Emitter, che obbliga le aziende a gestire le perdite di metano su larga scala. Inoltre, è prevista una riduzione delle perdite di idrofluorocarburi del 85% entro il 2036 e una diminuzione del 40% delle emissioni di N2O (protossido di azoto) entro il 2050 rispetto ai livelli del 2020.
La Cina ha annunciato che abbasserà il limite di emissioni dal 30 all’8 per cento.
L’Unione Europea ha destinato 114 milioni di dollari in finanziamenti a fondo perduto (grants) per la riduzione del metano, lanciato una Roadmap per partenariati internazionali e introdotto un Regolamento del metano, in vigore da agosto 2024.
Il Regno Unito ha invece lanciato il finanziamento per il Climate and Clean Air Coalition di 6,5 milioni di dollari per supportare il programma regolatorio del settore fossile.
Infine, la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) ha annunciato la mobilitazione di 385 milioni di dollari per finanziare progetti di riduzione di metano.
Infine, al vertice è stato annunciato anche un programma di lancio di satelliti per il rilevamento del metano e dell’espansione del sistema MARS per monitorarne gli eventi emissivi. Questo strumento è particolarmente utile, se pensiamo ad esempio all’inchiesta di inizio anno del The Guardian che aveva scoperto 1200 perdite da discariche abusive. Ma da oggi, come ha ben riassunto – anche se con toni un po’ retorici – Steven Guilbeault, il Ministro dell’Ambiente e del Cambiamento climatico del Canada: «You can run but you can’t hide», potete correre ma non potete nascondervi.
Il Futuro del Metano: cosa ci aspetta?
Il summit ha sottolineato l’importanza di integrare il metano nei futuri Contributi Determinati a livello Nazionale (NDC) per accelerare gli impegni globali, qui si possono vedere quali Paesi l’hanno già fatto. I Paesi aderenti al Global Methane Pledge dovrebbero intensificare in modo decisivo le azioni con soluzioni tecniche e finanziarie, considerando l’impatto del metano nello scenario attuale di crisi climatica.
Articolo a cura della capa delegazione di Italian Climate Network, Anna Pelicci
Immagine di copertina: foto di Anna Pelicci
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