21
Nov

Criticità legislative nell’implementazione degli NDC

di Marta Ellena

Nella seconda settimana della COP22, parlamentari, negoziatori ed esperti politici hanno a lungo discusso dei risultati raggiunti nel campo della legislazione climatica, analizzando nello specifico le carenze da colmare per attuare i propri contributi nazionali di cui si parla nell’Accordo di Parigi.

La Dott.ssa Alina Averchenkova, a direzione del Grantham Research Institute presso la London School of Economics (LSE), ha espresso come le attività legislative correlate al cambiamento climatico siano andate diminuendo dal 2010 ai giorni nostri; fenomeno probabilmente dovuto alla messa in atto dei framework prefissati negli anni scorsi. Nel side event di giovedì 17 novembre è emerso come per implementare in maniera adeguata gli NDCs sia necessario definire il livello di target, lo scopo (anche economico), ed infine il lasso di tempo utile per l’implementazione e lo sviluppo delle azioni.

Ancora oggi 16 paesi non hanno minimamente sviluppato delle strutture legislative per quanto concerne la mitigazione e l’adattamento. Brasile, Italia e Cina hanno definito politiche consistenti ma necessitano di trovare un obiettivo specifico di riferimento. Il Messico, avendo stabilito già da tempo una legislazione concreta, è stato definito uno dei paesi leader, ma ha carenze in termini di capacità e di strutture istituzionali. Indonesia, India e South Korea, devono riconsiderare e modificare le politiche sviluppate poiché al momento ambiscono ad obiettivi troppo poveri. In generale, mentre metà delle legislazioni del G20 stanno lavorando per definire l’agenda 2020, grandi potenze come Stati Uniti, Canada, Australia e Messico sono fortemente in ritardo nei processi di attuazione delle politiche prefissate.

nich-stern-photo-1Come afferma Nicholas Stern, autore della Stern Review, essendo il cambiamento climatico un fenomeno trasversale è fondamentale sviluppare un network di conoscenze a partire dal locale per giungere poi al globale, motivo per cui è necessario che le prime azioni siano a capo delle città.

Nella seconda sessione della conferenza si sono prese in esame le principali criticità definendo nello specifico le difficoltà riscontrate nello stato della Sierra Leone. Rosaline Smith, membra del parlamento, ha sottolineato come la mancanza di conoscenza e di sinergia fra i vari paesi e all’interno dei ministeri stessi porti ad un utilizzo di tecnologie inadeguate, a delle competenze istituzionali scarse, e ad una mancanza di know-how e di infrastrutture adeguate. Inoltre, in Africa, la competizione in relazione ai finanziamenti rallenta ulteriormente lo sviluppo di azioni, rendendo ancora più complicata l’implementazione di strategie mirate ad uno sviluppo sostenibile.   

A tal proposito sembra che la soluzione più immediata per far fronte ai gap citati in precedenza prenda in considerazione come primo step la condivisione di conoscenze a livello locale, regionale e nazionale. Mitigazione e adattamento necessitano, infatti, di strategie che partano dalla conoscenza locale per poi giungere ad una consapevolezza globale.

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